Bravely Default II arriva su Nintendo Switch.
Nintendo 3DS è stata la casa di molti JRPG di successo. Fra i vari titoli usciti nel corso del suo lungo periodo d’attività, la serie di Bravely Default è una di quelle ad aver ottenuto più consensi con i due capitoli pubblicati in questi anni.
Nintendo Switch sembra voler raccogliere il testimone della console dal doppio schermo, ed ecco che Square Enix, dopo l’ottima parentesi di Octopath Traveler (con il quale condivide parte del team creativo ed artistico), torna sui sui passi annunciando Bravely Default II, nuovo capitolo della saga degli Eroi della Luce.
Brand New World
Già come era stato possibile provare con la demo rilasciata nelle scorse settimane, Bravely Default II punta a riproporre su Nintendo Switch lo stesso stile del capitolo originale, ovvero quello del JRPG di stampo classico ma che si affaccia alle nuove generazioni di videogiocatori, avvalendosi di idee e meccaniche fresche, ponendolo in quella cerchia di giochi di ruolo giapponesi dal appeal moderno come lo sono stati il già citato Octopath Traveler o Persona 5.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, per una certa confusione creatasi in fase di “nomenclatura” Bravely Default II non è un seguito diretto del primo capitolo (a quello ci ha pensato Bravely Second), ma un’avventura inedita che ci vede protagonisti un nuovo cast di eroi e nuove storie, il tutto legato dal tema “classico” degli eroi della luce e della loro lotta nel respingere l’Oblio della Notte, una calamità pronta ad abbattersi sul mondo, sovvertendone l’ordine naturale degli eventi.
Ed è infatti partendo da queste premesse che il nostro protagonista, Seth, si unirà ad un gruppo di eroi, capitanato dalla principessa del regno di Musa, per partire alla ricerca dei 4 Cristalli (Fuoco, Acqua, Vento e Terra) che sono stati rubati dalla loro terra natale gettando il mondo nella sventura. Se l’incipit è dei più classici, Bravely Default II mostra subito il lato ad un’ottima scrittura dei personaggi, che si, viaggiano sul filo dello stereotipo, ma riescono grazie alla loro caratterizzazione ad affascinare il giocatore.
Nelle prime ore passate con Bravely Default II abbiamo potuto muovere i primi passi in un nuovo mondo, visitando alcune delle location del gioco e a mettere insieme i primi frammenti di una storia che promette di esplodere proprio quando la raccolta dei 4 cristalli troverà il suo compimento. Chi ha avuto modo di giocare i primi capitoli della serie però sa già quanto a livello narrativo, entrambi i titoli siano riusciti ad impressionare con i loro plot twist piazzati ad arte, che di colpo stravolgevano gli eventi narrati. E non è da escludere che in questo Bravely Default II avvenga lo stesso, cogliendo impreparati i giocatori quando meno se lo aspettano, e perché no, magari concedendosi qualche collegamento inaspettato anche con i precedenti capitoli.
Brave/Default
La nostra prova ci ha anche permesso di mettere mano al sistema di combattimento di Bravely Default II, che com’era prevedibile già dalla demo non va a stravolgerne troppo le meccaniche, ma tuttavia ne lima qualche aspetto, oliando un sistema di per sé già funzionale.
Come abbiamo detto, Bravely Default II si propone come un JRPG a turni di stampo classico. Questa classicità però viene stravolta da diverse meccaniche che vanno ad influire sugli esiti degli scontri e prendono il nome di Brave e Default.
Attivando il Brave, potremo sfruttare i PB (Punti Brave) per eseguire altrettante azioni, fino ad un massimo di 4, nello stesso turno. Ad esempio sarà possibile attaccare, ma anche curarsi o usare oggetti di supporto. In questo modo il nostro personaggio potrà sferrare tutto il suo potenziale contro il nemico, sfruttando attacchi e azioni multiple. I PB però saranno limitati, e per essere caricati dovremo aspettare diversi turni prima di poter tornare a combattere, lasciando il personaggio indifeso nel caso la battaglia si protragga nel tempo.
Al contrario selezionando Default andremo ad accumulare PB. In questo caso il personaggio che si avvarrà del comando entrerà in uno stato difensivo, e una volta ottenuti i punti necessari potrà entrare in Brave, senza il rischio di rimanere scoperto nei turni successivi.
