American Gods 1×03 – Recensione

SPOILER ALERT!!!
Siamo giunti alla terza puntata della meravigliosa (a mio parere) serie American Gods. Dopo ben due puntate di confusione mista a mitologia forse, e dico forse, le cose stanno iniziando ad essere più chiare. La puntata si apre con un nuovo personaggio, un nuovo dio: Anubi.

Lo vediamo mentre pesa l’anima di un’anziana dona musulmana e inseguito l’accompagna  verso l’oltretomba , ma per ora nessun dettaglio.

Nella parte centrale della puntata viene ripreso un personaggio che nella scorsa puntata era stato solo nominato, ovvero la terza sorella Zarja, Polunochnaja. Con un grande telescopio è intenta a scrutare il cielo per assicurarsi che Simargl (il mastino alato) rimanga incatenato alla stella Polare perché se si liberasse distruggerebbe tutta la costellazione causando la fine del mondo.

Questa terza sorella è stata inventata da Gaiman stesso, infatti nella mitologia slava le sorelle sono solo due, conosciute anche nelle altre mitologie con il nome di Aurore.

L’altro nuovo e sorprendente personaggio è un genio che a quanto pare avvera desideri abbastanza particolari e riesce a traslare la sua essenza in altri corpi.

In questo terzo episodio ritorna anche il particolare personaggio di Mad Sweeney che va alla ricerca della sua moneta d’oro portafortuna che nella prima puntata aveva dato a Shadow.

A proposito di quest’ultimo, in questa puntata la sua fede verrà messa alla prova da Mr. Wdnesday, che inizia a mostrarsi per quello che forse è veramente: un dio alla ricerca di fede.

La serie a mio avviso riesce a mantenere alta la curiosità dello spettatore, aggiungendo ad ogni puntata un piccolo tassello che aiuta lo spettatore a capire e apprezzare ancora di più questo meraviglioso lavoro di Gaiman.