Alien: Covenant – La Recensione Xenomorfa

2012. Esce Prometheus, il prequel alla quadrilogia di Alien. Ci siamo andati tutti un po’ timorosi che potesse risultare in un grandissimo “ANCHE NO”, ma tutto sommato incuriositi. Solo che, usciti dalla sala, avevamo ben più domande che risposte. Chi lo classificava come “monnezza” (95% del globo terrestre) e chi come me, invece, chiedeva semplicemente indietro i soldi del biglietto. Attenzione non è che non mi fosse piaciuto. Semplicemente non lo sentivo un film utile. Di Alien c’era veramente poco, se non nulla.”Ammazza ma ci stava quello con i tentacoli”. No, io parlo di Alien, non di un polpo gigante. Comunque, haters, critici e discutibili ed improvvisatissimi esperti di film a parte, qualche tempo dopo si viene a sapere che per l’Alienverse si hanno piani ben più ampi, con una valanga di film in arrivo che andranno a comporre il cofanettone prequel della saga. E vabbè.

2017. Arriva Alien: Covenant. La rivalsa dell’eroe? Un po’ si dai. Dopo 123 minuti di Prometheus con gli “huevos” che si sentivano rotolare per la sala, Ridley Scott ci propone un film in cui lo Xenomorfo c’è e diverte veramente tanto. In fondo noi quello vogliamo. Un Alieno con i controcosiddetti che inizia a staccare teste, riprodursi nei modi più assurdi ed indicibili e sbucare dagli anfratti per atterrare direttamente sulla nostra faccia. Il personaggio di David viene analizzato appieno e si scopre qualcosa in più sul suo passato e la sua mente decisamente molto inquietante e forse un po’ troppo libera dagli schemi. Un personaggio che personalmente ho apprezzato e ritengo degno di nota, reso ancora meglio da un ottimo Michael Fassbender. C’è l’horror e c’è lo splatter. Si viene sicuramente soddisfatti sotto quel punto di vista. Ma soprattutto, ci sono le madri che portano i loro bambini al cinema convinte che sia un film per tutte le età… la parte migliore dello spettacolo.

Cosa non funziona? L’uomo. Abbiamo la solita combriccola di gente in missione (con più di 2000 persone ibernate a bordo) di colonizzazione su un pianeta che hanno studiato per anni. L’aria è respirabile e le condizioni naturali sembrano ottime per l’eventuale sopravvivenza della specie. Ma… attenzione! Si intercetta uno strano segnale. Abbiamo la possibilità di mandare tutto in vacca recandoci in un pianeta sconosciutissimo e a pochi km di distanza solo perchè non vogliamo tornare a fare il sonnellino ibernato per altri sette anni. DAJE!

Da veri esperti scendono dall’astronave senza tute o alcun tipo di materiale su cui ci sia scritto anche un palesissimo “BIOHAZARD”. Toccano tutto a mani nude, si avvicinano a tutto, pestano, fumano… e dai su! I clichè funzionavano negli anni ’80, noi da lì abbiamo imparato. Scene che faticano un po’ a non cadere nel ridicolo compromettono la “credibilità” di tutto il film. In più vi sono degli eccessivi momenti di filosofia veramente poco riuscita. Alien è creazione, genesi. Mette in discussione l’intero processo evolutivo dell’uomo. Qui si assiste solamente a delle lunghe scene che provocano anche ilarità e a tratti una gran confusione nello spettatore.

Insomma i soldi del biglietto li vale? Dipende. Se ci andate per sfogare la vostra vena sadica ed esprimere tutta la vostra virilità di fronte lo Xenomorfo allora si, se cercate qualcosa di più direi che non faccia al caso vostro. Ripeto, sicuramente è un film migliore è più riuscito di Prometheus. Inoltre per chi non avesse ancora visto Prometheus ne consiglio la visione solo DOPO aver visionato Covenant (come il sottoscritto). Capirete di più e filerà anche meglio. Non disdegno l’idea dei film prequel e di ampliare l’Alienverse, purchè sia fatto con un minimo di criterio e senso civile.

 

Voto: l’incredibile contributo attoriale fornito da James Franco.

 

Noi ci vediamo al prossimo film, nell’attesa vi mando un abbraccio.