Si torna a pilotare i nuovi Arsenal nel seguito di Daemon X Machina!
Uscito inizialmente in esclusiva su Nintendo Switch, per poi approdare in un secondo momento anche su PC, Daemon X Machina è stato per molti un titolo capace di sanare l’enorme buco allo stomaco lasciato da un genere che nel tempo si è un po’ perso per strada, quello degli action con protagonisti i “mecha”, il cui punto di riferimento resta senza dubbio Armored Core. Creato da Kenichiro Tsukuda, un veterano dell’industria che aveva lavorato negli anni a diversi capitoli di Armored Core, Daemon X Machina ne rappresentava quasi un erede spirituale in chiave molto più action ed arcade, conquistando il cuore degli “aficionados” di questo genere.
Purtroppo però i limiti strutturali di Nintendo Switch influirono in parte nello sviluppo del gioco, incidendo su alcuni aspetti come la struttura delle missioni o il comparto tecnico, aspetto in parte corretto con l’uscita su PC.
L’annuncio di Daemon X Machina: Titanic Scion però segna quasi una nuova ripartenza per la serie, un seguito che guarda a più piattaforme e che ne reinventa il suo stesso immaginario. La scelta di un sottotitolo al posto di un seguito numerato indica proprio la volontà di slegarsi in parte agli eventi passati introducendo diverse novità, fra cui l’abbandono dei vecchi e pesanti robottoni del primo capitolo per delle ben più agili e prestanti suite robotiche alla Iron Man.
Curiosi di saperne di più su Daemon X Machina: Titanic Scion? Continuate nella lettura della nostra recensione.
Gli eventi di Titanic Scion si svolgono in un futuro molto lontano, in un mondo segnato da moti colonizzatori e guerre secolari. L’uso intensivo del Femto, l’energia vitale alla base di tutto, ha dato origine ad individui dotati di poteri straordinari, gli Outer, che vennero presto emarginati dalla società in maniera crudele e spietata. La frattura fra l’umanità e gli Outer degenerò in un conflitto devastante che vide i secondi conquistare il potere e instaurare un regime militare autoritario noto come Sovereign Axiom. Sotto il loro dominio, gli umani sopravvissuti al conflitto furono relegati nella Soglia, una terra ostile infestata dagli Immortal, pericolose creature anch’esse frutto delle mutazioni del Femto. Spinti da un desiderio di vendetta nacque il movimento dei Reclaimer, un gruppo di ribelli umani decisi a sovvertire l’ordine imposto dall’Axiom e a riconquistare la libertà perduta. Ed è qua che entriamo in scena noi. Fuggiti miracolosamente da una base Axiom, scenderemo sulla Soglia alla ricerca di protezione. Qua verremo tratti in salvo da un membro dei Reclaimer, che nonostante la nostra natura di Outer ci offrirà tutto l’aiuto necessario per rimetterci in sesto. Per ricambiare il diventeremo dei mercenari aiutando la comunità, nell’attesa che la storia faccia il suo conto e il nostro passato venga a presentarci il conto.
Daemon X Machina: Titanic Scion mostra subito, rispetto al precedente capitolo, un’attitudine maggiore al racconto, più articolato e presente, nonostante di per sé sia una storia abbastanza classica in termini di elementi tramici, basata sul tema della vendetta e della redenzione, e su quello dell’odio razziale, qua messo in scena dallo scontro fra Outer e Reclaimer. Nel corso del gioco avremo modo poi di conoscere ed affrontare anche i Neun, un gruppo di guerrieri elite affiliati con Axiom e nostri ex compagni di squadra, che tenteranno in tutti i modi di reprimere i ribelli. Spetterà quindi a noi contrastare i Neun e scoprire le vere motivazioni dietro alle loro spietate azioni. Avremo quindi una progressione della storia molto più naturale e meno frammentata, mentre la struttura per missioni rimane per le secondarie, che possono essere affrontate in qualsiasi momento, per ottenere bonus e risorse aggiuntive.

