Big Sky, ecco la recensione del settimo episodio
Dopo una sesta puntata un po’ sottotono dal punto di vista dei contenuti, il settimo episodio di Big Sky cambia decisamente rotta (anche troppo) e sono tante le cose che succedono e che di certo non ci saremmo aspettati. Nelle scorse recensioni avevo preannunciato (sbagliando) che il personaggio di Ronald avrebbe riscattato la propria immagine e avrebbe provato a redimersi, bene, dopo quanto accaduto qui, stavolta sono certa di poter affermare che questo di sicuro non accadrà. Al contrario, è venuta fuori tutta la sua parte malvagia, come dimostra il gesto plateale alla fine dell’episodio. Forse un gesto inaspettato rispetto a quanto mi avevo immaginato, ma senza dubbio stupido. Insomma, un modo come un altro per Ron di aggiungere problemi ad altri problemi. Eppure, quello di cui sembra preoccuparsi di più al momento, è cambiare colore a qualsiasi cosa lo riguardi; nella scorsa puntata era toccato al camion, adesso ai suoi capelli. Ancora non riesco a capire come pensi di farla franca, perché è più che certo che il compare di Rick finirà per fare una brutta fine di questo passo. Ribadisco, la soluzione migliore per lui sarebbe stata quella di fuggire il più lontano possibile, ma ahimè lui non è chiaramente dello stesso avviso.
Parlando del personaggio di Rick, invece, ci sono grosse novità. Lo avevamo lasciato in lotta tra la vita e la morte, ma, naturalmente, nonostante tutti avessimo sperato che questa avrebbe avuto la meglio su di lui, riesce a vincere la battaglia, svegliandosi dal coma. Tuttavia, al momento del risveglio, sembra non essere tornato a essere quello di un tempo, ma si trova in uno stato di amnesia che gli ha fatto dimenticare tutto quello che è successo negli ultimi anni, e di conseguenza anche i crimini di cui si è macchiato. Ora, c’è da capire se si tratta di un tentativo per far riflettere lo spettatore sul significato del relativismo; in questo caso sul dover giudicare un uomo per ciò che ha commesso a prescindere dal contesto, oppure perdonargli tutto proprio perché si trova in una situazione particolare. O se, invece, Rick stia solo fingendo per cercare di farla franca, facendo affidamento sulle doti del suo nuovo (e agguerrito) avvocato.
In ogni caso, l’intento della serie sembra sempre di più quello di voler ribaltare il punto di vista a favore di Rick, cosa che, se da un lato può essere interessante vedere le cose da un’altra prospettiva, è pur vero che in un contesto simile le azione di Legarski sono imperdonabili e devono essere affrontate con spirito critico e consapevolezza. Spero vivamente che la serie non prenda una deriva fuorviante, perché in tal caso si farebbe foriera di un messaggio sbagliatissimo.
Per il resto, comunque, arrivati quasi alla fine di questa prima stagione, sono sicura di poter dire che il difetto maggiore di Big Sky sia quello di gettare troppa carne al fuoco (come in questo episodio), con la conseguenza che tutte le trame – principali e non – vengano sviluppate e/o concluse con superficialità, per effettiva mancanza di tempo. Ogni storia qui introdotta non viene approfondita, ma anzi soffocata se non addirittura annullata. La presenza dei troppi momenti d’azione, d’altra parte, lascia poco spazio all’analisi psicologica dei singoli personaggi, per esempio, che finiscono per risultare piatti. Non solo, ma i momenti in cui lo show televisivo cerca di focalizzare l’attenzione su qualcuno di loro, sul loro passato, lo fa in maniera sbrigativa e abbozzata. Tante tematiche potenzialmente interessanti vengono trascurare per lasciare posto alle azioni dei protagonisti, che oltretutto, spesso e volentieri, appaiono comunque senza nesso logico.
Alla fine, ancora una volta, tutto appare confuso e slegato, ed è inevitabile che lo spettatore, purtroppo, perda interesse per quello che succede nella serie. A volte, aggiungere colpi di scena uno dopo l’altro contribuisce a far annoiare, piuttosto che sorprendere in positivo.