Dopo il voto anti-privacy del Congresso degli Stati Uniti che consentirà alle compagnie web di vedere alcuni dati personali degli utenti come ad esempio la cronologia dei siti web visitati senza il loro consenso, PornHub e YouPorn hanno annunciato il passaggio al “protocollo https” che renderà la connessione criptata quindi più sicura. Per chi non conoscesse questo protocollo, si tratta di un metodo studiato per proteggere dalle minacce informatiche, e permette l’utente di essere tutelato riguardo ad esempio la tipologia di dati che sta visualizzando. È un protocollo adottato da molti siti famosi come YouTube, ma anche da siti di banche e istituti finanziari.
Ora, il fatto che ciò venga adottato da due dei maggiori siti porno al mondo solo dopo un voto a dir poco sbagliato, fa capire quanto anche gli stessi siti siano in malafede, ma vorrei soffermarmi su un discorso un po’ più serio e delicato indipendentemente dalla pornografia. Sicuramente molti di voi avranno visto Black Mirror, la serie TV Netflix parecchio controversa e preoccupante. Bene, un filo conduttore di tutte le puntate era l’assoluta mancanza di privacy, che anche oggi tra social network che introducono geolocalizzazioni e storie e tra vari sistemi di ricerca montati su dispositivi sempre più tecnologici, sta iniziando ad avvenire. Il problema più grosso si ha quando è lo stesso Stato, che invece di tutelare il cittadino, se ne esce con delle leggi e proposte come questa appena citata. La gravità di tutto ciò, che avvicina molto la realtà alla “finzione” cinematografica, si ha quando viene legittimata la vendita di dati privati e delicati a persone sconosciute che potrebbero fare di quelle informazioni ciò che vogliono arrivando, magari, a ipotizzare tutte le conseguenze visualizzabili nella puntata denominata “Zitto e Balla” della suddetta serie TV. Il discorso di fondo è che la privacy è importantissima e nei giorni d’oggi non si capisce quanto a poco a poco la linea che divide il pubblico dal privato si stia facendo sempre più sottile. Non ci resta che aprire gli occhi e stare attenti fin quando, almeno in Italia, resta invariata la Legge n. 675 del 31 dicembre 1996.