Ecco Blade of Fire, il nuovo action adventure degli autori di Castlevania: Lords of Shadow.
Ammettiamolo: Blades of Fire non è certo un titolo capace di attirare su di sé l’interesse del popolo del web. Questo perché a un primo sguardo può sembrare un generico fantasy dalle tinte oscure. Un’opera costruita sulla scia di capolavori come il God of War del 2018, accompagnata da una comunicazione sui social quantomeno bizzarra. Stiamo parlando, infatti, di un titolo annunciato tre mesi fa, che ha visto l’immissione sul mercato di pochi trailer, sino alla pubblicazione risalente al 22 maggio. Una scelta probabilmente presa per massimizzare il marketing in un lasso di tempo ridotto, ma che in realtà ha portato il gioco ad approdare sugli scaffali nell’anonimato. Un’ultima ciliegina sulla torta: l’uscita PC è stata limitata all’Epic Games Store, lasciando così fuori gli utenti Steam. Non certo il migliore dei biglietti da visita, insomma.
Eppure sottovalutare Blades of Fire potrebbe essere un grave errore.
Abbiamo passato diverse ore in compagnia di Aran De Lira e del giovane Adso, trovando nell’ultima fatica targata MercurySteam più di qualche elemento interessante. Un risultato che non dovrebbe sorprendere, dato che stiamo parlando degli sviluppatori dietro a Castlevania: Lords of Shadow e a Metroid Dread. Un team spagnolo composto da persone con il desiderio di emergere in un mercato finalmente pronto ad accettare a braccia aperte i prodotti AA. Ma quali sono i punti di forza di Blades of Fire? Perché recuperarlo o, al contrario, perché lasciarlo sugli scaffali? Scopritelo insieme a noi.

UN MONDO IN COSTANTE DEFINIZIONE
Blades of Fire è ambientato in un mondo fantasy nel quale la malvagia regina Nerea ha trasformato tutto il metallo del regno in pietra. In questo modo solo i suoi scagnozzi sono in possesso delle armi più letali, che utilizzano per seminare il panico e per sottomettere chiunque decida di opporsi alla potente strega. Nel bel mezzo di un mondo in costante tensione, si erge quindi Aran De Lira, un guerriero con evidenti poteri divini che, insieme al giovane monaco Adso, decide di lasciare la propria casa con una missione: uccidere Nerea a qualsiasi costo.
Le prime ore all’interno del mondo tratteggiato da MercurySteam lasciano un po’ perplessi. Non c’è un reale motivo per cui Aran decida di partire per la propria missione e gli avvenimenti si succedono “perché sì”. Anche Adso, spalla inserita con l’evidente scopo di dare al giocatore un contesto per ogni area e/o nemico incontrato, non viene caratterizzato nel migliore dei modi, risultando spesso piatto e stereotipato. Mano a mano che si procede nell’avventura, però, qualcosa inizia a cambiare. Le descrizioni del “Diario” scritte dal monaco si fondono sempre di più con gli avvenimenti, andando a comporre un affresco nettamente migliore della somma delle sue parti. Persino la storia, seppur senza grandi picchi creativi, risulta epica il giusto e capace di affascinare l’utente con il pad in mano.
Il risultato finale è un titolo con un world building solido. Un titolo che ci mette un po’ a ingranare, ma che riesce nell’impresa di costruire un tessuto narrativo perfettamente in grado di sostenere l’impianto ludico. Impianto che, in questo caso specifico, risulta essere la caratteristica di punta della produzione.

