Boris: la Recensione dei primi due episodi in anteprima

Boris sta per tornare, ecco i primi due episodi in anteprima

In anteprima, ecco la recensione dei primi due episodi della nuova stagione di Boris

Grazie a Disney abbiamo avuto la possibilità di guardare in anteprima i primi due episodi della quarta stagione di Boris, la tanto attesa serie tv tutta italiana, tornata in auge e riscoperta da molti durante il lockdown. Ma saranno riusciti Ciarrapico e Vendruscolo a dare vita ad una storia che riesca a tenere il passo con le pressoché perfette stagioni precedenti? D’altro canto si sa, mettere mano su un prodotto come Boris non è assolutamente semplice – perfino per gli autori stessi – soprattutto considerando le altissime aspettative dei fan della serie.
Naturalmente, in soli due episodi non possiamo darvi un giudizio completo, ma possiamo farvi tirare un sospiro di sollievo, perché per il momento la quarta stagione di Boris convince e promette di stupire sempre di più, una puntata alla volta.

La trama

Boris. Sono passati più di dieci anni e tutto è cambiato. La morente tv generalista – con i suoi medici buoni e le paternali contro la droga – è ancora più morente e perfino René (Francesco Pannofino) e i suoi amici ora lavorano per una Piattaforma globale. La serie che René deve girare stavolta è Vita di Gesù, da un’idea di Stanis La Rochelle (Pietro Sermonti). Che non solo vestirà i panni del protagonista, notoriamente morto a 33 anni quando lui ne ha 50, ma anche quelli di produttore, con la sua SNIP (So Not Italian Production). Stanis l’ha fondata con Corinna (Carolina Crescentini), che da qualche anno è anche sua moglie. La scrittura di Vita di Gesù è stata affidata ai soliti tre sceneggiatori. Coproduttore e organizzatore è Lopez (Antonio Catania), che, in pensione dalla Rete, si è reinventato produttore con la sua QQQ (Qualità, Qualità, Qualità). L’occasione da non lasciarsi sfuggire è che la Piattaforma europea più importante sta seriamente prendendo in considerazione il progetto ma, prima del via libera definitivo, serve l’approvazione delle sceneggiature (il “lock”) da parte dell’Algoritmo. Tutto sembra procedere bene ma cosa comporterà lavorare sotto questo nuovo padrone? René saprà approfittare della nuova occasione per girare una serie finalmente di qualità, ma soprattutto i nostri sapranno adattarsi al mondo che è cambiato così rapidamente?

Come vi abbiamo già anticipato, anche se abbiamo potuto vedere soltanto i primi due episodi di questa nuova stagione, possiamo già farci un’idea della direzione che che prenderà. Non mancano infatti la tagliente ironia a cui eravamo abituati, per non parlare di tutte le controversie che aleggiano sul set, tra nepotismo, criminalità, lavoro nero e quant’altro. Anche i personaggi che tanto avevamo amato sono tornati più in forma che mai, scalfiti dal tempo soltanto nell’aspetto, ma non nello spirito, con i loro drammi, i loro difetti e le loro manie. Protagonisti, tutti, di un passato che non tornerà, ma al tempo stesso in lotta per rimanere al passo coi tempi, dove la televisione e il suo pubblico sono cambiati e non si accontentano più di storie scialbe alla Occhi del Cuore. Siamo in un mondo nuovo, dove “le merde diventano capoccia” e dove i vecchi protagonisti – un tempo celebri e invincibili – sperano di ritagliarsi il proprio posto, nonostante continuino a credere in un altro tipo di televisione.
Se agli inizi degli anni 2000, Boris era riuscita a dare un ritratto perfetto delle fiction di allora, adesso prende di mira l’infinito universo delle piattaforme streaming, governate dal mercato americano. Non c’è più il Dottor Cane al comando, stavolta il vero manipolatore è l’Algoritmo, un’intelligenza artificiale in grado di scegliere le “migliori” linee narrative a seconda dei trend del momento. Un algoritmo che, tuttavia, pur all’apparenza più inclusivo e moderno, finisce per snaturare la sceneggiatura del nuovo progetto di René. Insomma, “tutto deve cambiare perché nulla cambi”, tanto per citare Tomasi di Lampedusa.

E a proposito di inclusività, possiamo già svelarvi che i primi due episodi si sono soffermati proprio su questo tema, insieme a quello del politicamente corretto. Tematiche che, di nuovo, Boris sa affrontare senza prendersi troppo sul serio, soprattutto senza dare adito a speculazioni ideologiche.
Si sa che la serie preferisce il riso al pianto, per questo – anche quando vengono affrontati argomenti più delicati – Ciarrapico e Vendruscolo riescono a esorcizzare in maniera vincente la paura del tempo che passa, delle delusioni, perfino della morte. Ciò lo si vede nel bellissimo omaggio fatto ad Itala – e di riflesso all’attrice che la interpretava, Roberta Fiorentini – e a Mattia Torre, uno dei tre sceneggiatori scomparso prematuramente, ma che comunque continua ad essere presente e a lavorare (anche nella serie) insieme agli altri suoi compagni.

Conclusioni

Insomma, queste prime due puntate di Boris ci fanno ben sperare per il proseguimento della serie, nonostante qualche citazione di troppo (ma che comunque non disturba il ritmo della narrazione) ai capitoli precedenti. Altrettante sono, però, le nuove battute che sappiamo già diventeranno indimenticabili, soprattutto sui social.
Anche se siamo ancora all’inizio, di una cosa siamo certi, che Boris rimane fedele ad un unico mantra: un’altra televisione in Italia è davvero impossibile.

La quarta stagione di Boris è in arrivo mercoledì 26 ottobre su Disney+.

Leggi qui la nostra retrospettiva di Boris