Big Sky arriva al suo finale di stagione, ecco cosa ne pensiamo
La prima stagione di Big Sky è arrivata alla sua conclusione, con un finale decisamente esplosivo; anche se non nel senso più positivo del termine. Sì, perché in questa ultima puntata tutto viene risolto con gesti estremi, pur di chiudere le storyline rimaste aperte finora. Inutile dire che lo spettatore, di certo si sarebbe aspettato quel minimo di originalità in più.
Questa volta, al centro delle vicende abbiamo Marrilee, la moglie di Rick, sempre più preda di angosce esistenziali. Il che è comprensibile, visto che il marito si è rivelato un mostro in tutto e per tutto. Qui, forse per la prima volta, realizza quanto sia stata cieca di fronte alle sue azioni e di quanto in realtà lei stessa sia stata una vittima inconsapevole. Per questo, quando si rende conto che Rick potrebbe essere tornato in sé, sceglie consapevolmente di reagire lasciandosi andare a un istinto primordiale, dettato dalla sua sete di vendetta. Eppure, nonostante il plot twist (uno dei tanti, troppi di Big Sky), il suo arco narrativo si conclude in maniera affrettata e per niente in linea con il suo personaggio, uno tra i più positivi concepiti fino a questo momento. Ragione per cui ciò stride con tutto quello che avevamo imparato a conoscere su di lei. Un cambio di personalità troppo repentino, che finisce per risultare artefatto, nonché pretesto per risolvere la complicata storia di Rick.
Passando a Ronald, invece, ancora una volta stupisce il suo ingegno (o la stupidità dei poliziotti, dipende dai punti di vista) e come riesca a farla franca fino all’ultimo, di nuovo in maniera poco credibile. In questo caso, abbiamo la prova che lo sviluppo del suo personaggio sia stato concepito quasi esclusivamente in funzione del ritmo dello show televisivo, che pur di mettere qualche azione in più, è disposto a far succedere qualsiasi cosa, a scapito del realismo che avrebbe dovuto caratterizzate tutta la vicenda. Dopotutto, il contesto in cui i fatti si svolgono è quello del mondo reale e tale avrebbe dovuto rimanere. Come ho già ripetuto più volte nelle recensioni delle puntate precedenti a questa, alcune scene non sono altro che trovate televisive inserite per allungare il brodo, piuttosto che aggiungere dettagli interessanti alla trama o ai protagonisti. Lo stesso rapimento di Erik, e quindi l’introduzione di un personaggio nuovo a una sola puntata dal finale di stagione, è stata l’esempio lampante di cosa significhi fare una scelta poco studiata e aggiunta come mero riempitivo.
Purtroppo, sono costretta a riconfermare il fatto che Big Sky sia una serie tv che avrebbe potuto ambire a qualcosa di più, dati gli attori e gli autori coinvolti. Avrebbe avuto una grossa potenzialità, anche per la presenza di alcune tematiche importanti che sono rimaste soltanto abbozzate e mai approfondite a dovere. Tutto è stato lasciato troppo spesso alla libera interpretazione dello spettatore, generando più dubbi che risposte.
Ad esempio, sarebbe stato molto interessante se fosse stato esplorato il terribile mondo del traffico e dello sfruttamento della prostituzione, invece tutto passa in secondo piano perché l’obiettivo dell’intero corpo di polizia e dei servizi segreti, sembra solo quello di catturare Rick e il suo complice. Il che va bene da un lato, dall’altro viene da chiederci se l’aver scoperto una realtà del genere non abbia portato a delle ulteriori conseguenze al di là della piccola cittadina del Montana in cui si svolge la storia.
Insomma, fino alla fine si ha la sensazione di trovarsi di fronte a una scrittura pigra, data un po’ dalla mancanza di idee, un po’ dalla pochezza del romanzo da cui la serie trae ispirazione. Una serie che ha fatto tanto clamore senza risolvere alcunché, dove il mistero di partenza con il passare delle puntate si esaurisce, risultando del tutto impotente a livello concettuale.
Non ci resta che aspettare la prossima stagione per sapere se Big Sky potrà farci ricredere in positivo.