L’Unione europea avrà una nuova legge sul copyright. Al momento, però, è stata approvata solo la proposta di riforma che ora passerà ai legislatori.
Sono passati due mesi dal primo rinvio, ma oggi il Parlamento europeo, riunitosi a Strasburgo in seduta plenaria, ha approvato la proposta di riforma della legge sul Copyright con 438 voti a favore, 226 contrari e 39 astenuti. A maggioranza è stato anche adottato il mandato per iniziare i negoziati con il Consiglio e la Commissione Europea necessari per arrivare alla formazione del testo legislativo finale.
Il relatore del provvedimento è il popolare tedesco Axel Voss che ha festeggiato il risultato dichiarando che si tratta di un buon segnale per l’industria creativa e culturale europea e ha ringraziato tutti i colleghi che hanno permesso questa vittoria. Anche il vicepresidente della Commissione Europea al mercato digitale Andrus Ansip e la commissaria al digitale Mariya Gabriel hanno apprezzato il risultato promettendo una celere discussione tra i legislatori così da poter portare la creazione della legge entro la fine di quest’anno. Infine è arrivato il tweet del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che ha definito il risultato di oggi una vittoria per tutti i cittadini perché finalmente il Parlamento europeo ha deciso di difendere la cultura e la creatività europea e italiana, mettendo fine al far-west digitale.
Non sono mancati nemmeno i commenti contrari a questa decisione soprattutto dagli esponenti della sinistra europea (Gue), i Verdi e Leu. Sulla stessa posizione duramente negativa tutti i movimenti sovranisti e populisti: dalla Lega agli ungheresi di Orban, dall’estrema destra francese al M5S.
Ma cosa è stato approvato di preciso oggi? Esattamente alcune modifiche proposte proprio da Axel Voss agli articoli 11 e 13 della proposta di direttiva sul copyright che erano stati contestati in una campagna a favore della libertà di internet. L’attuale direttiva sul copyright vigente nell’Unione Europea è datata 2001 e in 17 anni, ovviamente, le cose cambiano. Tutto, come già affermato, si è basato su ben 252 emendamenti apportati agli articoli 11 e 13, ma in cosa consistono?
Secondo il testo adottato dall’Europarlamento, i big della rete dovranno remunerare i contenuti prodotti da artisti e giornalisti, mentre le piccole e micro piattaforme saranno escluse dal campo di applicazione della direttiva. Gli hyperlink “accompagnati da singole parole” si potranno condividere senza problemi e ai giornalisti o blogger andrà una quota della remunerazione ottenuta dalla loro casa editrice. Il testo approvato ha subìto alcune modifiche rispetto alla proposta della commissione Affari giuridici bocciata a giugno. Secondo l’Europarlamento molte delle modifiche apportate dall’Assemblea alla proposta originaria della Commissione europea “mirano a garantire che i creativi, in particolare musicisti, artisti, interpreti e sceneggiatori, nonché editori e giornalisti, siano remunerati per il loro lavoro quando questo è utilizzato da piattaforme di condivisione come YouTube o Facebook e aggregatori di notizie come Google News”.
In breve l’art. 11 stabilisce una tutela giuridica per i materiali prodotti dalle testate giornalistiche di tutti i tipi (carta e web). La tutela consiste nella possibilità di vietarne l’utilizzo da parte di terzi o di negoziare un compenso con chi li vuole usare per diffonderli tra il pubblico. L’art. 13 ripropone la stessa questione per quanto riguarda le grandi piattaforme social (come Facebook e Youtube) in particolare per quanto riguarda i video. Anche qui si tratta di tutelare i materiali prodotti dagli editori che non potranno circolare senza un accordo della piattaforma con l’editore.
Inoltre i link non prendono parte a questa legge sul copyright e siti come Wikipedia sono stati esclusi da questi articoli. Infatti il testo specifica che il caricamento di contenuti su enciclopedie online che non hanno fini commerciali sarà automaticamente escluso dall’obbligo di rispettare le nuove regole sul copyright.