IL GIUSTO MIX
Bastano pochi secondi con il controller in mano per rendersi conto di quanto Blades of Fire sia un prodotto interessante. I quattro pulsanti sulla destra (A, B, X, Y, per usare un lessico “Xbox”) servono per sferrare degli attacchi nella rispettiva direzione. È possibile quindi infliggere un colpo dall’alto verso il basso, ma anche da sinistra verso destra. L’alternanza di questi tasti crea un moveset differente di arma in arma, garantendo sin da subito una grande varietà di combinazioni. Varietà che viene affiancata non solo dai diversi strumenti di morte presenti nel gioco, ma anche da come vengono impugnati dal possente Aran. È possibile, infatti, colpire sia di punta che di lato, alternando le due “pose” con la pressione di un semplice tasto. Puntando ogni avversario è possibile infatti vedere i punti deboli, costringendo il giocatore a un determinato approccio al combattimento.
Il combat system che ne risulta è una sorta di strano mix tra For Honor e God of War. Peccato, però, che talvolta il feedback dei colpi non sia molto soddisfacente, dandoci un po’ la sensazione di star fendendo l’aria con i nostri colpi. L’outline che evidenzia gli avversari, mostrandone i succitati punti deboli, è tanto utile, quanto sgradevole da vedere a causa di un design fuori contesto, che avremmo accettato più facilmente in un’opera sci-fi. In ogni caso, gli scontri di Blades of Fire funzionano e appassionano, fondendosi perfettamente con l’esplorazione del mondo di gioco.
Attraversare le numerose aree popolate da nemici di tutti i tipi ci ha ha permesso di notare la cura riposta dal team spagnolo nei vari ambienti. Una cura che presta il fianco a un level design buono, ma non eccelso, ma che comunque spinge il giocatore a rimanere sempre in movimento, esplorando ogni anfratto delle zone e premiando questa sua curiosità. Nonostante i riferimenti videoludici citati nello scorso paragrafo, il ritmo di gioco finale è paradossalmente più vicino a quello dei titoli di FromSoftware. Una sensazione maturata anche dalla presenza di diversi checkpoint che permettono di recuperare la vita a discapito del ritorno in vita dei vari nemici. Una struttura ormai consolidata, che non stupisce più nessuno, ma che continua a funzionare.

CREA LA TUA LAMA
Una delle caratteristiche di gameplay attorno alle quali ruota l’intero progetto di MercurySteam è la forgiatura delle proprie armi. Seguendo degli schemi che è possibile raccogliere nel corso dell’avventura, potremo raggiungere la Fucina dei Forgiatori e dare il via a un minigioco basato sulla costruzione delle armi in metallo. Stabilire la forza con la quale battere il ferro e scegliere inclinazione e punto del colpo ci permetterà di ottenere un punteggio da una a sette stelle. Stelle che, alla fine, sono pari al numero delle volte che il giocatore potrà riparare l’arma una volta consumata dagli scontri.
Il minigioco in questione non è certo dei più divertenti, ma per fortuna gli sviluppatori hanno inserito la possibilità di creare rapidamente le lame utilizzando il grado più ottenuto in precedenza. Il risultato finale è quindi abbastanza equilibrato, permettendo al giocatore di decidere quando (e se) tentare la fortuna con la forgia. La scelta dei metalli necessari per la creazione, inoltre, aggiunge una discreta varietà all’equipaggiamento, andando a inserire modificatori e statistiche tali da rendere ogni creazione più o meno utile alla build desiderata. Un pizzico di struttura GDR che, in fondo, ci ha fatto piacere esplorare.

MALLEABILE COME IL METALLO
Da un punto di vista tecnico, Blades of Fire alterna buoni momenti, a situazioni meno interessanti. Il colpo d’occhio rimane buono, soprattutto grazie a una palette cromatica che ci ha ricordato spesso il già citato Castlevania: Lord of Shadow. Entrando più nel dettaglio è però possibile vedere delle texture non sempre all’altezza e, soprattutto, un lavoro estetico spesso troppo generico. Difficilmente si rimane colpiti dall’estetica degli avversari, tutti troppo vicini ai design ai quale ci ha abituato il genere fantasy da ormai diversi anni.
Lo stesso si può dire anche del comparto sonoro, che funziona, ma senza mai davvero stupire. Le musiche risultano coerenti con il mondo che ci circonda e il doppiaggio in inglese non sfigura quasi mai, ma la verità è che manca quel guizzo creativo in più tale da rendere Blades of Fire un’opera memorabile. Segnaliamo, nel caso vi serva saperlo, la presenza dei testi in italiano, perfetti per tutti i non anglofoni che stanno leggendo questo articolo.
BLADES OF FIRE, IL COMMENTO FINALE
Blades of Fire è ben lontano dall’essere un videogioco incredibile, ma allo stesso tempo vanta diversi pregi che potrebbero far innamorare diversi giocatori. Grazie a un combat system fresco, un buon level design e a un impianto narrativo in costante miglioramento sino alla fine, l’opera di MercurySteam potrebbe essere quella sorpresa inaspettata. Quel titolo che, tra un blockbuster e l’altro, riesce comunque a fare compagnia agli amanti delle avventure di stampo fantasy e dei Giochi Di Ruolo. Nel caso siate ancora scettici, il nostro consiglio è comunque quello di mettere il titolo in wishlist, in modo da rimanere aggiornati su eventuali sconti. In ogni caso, che decidiate di giocarlo subito o in futuro, Blades of Fire potrebbe rivelarsi l’ennesima conferma della bontà delle produzioni AA.