April Come She Will è un delicato dramma romantico che esplora l’amore, la perdita e la solitudine attraverso immagini evocative e silenzi carichi di significato.
Shigatsu ni nareba Kanojo wa, conosciuto in Occidente come April Come She Will, è il nuovo film di Yamada Tomokazu e rappresenta una delle proposte più intense e raffinate del recente cinema sentimentale giapponese. Ambientato in un’epoca segnata dalla crescente sfiducia nei legami affettivi, il film esplora con tatto e profondità la natura effimera dell’amore. L’opera, distribuita da Adler e Dynit, arriverà nelle sale italiane il 28, 29 e 30 aprile come ultimo appuntamento della rassegna I Love Japan (recentemente vi abbiamo parlato di Your Eyes Tell). Da notare come si tratti di un’uscita molto recente (2024), una circostanza ancora rara considerando le usuali lunghe tempistiche di distribuzione per i titoli asiatici in Italia.
Adattamento dell’omonimo romanzo pubblicato nel 2016 da Genki Kawamura, autore noto anche per Se i gatti scomparissero dal mondo, il film vanta una sceneggiatura firmata a sei mani da Kawamura stesso, Yuichiro Kido e Tomokazu Yamada. La storia ruota attorno a Fujishiro Shun (interpretato da Satō Takeru), uno psichiatra la cui vita ordinata viene sconvolta dall’arrivo di una lettera di Iyoda Haru (Mori Nana), il suo primo grande amore universitario. In poche righe cariche di nostalgia, Haru scrive:
“All’epoca avevo accanto qualcuno che contava più di me stessa. Credevo che sarebbe durato per sempre.”
I due, un tempo membri dello stesso club di fotografia, si erano persi di vista. Ora Haru, viaggiatrice e fotografa di fama, scrive a Shun dal magico Salar de Uyuni in Bolivia, simbolo di vastità e solitudine. Nel frattempo, Shun è prossimo alle nozze con Sakamoto Yayoi (Nagasawa Masami), una veterinaria. Ma il loro rapporto, nonostante la routine quotidiana e i preparativi per il matrimonio, è freddo e distante. Finché un mattino Yayoi scompare senza lasciare traccia, spingendo Shun a intraprendere un doloroso viaggio nei meandri della memoria e dei sentimenti.
Un raffinato intreccio di emozioni
Benché fedele all’essenza del romanzo, il film presenta numerosi adattamenti: Kawamura e i co-sceneggiatori rielaborano la struttura originale, rafforzando il triangolo emotivo tra Shun, Yayoi e Haru e conferendo maggior rilievo al mistero che circonda sia la sparizione di Yayoi sia la riemersione del passato di Shun.

La regia di Yamada si distingue per la capacità di raccontare più attraverso immagini che attraverso parole. L’apertura del film, con una macchina che attraversa l’immensa distesa bianca di Uyuni mentre la voce di Haru legge la sua lettera, è una sequenza potente e simbolica. Il deserto sconfinato si contrappone alla vita domestica di Shun e Yayoi, apparentemente tranquilla ma intrisa di tensioni sotterranee e silenzi carichi di incomunicabilità.

Bolivia, Islanda e altri scenari naturali spettacolari diventano parte integrante della narrazione visiva, catturati con maestria dalla fotografia di Imamura, che predilige la luce naturale, i dettagli impercettibili e le sospensioni narrative per evocare stati d’animo più che raccontare fatti.
Il valore del silenzio
Una delle caratteristiche più peculiari di April Come She Will è la parsimonia nell’uso dei dialoghi. Le parole vengono dosate con attenzione: le dichiarazioni d’amore esistono, ma sono i silenzi, gli sguardi, le esitazioni a raccontare molto di più. Il non detto domina la scena, rendendo palpabile la distanza crescente tra i personaggi.
Satō Takeru offre un’interpretazione misurata e struggente: il suo Shun è un uomo segnato dall’incapacità di comunicare, smarrito in una quotidianità che non riesce più a comprendere. Dopo la scomparsa di Yayoi, cerca conforto presso la sorella di lei (Kawai Yūmi) e un amico d’infanzia (Nakano Taiga), ma ogni tentativo di dialogo sembra inutile, come se il linguaggio stesso fosse ormai inadeguato.

Yamada costruisce un raffinato mosaico narrativo intrecciando quattro livelli temporali: il presente, i ricordi con Yayoi, il passato con Haru e la narrazione affidata alla lettera. La colonna sonora, impreziosita dalla struggente Michi Teyu Ku di Fujii Kaze, e il montaggio ritmato da delicate ellissi temporali, accompagnano lo spettatore fino all’esplosione emotiva del finale.

Una delle scene più emblematiche si svolge nella camera oscura, dove Shun, sviluppando alcune vecchie fotografie, fa una scoperta destinata a cambiare la sua percezione del passato e dei suoi sentimenti. Inoltre, un’aggiunta originale rispetto al romanzo è il personaggio del padre di Haru, interpretato da Takenouchi Yutaka, che arricchisce ulteriormente il tema della solitudine e della ricerca di senso. Figura malinconica e tenera, rappresenta un contrappunto adulto al vuoto che Shun sperimenta.
Conclusioni
April Come She Will è un film che riflette sulla fragilità dei sentimenti e sulla distanza che spesso si insinua tra le persone, anche quelle più vicine. Ma è anche un’opera che celebra, con delicatezza e intensità, la persistenza della memoria emotiva, la forza silenziosa dell’amore, anche quando sembra dissolversi.
Con una regia ispirata, una fotografia sontuosa e interpretazioni cariche di pathos, Yamada Tomokazu firma uno dei ritratti più autentici e struggenti delle relazioni contemporanee, regalando al pubblico un’esperienza cinematografica intima e universale.