Astro Bot, la Recensione

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Astro Bot è un tributo e un simulacro della storia del videogioco, a cui attorno è stato costruito un platform curato e visivamente stupefacente.

Il piccolo Astro Bot fa la sua prima apparizione pubblica all’uscita di PlayStation 4, dentro un’app gratuita che mostrava le funzioni della console. Team Asobi, first party di PlayStation hanno poi fatto debuttare il robottino in un’avventura tutta sua con PlayStation VR, per poi riproporlo in formula di gioco gratuito all’uscita di PlayStation 5 con Astro PlayRoom. Questa volta si trattava di un gioco vero e proprio, diviso in quattro mondi in cui il piccolo robottino mostrava al giocatore la bellezza e l’unicità di DualSense, il controller di PlayStation 5. Nel mentre, recuperava manufatti dalla storia PlayStation, e si imbatteva in alcune delle icone del videogioco che hanno segnato la storia dell’azienda.

Dopo il clamoroso flop di Concord, chiuso a due settimane dall’uscita, serviva un vero eroe per risollevare l’anno di Playstation, in attesa degli altri grandi nomi tenuti ancora segreti. Ed ecco che dallo scorso venerdì è disponibile Astro Bot, la prima vera avventura platform del robottino di Team Asobi. Scopriamo insieme se il viaggio di Astro mi ha convinto, tra pregi e difetti, in questa recensione.

Astro Bot: un platform vario e divertente

Astro Bot e i suoi 300 amici sono in viaggio sulla nave madre PlayStation 5, quando vengono attaccati da un dispettoso alieno verde. L’extraterrestre ruba i componenti della nave e disperde nello spazio tutti gli amici di Astro che, rimasto da solo, precipita su un pianeta desertico. Il piccolo robottino è quindi chiamato alla sua avventura più grande: recuperare i pezzi della nave madre e salvare tutti i suoi amici.

Una trama semplice e efficace, come spesso se ne vedono nel panorama del genere Platform. La storia di Astro è divisa a galassie che, a loro volta sono divise a livelli, alla fine delle quali ci aspetta un enorme boss da sconfiggere. il gameplay principale di Astro resta lo stesso di PlayRoom, con i laser per farlo fluttuare e gli attacchi con quadrato. Ad aggiungersi all’arsenale però, una serie di animali e invenzioni che andranno di volta in volta a cambiare il gameplay del livello: da un razzo gallina che ci sparerà in verticale, a uno zaino scimmia che ci permetterà di arrampicarci o schiacciare i nemici.

Ogni livello ha un argomento principale: che sia una gita alle terme, un casinò, un tempio inesplorato o semplicemente una corsa pazza tra enormi piloni di fuoco, Astro Bot fa di tutto per stupire il giocatore. Sparse per la galassia ci sono postazioni fotografiche, i membri dell’equipaggio dispersi e pezzi di puzzle che vi serviranno per sbloccare le varie modifiche grafiche come costumi e colori del pad. Ovviamente i bot dell’equipaggio sono un occhiolino non solo alla storia di PlayStation, ma a quella del videogioco in generale. Ce ne sono però cinque speciali, che cambiano completamente il modo di giocare nel loro livello dedicato, trasformando Astro Bot in un platform/altro genere a seconda del caso.

Nonostante questi siano i livelli più sorprendenti, Astro Bot regala molte chicche durante il suo viaggio, chicche che ricordano i platform di un’altra linea di pensiero, e che non sfigurerebbero a fianco di un Mario o di un Kirby grazie alla cura maniacale di Team Asobi per i dettagli.

Sul web impazza il paragone con super Mario Galaxy, definendo Astro Bot il tanto atteso terzo capitolo della saga. E devo dire che, al netto delle differenze più grosse (tra cui la bassa difficoltà), Team Asobi si è avvicinata molto alla qualità e alla cura dei due pezzi da novanta di Nintendo Wii. Astro Bot è una gioia da vedere, nonostante il livello di sfida non si alzi mai troppo, forse perchè così il gioco è adatto a un pubblico di ogni età, e può stupire diversamente, grazie a quanto accade a schermo o semplicemente con l’uso unico di DualSense.

PlayStation 5 e DualSense, ecco cosa sapete fare!

Non sottovalutate Astro per via dell’aspetto cartoon, però! Il titolo di Team Asobi non solo è graficamente curato, con riflessi e giochi di luce che mostrano davvero cosa può fare l’ammiraglia di casa Sony, ma è anche la produzione che meglio sfrutta il DualSense e tutte le sue funzioni. Se già con Playroom ero rimasto a bocca aperta, questa volta Team Asobi ha voluto spingere col piede sull’acceleratore e ogni minima texture a schermo ha la sua vibrazione precisa e riconoscibile. Che siano punte o gocce di pioggia, l’esperienza è davvero incredibile e al momento unica sul mercato per qualità di vibrazione. Se a questo unite l’uso delle cuffie, con l’audio stereoscopico, Astro Bot vi garantirà circa venti ore di pianeti pazzeschi ed effetti meraviglia (e anche qualche morte trucida, in stile Crash Bandicoot).

Finora oltre il feedback aptico e i dorsali, ben pochi titoli PlayStation 5 hanno sfruttato DualSense come si deve. Astro Bot fa scuola, e dimostra anche ai first party come rendere ogni livello memorabile grazie a un controller che è sul mercato da ormai cinque anni.

Se a tutto questo aggiungiamo una colonna sonora clamorosa, che mischia brani cantati ai remix delle saghe PlayStation, ci troviamo di fronte davvero a un papabile gioco dell’anno. Team Asobi ha sviluppato un gioco che potrebbe far riesplodere il platform anche su PlayStation, non lasciandolo vincolato al panorama indipendente o alle piattaforme Nintendo. Una ventata d’aria fresca che al contempo spinge la console verso i suoi limiti, superando produzioni decisamente più grosse e più in vista del tenero robottino bianco e blu.

Un museo che sa di nostalgico

Astro Bot è un meraviglioso (per quanto semplice) museo del videogioco. Non solo esclusive Sony, ma anche molti titoli multipiattaforma, che si sono prestati a diventare mascotte per questo divertente platform. Troveremo così si Nathan Drake e Kratos, ma anche Lara Croft e Abe, passando da Kiryu e Amaterasu. Più che un museo però, Astro Bot è anche un mausoleo per quelle IP ormai dimenticate, di cui ci sarebbe bisogno si tornasse a parlare. Non solo il già menzionato Ape Escape, ma anche Gravity Rush, Puppeteer e perfino Tokyo Jungle. Una lettera d’amore a quando anche su PlayStation si osava, si tentava di fare qualcosa di bello e diverso, invece di uniformarsi e puntare solamente alle vendite.

Spero seriamente che Astro Bot faccia aprire gli occhi, e dimostri a tutti che questa cura estrema nel dettaglio è qualcosa di fondamentale per dare nuova linfa a un mercato che, fronte indipendente a parte, spesso non vuole osare (se non sotto una certa bandiera rossa). Quindi bravi Team Asobi, e lunga vita ad Astro Bot, salvatore di un anno e di una console con ancora troppo poche cartucce esclusive memorabili.

Playstation 5 - Astrobot
  • - Parti per una storia...

Astro Bot è disponibile dal 6 settembre in esclusiva per PlayStation 5.

 

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Astro Bot
Pro
Sfrutta tutte le qualità di PlayStation 5 e di DualSense
Gameplay ricco e vario
Colonna sonora clamorosa
Ricco di dettagli
Contro
Il livello di sfida non si alza mai troppo
9.2
Voto