Al centro del gioco ci saremo noi e il nostro Arsenal, la suite robotica che potremo pilotare e che ci offrirà tutta la potenza bellica di cui abbiamo bisogno. Abbandonati i pesanti mech del primo episodio, i nuovi Arsenal offrono prestazioni migliori e azioni di movimento ben più agili rispetto al passato, sebbene a livello di gameplay il feeling resta tutto sommato invariato, in termini di controlli e maneggevolezza.
Ogni corazza dell’Arsenal si compone di 5 parti indipendenti, che possono essere equipaggiate e personalizzate in base ai gusti e le esigenze imposte dal gioco, dividendosi in 3 macro categorie come Leggero, Medio e Pesante (con tanto di varianti interne) i cui parametri andranno a formare la tabella delle prestazioni dell’Arsenal, permettendo al giocatore di creare una propria “build” tenendo in conto aspetti come la durevolezza, che ne determina la resistenza, le capacità di lotta, intese come potenza di fuoco e distanza di tiro, e la sua mobilità, che influenza anche aspetti come il consumo di stamina e carburante. Ogni pezzo di equipaggiamento può ospitare al suo interno degli slot accessori, nei quali inserire dei potenziamenti che possono alterare i parametri dell’Arsenal, così da ottenere un boost nelle statistiche generali. Lo stesso principio si applica all’armamentario, che in Titanic Scion si amplia con l’aggiunta di nuove armi sia da mischia, come spade classiche, laser, mazze e lance a quelle da tiro con tutta una varietà fra pistole, mitragliatrici, fucili e laser a ricarica, offrendo ampia scelta su cosa portarci in battaglia. Abbiamo poi anche la possibilità di montare un’ulteriore arma ausiliare sulle spalle dell’Arsenal, così da offrirci fuoco di supporto, mentre uno slot aggiuntivo diventa un “jolly” da usare a piacimento, sia per installare potenti bombe a mano, sia per eventuali caricatori di riserva per aumentare il limite delle munizioni.

L’ottenimento di nuove armi ed equipaggiamenti funziona in maniera non troppo dissimile a quelle del primo capitolo di Daemon X Machina, dove la sconfitta di un nemico o l’apertura di una cassa permette di scegliere uno fra i loot disponibili, che possono essere equipaggiati sul posto o inviati nell’inventario. Tra gli oggetti ottenibili ci sono i Fattori Genetici, elementi che se combinati fra loro permettono di avviare la Fusione, un processo con il quale il nostro personaggio può ottenere tutta una serie di vantaggi evolutivi, a discapito di una mutazione genetica visibile sul nostro corpo. Più vantaggi otterremo tramite la fusione, più gli effetti di quest’ultima si vedranno sul nostro corpo, dapprima con la comparsa di segni di lieve entità, fino a cambiamenti fisici importanti, che potranno essere rimossi solamente ripristinando il corpo alla sua forma iniziale, perdendo ovviamente tutti i vantaggi del caso. Le abilità ottenute però sono un aspetto troppo influente nello schema generale di Titanic Scion per essere snobbate, arricchendo il gameplay con skill, attive e passive, che diventeranno fondamentali nel cuore della battaglia.
Per farvi capire meglio ogni arma possiede un suo set dedicato di abilità, che aggiunge attacchi speciali da utilizzare consumando il Femto, come ad esempio le spade, che possono imparare a seconda della tipologia un potente fendente in schianto sul nemico, sfoderando tutta la potenza possibile in un singolo attacco oppure un multi attacco che vi proietterà fra i nemici colpendoli in successione. Altre aggiungeranno un effetto di stato, mentre le armi da fuoco possono arricchirsi di proiettili curativi. Ci sono poi le abilità generali, che riguardano il nostro personaggio, e anche qua le opzioni si sprecano, aggiungendo al nostro Arsenal alcune abilità peculiari, come l’utilissima schivata automatica, che ci verrà in aiuto durante i combattimenti più accesi o l’utilissimo Miraggio, che crea una copia del nostro mezzo, distraendo i nemici e aumentando la potenza di fuoco in campo.
