Cherry-Innocenza Perduta, ecco la recensione del nuovo film dei fratelli Russo
Finalmente è disponibile su Appletv+ “Cherry – Innocenza Perduta”, il nuovo film dei fratelli Russo con protagonista Tom Holland. La pellicola inizialmente prevista solo per le sale è stata acquistata lo scorso hanno da Apple che l’ha così inserita all’interno del catalogo della sua poco conosciuta piattaforma streaming a partire dal 12 marzo 2021, prima di uscire nei cinema al momento aperti.
“Cherry” è il primo film che vede i Russo alla regia dopo l’acclamato “Avengers End Game”. Nonostante si sia tanto sentito parlare di “Extraction”, film Netflix con protagonista Chris Hemsworth, la pellicola coinvolgeva i registi solo a livello produttivo.
Come ormai da prassi i due registi decido di approcciarsi ad un nuovo progetto affiancandosi ad un volto ben noto in casa Marvel Studios. Questa è stata la volta di Tom Holland, lo Spider-Man della nuova trilogia, che grazie ad una regia sapiente e consapevole dei propri mezzi regala un’interpretazione eccellente.
Ecco la nostra recensione del nuovo film dei fratelli Russo, “Cherry-Innocenza Perduta“.
Il trailer
LA TRAMA
La trama di Cherry è semplice e lineare: durante l’intero film seguiamo la storia di un giovane ragazzo americano, dalla giovinezza fino all’età matura, che senza essere spinto dallo spirito del dovere ma per circostanze del tutto fortuite decide di arruolarsi nell’esercito. La narrazione è profondamente segnata da questa scelta. La vita del protagonista subisce una forte svolta con l’approcciarsi ai crimini di guerra. Una volta tornato in patria il ragazzo infatti soffre di stress post traumatico che purtroppo nessuna persona a lui vicina, nemmeno il medico, prende sul serio. La sofferenza del protagonista viene messa a tacere da lui stesso con l’abuso di droghe e alcol portandolo a commettere rapine costanti pur di racimolare il denaro sufficiente per procurarsi le sostanze che lo tengono lontano dalla cruda realtà.
ECCO LA RECENSIONE SENZA SPOILER di CHERRY-Innocenza Perduta
Il film, tratto dall’opera omonima, ed in parte autobiografica, di Nico Walker, è ben suddiviso in più parti a cui si aggiungono, come un vero e proprio romanzo, un prologo ed un epilogo. L’inizio di ciascuna delle varie parti è segnalata da un titolo e da una piccola sequenza video in cui è stata apposto un filtro marcatamente rosso. Un rosso vivo, acceso che immediatamente richiama l’attenzione dello spettatore, metafora del sangue che il protagonista è tenuto a far cessare di scorrere durante la sua spedizione in Irak, richiamo al colore delle ciliegie (traduzione letterale del titolo) ed al daltonismo del personaggio di Tom Holland.
Le varie parti segnano anche la graduale perdita d’innocenza del protagonista. Dal giovane ragazzo distratto e sbadato arruolandosi come soccorritore perde ogni briciolo di innocenza e purezza. È costretto ad assistere alla crudeltà ed efferatezza della guerra come non avrebbe mai immaginato. I suoi superiori, complice anche la comicità che in parte permea il film, non l’hanno preparato alla devastazione che l’avrebbe coinvolto. Si sente catapultato in una nuova realtà e questo cambia la sua intera prospettiva del mondo e della vita in generale.
Il protagonista è distrutto dai due anni nell’esercito e dal PTSD (Disturbo Post-Traumatico da Stress) che assieme all’abuso di droghe costituisce la tematica principale affrontata nel film.
La storia d’amore tossica tra il protagonista ed Emily è ben gestita e rappresentata sullo schermo anche grazie all’ottima interpretazione della giovanissima Ciara Bravo, volto quasi semi sconosciuto al grande pubblico.
Se fino a questo momento vi siete chiesti quale sia il nome del protagonista non vi preoccupate anche io mi sono posta la stessa domanda. Il personaggio interpretato da Tom Holland non ha un vero e proprio nome ma solo un soprannome, Cherry. Scelta che posso comprendere ma il rischio di ricreare l’effetto Tenet è dietro l’angolo.
L’alternanza di stili e di emozioni è una delle caratteristiche principali della pellicola che è tutto tranne che una semplice dramma d’autore. La commedia, il dramma ed il war movie si alternano ed intersecano nelle varie scene. Se nella prima parte prevale la componente comedy col passaggio al lato più crudo della guerra è il dramma a farla da protagonista. I fratelli Russo che nei film Marvel hanno potuto imporre la loro visione autoriale fino ad un certo punto, sono qui riusciti a mostrare senza vincoli la loro vena d’autore scoperchiando le loro abilità. Sicuramente ho trovato la seconda parte, in cui sono il war ed il gangster movie i protagonisti delle scene, molto più convincente della prima. I Russo sono garanzia di scene d’azione ben dirette e di scene drammatiche in grado di emozionare e coinvolgere lo spettatore. La parte comedy non convince a pieno.
Tom Holland in una veste quasi inedita, solo ne “Le strade del male” ha interpretato un personaggio simile, emoziona e sconvolge. Passa da scene comiche a drammatiche e d’azione con una semplicità sorprendete restando credibile in tutte le situazioni. Il “bimbo ragno” è maturo e in piena ascesa come mai prima d’ora. In nessuna sequenza Holland evoca il tuo alter ego.
Il protagonista accompagna con la sua voce in voice over tutto il film, sfondando anche la quarta parete. Se inizialmente è piacevole e confortante via via che l’intreccio prosegue lo stilema diventa eccessivo, ingombrante e persistente. Priva l’immagine della sua forza e taglia e blocca la tensione.
Da segnalare la non riuscita del tentativo di invecchiamento su Tom Holland. Per tutto il film nonostante gli anni stiano scorrendo il volto dell’attore resta costante, cambia solo il taglio di capelli. L’unica volta, nei minuti finali, in cui con il trucco protestetico Tom Holland viene trasformato in un adulto maturo il risultato è disastroso. A tratti imbarazzante. Era meglio lasciarlo al naturale.