Da 5 Bloods – Come fratelli è il nuovo film di Spike Lee per Netflix
Il nuovo film di Spike Lee, Da 5 Bloods – Come fratelli, arriva in un momento storico in cui le tensioni razziali, le aggressioni e le ingiustizie sono più vive che mai; in questo senso, gli argomenti affrontati nella pellicola sono quanto mai attuali. Naturalmente Spike Lee non è il solo regista ad aver trattato il tema della discriminazione razziale degli afro-americani, ma pochi sono stati quelli che hanno fatto sentire la propria voce in maniera così forte, toccante, educativa e anche artisticamente rilevante come lui. Lee infatti, a prescindere dal genere di cui si occupa, è sempre in grado di informare il pubblico su quello che succede o è successo nel mondo e su come è cambiato, sia in meglio che in peggio.
In Da 5 Bloods – Come fratelli, Spike Lee è nuovamente riuscito a far sentire la propria voce attraverso la videocamera, dando il suo punto di vista sulla guerra nel Vietnam e su quanto sia stata controversa. Una guerra che è passata alla storia come una delle più ignobili (per quanto ognuna lo sia già per definizione) del nostro mondo, della quale il regista non manca di mostrarne tutti gli incubi e gli orribili ricordi che porta con sé. Traumi, questi, ancora vividi nei protagonisti e che di riflesso coinvolgeranno anche lo spettatore.
Il film infatti non è solo la storia del ricongiungimento di un gruppo di amici e soldati, ma ha come scopo quello di educare al passato le nuove generazioni; emblema di ciò è sicuramente il personaggio di David (Jonathan Majors), figlio del tormentato Paul (Delroy Lindo), che si unisce alla spedizione del padre insieme agli altri tre compagni – o meglio fratelli – e che tramite essi vivrà sulla propria pelle quel pezzo di storia così terribile.
Insomma, da questo film apprendiamo con piacere che Spike Lee è più in forma che mai, a dispetto degli scettici che lo davano ormai per superato.
Da 5 Bloods – Come fratelli, racconta la storia di un gruppo di quattro veterani di guerra afroamericani, che tornano in Vietnam alla ricerca di ciò che rimane del loro caposquadra caduto in guerra e di un tesoro scoperto per caso e sepolto, con la promessa di impossessarsene come riscatto morale di tutta la popolazione nera, più ingiustamente sfruttata durante il conflitto. Nel frattempo si troveranno a dover fare i conti con ciò che la guerra ha lasciato in quei luoghi. Una guerra che nonostante gli anni ancora brucia ed è presente sia nelle vite dei reduci americani, che nella popolazione autoctona.
Il cast è ricco di nomi leggendari del cinema americano e le loro interpretazioni sono incredibili, a cominciare da Clarke Peters nel ruolo dell’affascinante e romantico Otis; Norm Lewis nel personaggio di Eddie, l’animo spensierato e altruista del gruppo; Isiah Whitlock Jr. che interpreta il sagace Melvin e – come già detto sopra – Delroy Lindo nel ruolo di Paul, che ha dato forse il ritratto più toccante di tutti, impersonando un reduce colpito da sindrome da stress post traumatico. Per tutto il film, Paul è come in balìa della corrente, ogni momento è per lui un ricadere continuo dentro la battaglia. In lui è ancora vivo il senso di colpa e il dispiacere per la morte del suo mentore, amico e capo squadra “Stormin” Norman (Chadwick Boseman). Un senso di colpa che, dopo la guerra, lo ha portato ad essere razzista nei confronti degli asiatici e a schierarsi con Donald Trump; una scelta che ho apprezzato particolarmente perché mette lo spettatore di fronte all’ossimoro esistente dell’afro-americano che appoggia un presidente fortemente razzista, proprio nei confronti dei neri. Tocco di classe anche il cappellino da baseball di Paul, con su scritto il famoso slogan “Make America Great Again“.
Dulcis in fundo, troviamo anche l’elegantissimo Jean Reno nel ruolo dello spietato Desroche.
Per la colonna sonora, torna il compositore Terence Blanchard, con cui Spike Lee ha più volte collaborato per i suoi film, regalandoci una musica più che mai potente.
Concludendo, il film è ben riuscito anche dal punto di vista della fotografia, con inquadrature visivamente suggestive e di impatto. Ho apprezzato molto il fatto che le scene flashback della guerra in Vietnam, siano state realizzate come se fossero state girate con l’utilizzo del Super8.
Spike Lee si sa, ha sempre realizzato film che avessero come scopo quello di sensibilizzare ed educare le masse alla non violenza, alla non oppressione razziale, facendone quasi una dichiarazione politica. Da 5 Bloods – Come fratelli forse non sarà così diverso dai suoi altri lavori, ma ha messo la storia al primo posto senza mancare, come già detto, di far sentire la propria voce. Non è solo un film di guerra, ma è un film che ripercorre anche la storia dell’America e delle sue icone nere. Icone, persone prima di tutto, molto spesso dimenticate ma che hanno compiuto gesta memorabili.
Da 5 Bloods – Come fratelli è disponibile su Netflix, ed è assolutamente da non perdere!