Le possibilità offerte da questo sistema sono innumerevoli e sperimentare sarà la chiave per ottenere le abilità più interessanti e potenti del gioco.

Tornando a parlare degli equipaggiamenti sarà doveroso anche investire nella ricerca e nello sviluppo di nuovi componenti, che rispetto a quelli ottenuti offrono una resa migliore in termini di statistiche, con la possibilità di entrare in possesso di un armamentario a particelle. Questa tipologia di armatura consente di sfruttare appunto le Armi a Particelle, una sotto categoria che frutta l’energia del Femto e che a seconda del caso può avvalersi di una modalità di fuoco aggiuntiva ed automatica, uno scudo energetico in grado di proteggerci dagli attacchi nemici, o di entrare in modalità alare, garantendoci movimenti ad alta velocità. Un’ulteriore aggiunta che si incastra in un ricco sistema di abilità e parametri consentendoci di sfruttare fino al midollo ogni possibilità del nostro Arsenal.
All’interno della base, dove saremo in grado di equipaggiare il nostro mezzo ed accedere a tutte le opzioni di personalizzazione, potremo anche interfacciarci con un PNG che gestisce la struttura, il quale in cambio di preziosi materiali, ci permetterà di ampliare il nostro rifugio, ampliando l’offerta dei negozi, aumentando i risultati delle fusioni e accedere a nuove funzionalità, come la moto, uno dei diversi mezzi che potremo usare nel corso del gioco e che all’occorrenza si trasforma in un devastante cannone energetico.
Le nuove risorse e materiali saranno ottenibili sconfiggendo nemici e razziandone le ricompense a giro per il pianeta. Un’altra delle novità di Daemon X Machina: Titanic Scion riguarda la struttura del gioco, con l’introduzione di una nuova componente esplorativa, assente nel primo episodio. Qua, strizzando l’occhio a Xenoblade Chronicles X, avremo la possibilità di muoverci in un mondo open map, in una serie di biomi diversi e tutti da esplorare, in lungo e in largo. Fra distese desertiche si perdono a vista d’occhio, rovine di città distrutte dalle continue guerre, fitte foreste e zone montuose, la varietà ambientale non manca. L’esplorazione viene addolcita dalla presenza di alcuni punti dedicati al viaggio rapido, mentre oltre all’Arsenal, per spostarci potremo utilizzare anche la già citata moto, dei veicoli fuoristrada e addirittura montare in groppa ad alcune creature, evitando così di consumare il prezioso Femto, che all’occorrenza può essere rifornito minando gli appositi giacimenti. E per i nostalgici dei mecha super corazzati potremo richiamare l’Armatura Pesante, un potente robot pilotabile attraverso un processo stile matrioska (come avveniva nell’anime di Gordian) e disponibile per un breve periodo di tempo, fin quando la batta dei punti vita non terminerà.
La mappa di gioco ospita poi diversi punti di interesse, come stazioni di rifornimento da attivare, giganteschi world boss da affrontare e le numerose missioni secondarie, che in linea generale offrono un’alternativa abbastanza piacevole alla storia principale.

Come nel primo Daemon X Machina la componente online rappresenta un’attività da non sottovalutare. Sebbene in fase di review non siamo riusciti a trovare nessuno con cui condividere l’esperienza, questa è uno degli aspetti più riusciti del precedente capitolo. Grazie al gioco di gruppo potremo affrontare missioni di storia o i world boss in compagnia, dando maggior senso alle attività legate al farming di materiali, nella speranza di ottenere i giusti drop per sviluppare nuovi equipaggiamenti. Il nuovo contesto open map lo rende ancora più appetibile, mentre l’aggiunta di nuove funzionalità online asincrone, donano un pizzico di vitalità ad un mondo dal grande potenziale, con la comparsa di strutture create da altri o corpi di altri giocatori dai quali potremo recuperare risorse extra.
In generale Daemon X Machina: Titanic Scion compie un netto salto in avanti, andando a migliorare gran parte delle criticità del primo capitolo. La perdita dei mech è un boccone amaro che i fan più incalliti dei robottoni forse non riusciranno a mandare giù, ma il nuovo redesign degli Arsenal raccoglie con onore una pesante eredità.
