Crash Bandicoot N. Sane Trilogy – Recensione

Noi tutti, nella teca dei ricordi, custodiamo con grande gioia la nostalgia che ci lega a titoli del passato. Crash Bandicoot è uno dei personaggi che meglio rappresenta il tornare bimbi al solo rimembrare. L’accendere la vecchia cara Playstation per giocarci faceva parte della routine, trascorrere in maniera spensierata quelle ore di gioco è ancora estremamente vivido nella nostra memoria. La notizia di un team di sviluppo, nel nostro caso Vicarious Visions, a lavoro sulla trasposizione per console di nuova generazione di un titolo così di blasone, ha generato grande gioia nei fan e allo stesso tempo un po’ di timore. La gioia può anche non essere spiegata, i motivi li conosciamo già, il timore? Beh, c’è sempre il rischio di rovinare qualcosa di bello, di macchiare la rappresentazione del bandicoot più amato dell’universo videoludico. Una cosa ve l’anticipiamo: non è questo il caso, Crash Bandicoot N. Sane Trilogy è un gioiello, di quelli che se spolveri, tornano a brillare ancor più di quanto non lo facessero in passato.

APPUNTAMENTO CON LA STORIA

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, racchiude, per l’appunto, i primi tre titoli rilasciati su Playstation e aventi come protagonista il vivacissimo animaletto peloso, Crash. I tre giochi, sviluppati dagli ormai pluripremiati Naughty Dog, hanno segnato una svolta epocale per la prima console di casa Sony: Crash Bandicoot, può essere considerato a tutti gli effetti la primissima grande mascotte dell’universo Playstation. La trilogia, ovviamente, mantiene il medesimo canovaccio narrativo ma si rinnova, e anche parecchio, dal punti di vista tecnico, restituendo un’immagine definitiva stracolma di dettagli e migliorie grafiche. Crash è il risultato del folle esperimento di Neo Cortex, qualcosa, però, va storto e il vivace marsupiale arancione riesce a sfuggire alle grinfie dello scienziato. Un solo piccolo dettaglio: Tawna, la sua fidanzata, è ancora tenuta prigioniera ed il povero Crash è costretto a superare una serie di livelli di difficoltà crescente, per riuscire a liberarla. La location, in questo primo capitolo rimane, per l’intera durata dell’avventura, più o meno sempre simile. Il level design, però, con l’avanzare del gioco, ci mette di fronte a trovate sempre più complesse. Rapidità e precisione diventano strumenti fondamentali per non ritrovarsi in un batter d’occhio con pochissime vite. Il lavoro svolto dal team Vicarious è fin da subito palese, lasciata immutata l’originale e poco permissiva legnosità del gameplay, gli sviluppatori hanno donato nuova linfa ad un titolo rilasciato ben ventuno anni fa. La componente tropicale del complesso di isole ne esce rinnovata e ancor più brillante. I livelli, invece, si susseguono con la famigliare linearità in quella che funge da vera e propria hub di selezione.

FEELING IMMUTATO

Il successo raggiunto con Crash Bandicoot spinse Naughty Dog a svilupparne un seguito: Crash Bandicoot 2: Il Ritorno di Cortex! Il povero marsupiale, questa volta, sarà costretto da Cortex a raccogliere dei cristalli in grado, se riuniti tutti, di dominare il mondo. In Crash Bandicoot N. Sane Trilogy, la prima novità che salta subito all’occhio e che lo differenzia dal primo capitolo, è la divisione dei livelli e della stanza di selezione. La formula è un 5×5, con, appunto, cinque mini hub formate da 5 livelli e la possibilità di scegliere l’ordine con cui affrontarli. Le novità non finiscono qui, gli sviluppatori, presa coscienza dei propri mezzi, hanno proposto un’offerta più varia e immersiva. Si susseguono location quasi sempre diverse e trovate di gameplay che rendono estremamente vario il titolo. Gli esempi sono diversi: ci troveremo a solcare i cieli a bordo di un aeroplano, cavalcheremo un orso polare, fuggiremo da un masso gigantesco. Anche il nostro amato Crash apparirà più fluido nei movimenti e ci renderemo subito conto che oltre alle due mosse base del primo capitolo (vortice e salto), sarà ora in grado di chinarsi per passare dagli spazi più angusti e di compiere una scivolata per abbattere i nemici. Il feeling con questo capitolo è rimasto pressoché immutato, i nostri occhi hanno gioito però, nel vedere tanta varietà riproposta con estrema cura e attenzione per il dettaglio. Le grandi vette vengono toccate dal capitolo definitivo: Crash Bandicoot 3: Warped! Il terzo capitolo della saga è il frutto di tutto l’esperienza incamerata dal tema di sviluppo. Warped propone ancora una volta una hub 5×5, ed introduce la novità dell’abilità aggiuntiva all’abbattimento del boss, per un totale di cinque abilità aggiuntive. Queste regaleranno ore in più di divertimento poiché essenziali nel replay di alcuni livelli, il fine? L’ottenere tutti i collezionabili. In Warped, inoltre, vengono inserite le stanze segrete, sbloccabili solo grazie ad alcune particolari gemme.

COME DARE VITA AD UN SUCCESSO NOSTALGICO

Il team di Vicarious Visions ha avuto l’onore ma soprattutto il merito di regalarci un degno ritorno al passato. Il remake, poiché di questo si tratta, non è stata un pura e mera operazione commerciale ma un giusto omaggio ad un’icona del mondo videoludico. Il rispetto con il quale il team di sviluppo ha trattato i tre titoli della serie è sorprendente. Crash Bandicoot N. Sane Trilogy riesce nell’intento di regalare ai fan storici del folle marsupiale un’esperienza fantastica, mantenendo immutato il feeling con la trilogia. La veste grafica, totalmente rinnovata, riuscirà ad attrarre anche chi, per questioni anagrafiche, a queste tre piccole perle non si è potuto mai avvicinare. L’utilizzo di Coco Bandicoot come personaggio giocabile anche nei primi capitoli, doppiaggio in italiano e colonna sonora completamente rimasterizzata vanno a completare il quadro di questa grandissima N. Sane Trilogy.

Crash Bandicoot N. Sane Trilogy
Pros
A livello tecnico svolto un lavoro magistrale
Alta rigiocabilità
Lo stesso feeling di vent'anni fa
Cons
Caricamenti troppo lunghi
9
Voto