Per quanto questo sistema funzioni benissimo, non esiste una regola generale su quando usare il Brave o il Default, lasciando al giocatore piena libertà d’azione, con il rischio di incappare in un game over se non si presta la dovuta attenzione e non si vanno a bilanciare bene i ritmi del gioco. E la dimostrazione più grande l’abbiamo proprio contro i potentissimi boss, che richiederanno uno studio maggiore delle loro azioni, e su come e quando usare le varie opzioni d’attacco, per non venire spazzati via nel giro di una manciata di turni.
Ma il sistema Brave/Default non sarebbe nulla però senza il suo immenso Job System basato sull’uso degli Asterischi. Questi, permetteranno al nostro party di cambiare classe ai personaggi e di accedere ad una serie di nuove abilità esclusive a seconda dell’asterisco scelto. Si va dai job classici come il Mago Bianco o Nero, al Monaco e Tuttofare a classi più estrose come lo Scommettitore, che basa i suoi attacchi sulla fortuna o il Pittomante, che grazie all’uso della vernice applicherà buff e malus a nemici e compagni.
Livellando ogni Asterisco si otterranno nuove azioni, così come abilità passive, che potranno essere equipaggiate indipendentemente dalla classe in uso. Sempre parlando degli Asterischi, sarà possibile assegnarne due per ogni membro del party, uno primario dal qualche attingerà non solo le abilità ma anche le varie statistiche (attacco, difesa, magia, velocità, ecc.) e uno secondario, utile per espandere il set di azioni del personaggio, e perché no creare combinazioni di effetti.
Sperimentare con gli asterischi è il cuore del battle system di Bravely Default, e in questo nuovo capitolo si nota quanto ancora l’aspetto delle classi rappresenti un punto fisso della serie da scoprire e testare per trarre il meglio da questo sistema.
JRPG 2.0
Non mancano poi dei miglioramenti al quality of life del gioco, che rendono Bravely Default II quel JRPG moderno che abbiamo descritto in apertura. Le battaglie possono essere velocizzate per rendere gli scontri più semplici mai stancanti, con la possibilità di ripetere l’ultimo set di azioni eseguite, in maniera indipendente per ogni personaggio.
Anche l’esplorazione dei dungeon è stata rivista. Strutturalmente l’impostazione a corridoi resta la stessa del passato, ma adesso è possibile vedere i nemici a video, salutando per sempre gli scontri casuali, con la possibilità di concatenare più battaglie insieme, o di attirare più nemici grazie a delle esche nel caso ci si dedichi al grinding selvaggio.
Assente ingiustificata invece una mappa del dungeon, cosa che in alcuni frangenti rende l’esplorazione un po’ dispersiva nonostante un indicatore ci segnali sempre la meta degli obiettivi primari e delle secondarie. Presente invece nell’overworld, con una soluzione che permette di attivarla e disattivarla a piacere per non invadere troppo l’area di gioco, fa nascere domande sul perché non sia stata inserita in egual modo anche per i dungeon del gioco.
L’ultima analisi di questa anteprima si concentra invece sugli aspetti artistici di Bravely Default II. Graficamente ci troviamo di fronte ad un prodotto pregevole, sia in docked che in portatile. Uno stile che riprende quello “disegnato a mano” dei precedenti per quanto riguarda il world building, nato per sfruttare le funzionalità tridimensionali della console, ma che resta funzionale e d’effetto pure su Switch, con una resa affascinante per quanto riguarda il lato artistico.
Più soggettivo invece il design dei personaggi, che abbandona il tratto stilizzato dei vecchi titoli, per dei modelli più dettagliati, pur restando nel campo del “chibi” e del “super deformed” tipico di certe produzioni tipicamente giapponesi. Nonostante questo cambio di rotta che potrebbe non convincere a pieno i fan dei precedenti “Bravely”, nell’insieme funziona tutto alla grande. L’effetto sfocatura applicato al gioco (disattivabile in qualsiasi momento, salvandoci da qualche rallentamento di troppo), che riprende lo stesso concetto di Octopath Traveler, rende invece le varie ambientazioni dei piccoli diorami e i personaggi delle action figure in miniatura, a mo’ di Nendoroid.
Ritroviamo, oltre alla presenza del dual audio (jap/eng), anche REVO, che si mette alla guida della colonna sonora per un ritorno alle atmosfere fantasy del primo capitolo.
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