A livello di controlli e di feedback il mezzo si comporta pressoché in maniera identica, richiedendo una buona manualità nella gestione della suite nel movimento spaziale. Fortunatamente il lock on sui nemici funziona bene, così come il passaggio fra il fuoco a distanza e il combattimento melee avviene in modo fluido e continuativo. L’aggiunta delle abilità, che si vanno ad unire alla già alta mole di azioni eseguibili, ha richiesto l’intervento di combinazioni di tasti per essere eseguite, e spesso nel caos generale dell’azione si ha come l’impressione che qualche input si perda, portando spesso a distrarci nel compiere l’azione desiderata. Il livello di sfida è costante e cresce con lo sviluppo dell’Arsenal, sebbene le boss fight alzino notevolmente la difficoltà, rappresentando il gradino più grosso ad ogni avanzamento di storia, portandoci spesso a rivedere il nostro assetto in favore di pezzi migliori.
Le mappe di gioco sono ben variegate e con diversi punti di interesse, ma forse avrebbero necessitato di qualche evento in più per rendere ancora più varia la vita sul pianeta, un qualcosa che andasse oltre le classiche missioni secondarie o i world boss. Sempre a livello di attività extra potremo cimentarci in un torneo di scontri 1v1, portando la nostra palestra a scalare i ranghi dei combattimenti clandestini, mentre potremo sfidare gli abitanti locali in accese sfide ad un complesso card game, che vi richiederà anche di trovare nuove carte per arricchire i vostri mazzi.

Lato tecnico ci troviamo di fronte ad una evoluzione netta rispetto a Daemon X Machina, reso possibile dalle nuove piattaforme su cui è uscito il gioco. Nonostante questo salto resta di fondo una certa continuità stilistica che ritroviamo nel design sia dei personaggi che delle armature, nuovamente ad opera del maestro Shoji Kawamori, sia nell’uso di un cel-shading avanzato, che permette una resa fortemente cinematografica, soprattutto nelle sequenze animate, che durante i combattimenti più accesi. Su PlayStation 5 il gioco si comporta bene, evidenziando solamente qualche fenomeno di micro stuttering quando si recupera il loot a giro per la mappa, che speriamo venga corretto al lancio con qualche patch. Per il resto Titanic Scion è un titolo solido, piacevole sia da guardare che da giocare. Anche per quanto riguarda i nemici abbiamo un passaggio da mecha e unità robotiche ad un fauna più biomeccanica ed animalesca, senza però perdere quel fascino sci-fi che sprizza da tutte le parti.
Il tutto viene accompagnato da una pungente conolonna sonora metal che martella a più non posso durante le boss fight, rendendo questi i momenti migliori di tutto il gioco. Ogni tanto ci viene anche offerto qualche pezzo cantato, alzando ulteriormente l’asticella della qualità sotto il profilo sonoro.
Immancabile il doppiaggio giapponese, che abbiamo preferito di gran lunga a quello inglese, un po’ più fuori contesto rispetto a quello originale, mentre i testi, come nel primo capitolo sono completamente adattati in lingua italiana.
Daemon X Machina: Titanic Scion è un titolo su cui Marvelous sembra aver voluto puntare molto, rilanciando una serie nata su Nintendo Switch ma destinata ad evolversi in altre forme. Inizialmente l’abbandono dei mech in favore delle armor suite, da fan, è stato un duro colpo, ma una volta preso in mano il pad il feeling è stato lo stesso del passato. Il punto di forza del gioco resta il combattimento e la personalizzazione del mezzo, che adesso gode di molte più possibilità restando però nel campo del genere action arcade, mentre la storia e la struttura di gioco compie un netto passo in avanti rispetto al passato, sebbene si sviluppi in maniera piuttosto classica e senza grandi guizzi creativi in termini di racconto. Nel complesso però se siete amanti di questi genere action a base di combattimenti fra robot, o presunti tali, Daemon X Machina: Titanic Scion merita tutta la vostra attenzione.