Con Atelier Yumia si entra nella nuova generazione della saga, in un perfetto punto d’ingresso.
Atelier è una delle serie gdr più longeve, con il primo capitolo uscito nel 1997. Da quando Koei Tecmo ha assorbito Gust, la serie ha cercato di rinnovarsi e di aprirsi al grande pubblico, perdendo molti dei meccanismi ormai anacronistici e diventando sempre più simile un action gdr classico. Dopo la trilogia dedicata a Ryza, è ora di iniziare una nuova storia con Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land (da ora solo Atelier Yumia).
Disponibile per PlayStation, PC, Nintendo Switch e per la prima volta su Xbox dallo scorso 21 marzo, scopriamo insieme pregi e difetti di Atelier Yumia.
Versione testata: PlayStation 5
Atelier Yumia: un nuovo inizio
In un mondo in cui l’alchimia è considerata “tabù”, la giovane alchimista Yumia anela alla verità che giace nascosta in un continente in rovina. Decide quindi di intraprendere il proprio viaggio nell’Impero Aladissiano e nei suoi segreti.
Ora, un’alchimista solitaria muove il suo primo passo in questa terra inesplorata e pericolosa. Yumia dovrà scoprire perché Aladiss è caduto e perché l’alchimia è diventata un tabù. Nel mentre dovrà dimostrare se l’alchimia è davvero malvagia.
Il tema principale di Atelier Yumia è il “ricordo”. C’è un momento nella vita di tutti in cui dobbiamo confrontarci con il passato e i ricordi. Tutti i ricordi, positivi o negativi, ci plasmano, rendendoci quello che siamo. Seguendo il cammino del party, i protagonisti si confronteranno con i ricordi che affioreranno lungo la via.

Un’avventura che richiederà una trentina d’ore per essere portata a termine, che andranno ad aumentare se vorrete completare anche tutte le quest secondarie. Qui Koei non è riuscita ancora a ripulire del tutto le fetch quest, che restano ancora parte integrante dell’avventura, e sicuramente l’aspetto più debole di questo rilancio.
I personaggi di Atelier Yumia sono uno dei punti di forza del gioco. Ognuno di loro è ben caratterizzato, con storie personali che si intrecciano con quella di Yumia. La protagonista, Yumia, è un’alchimista determinata e curiosa, desiderosa di scoprire i segreti del mondo che la circonda.

Presto al party si aggiungeranno nuovi membri come i fratelli Isla e Viktor, o la formosa Nina. Il character design è di Benitama, che ha cercato di differenziare l’intero cast con successo. Ogni personaggio ha le proprie motivazioni e conflitti interni, che si sviluppano nel corso della storia, rendendo le interazioni tra di loro ricche di emozione e profondità. Le relazioni che si instaurano tra i membri del gruppo non solo arricchiscono la narrazione, ma influenzano anche le dinamiche di combattimento, poiché le affinità tra i personaggi possono sbloccare abilità speciali e potenziamenti.
Rinnovare l’alchimia
Atelier Yumia fa un ulteriore passo avanti verso i gdr moderni. Il gameplay è un perfetto equilibrio tra esplorazione e creazione, con una forte ispirazione verso gli Open World più riusciti degli ultimi anni (Breath of the Wild su tutti). Il gameplay loop entra subito in azione, mischiando combattimenti, all’esplorazione all’ottimo sistema di crafting. Ogni ingrediente raccolto ha il suo peso e la sua importanza, e la possibilità di sperimentare con le ricette offre un senso di libertà e creatività che diventeranno fondamentali negli scontri con i mostri.
Il gameplay di combattimento in Atelier Yumia è un mix di strategia e azione. Ogni personaggio del party ha abilità uniche e le battaglie in tempo reale richiedono una certa reattività nell’utilizzo delle risorse.

La gestione delle risorse e delle abilità è fondamentale: scegliere il giusto attacco o la giusta difesa può fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Inoltre, il sistema di combo permette di combinare le abilità dei vari membri del team, creando attacchi devastanti che non solo sono efficaci, ma anche spettacolari da vedere. Questa ulteriore evoluzione del gameplay aggiunge una dimensione cinematografica che rende i combattimenti esperienze coinvolgenti e stimolanti.
Visivamente, Atelier Yumia sfrutta le potenzialità di PlayStation 5, con grafica colorata e simil-anime, animazioni fluide che rendono ogni scena colorata ed entusiasmante. I colori vivaci e i dettagli curati creano un mondo che si desidera esplorare in lungo e in largo nonostante le visibili ispirazioni verso Breath of the Wild e Genshin Impact. Resta purtroppo ancora lo scoglio della lingua, sebbene Atelier Yumia sia ora tradotto anche in francese e tedesco, ma non ancora in italiano.
Atelier Yumia è un titolo che non delude le aspettative ed è il primo di una nuova saga. È un viaggio emozionante nel mondo dell’alchimia, e soprattutto un ottimo punto d’ingresso per i nuovi giocatori. Se siete fan della serie o semplicemente cercate un gioco in stile anime, non potete lasciarvelo sfuggire.