Days of Doom mischia vari generi chiedendovi di sopravvivere
Annunciato a inizio settembre in occasione del FEAR FEST 2023 di Feardemic, Days of Doom, il nuovo titolo rogue lite di Atari, è disponibile dal 21 Settembre su tutte le piattaforme.
Si tratta di un rogue lite con elementi GDR e gestionali, che cerca di mischiare tutti i generi in un unico pentolone apocalittico. L’obiettivo? Raggiungere Sanctuary con meno perdite possibile. In caso di sconfitta, bisognerà ricominciare il viaggio ancora e ancora.
Ho passato le scorse due settimana in compagnia dei sopravvissuti di Days of Doom, e sono pronto a parlarvi di pregi e difetti del nuovo titolo di Atari.
Versione Testata: Nintendo Switch
Days of Doom narra un viaggio in un mondo apocalittico, compiuto da un gruppo di sopravvissuti talmente fortunati da non essere stati infettati. Chi per le sue capacità sovrannaturali, chi per le sue abilità tecnologiche, chi semplicemente perché è capace a sopravvivere. L’obiettivo del giocatore è portare i sopravvissuti a Sanctuary, unica salvezza contro la pandemia.
Il viaggio però è più insidioso di quel che sembra, e bisognerà raccogliere risorse specifiche per potenziare la nostra colonia. Il titolo Atari mischia lo strategico a griglia a un rogue lite. La nostra squadra ha una sola vita, e una volta persa andrà sostituita con altri sopravvissuti. Le partite perse però andranno ad arricchire i nostri fondi, permettendoci di potenziare sia il gruppo (ampliandone membri e oggetti) che abilità singole.
Almeno nelle prime ore, Days of Doom è straniante. Si ha proprio la sensazione di non riuscire ad accumulare nulla, di perdere stage dopo stage le proprie unità e non fare abbastanza danni per proseguire. Poi la situazione cambia, di poco, ma cambia. I nemici iniziali diventano più semplici, le mosse del party più efficaci, poco prima di affrontare il boss della zona. E si ricomincia a morire e ad accumulare risorse. Il problema principale è che, a differenza di altri esponenti del genere, il tutto è sempre molto lento, la scelta di unire un rogue lite a uno strategico su griglia, in cui non è possibile accelerare il turno dell’avversario, rende il tutto molto più soporifero del dovuto.
Una volta raccolte le risorse necessarie per allargare il party, il gioco si sblocca, ma queste ricompense sono sempre irrisorie rispetto agli sforzi nel completare gli stage più complicati. Probabilmente è il genere strategico che non si sposa bene con il rogue lite, e che metterà un freno a molti dei giocatori che proveranno ad approcciarsi al titolo di Atari. Sulla griglia durante le battaglie, ci sono diversi ostacoli, che potrete usare per danneggiar ei nemici o modificare il terreno. Purtroppo, non ci sono tutorial specifici, e dovrete testare le diverse mosse e oggetti per scoprirne da soli gli effetti.
Days of Doom non ha mezze misure, e vi getterà subito nell’apocalisse. Un apocalisse super colorata certo, ma pur sempre mortale. Il character design ricorda i fumetti di Joe Madureira, ed è sicuramente tra i punti di forza del gioco, sebbene alcuni nemici siano di un aspetto ultra-generico. Se avrete costanza e soprattutto pazienza però, potrete sbloccare fino a otto divere classi, ognuna con i propri pro e contro ottenibili, ancora una volta, “farmando” risorse.
Proprio per l’aspetto del farming, Nintendo Switch si rivela la casa migliore per il titolo. Partite veloci, anche in pausa tra un gioco e l’altro, potrebbero farvi sentire meno il peso del tempo che scorre raccogliendo risorse. Inoltre è anche un ottimo modo per godersi la colonna sonora strumentale di Jelle Dittmar (Death by Flame, The Playboy Murders). Purtroppo, nella mia prova, la versione Nintendo Switch è crashata un paio di volte, probabilmente errori da poco, che potrebbero venire sistemati da un’eventuale patch al day one.
Scegliendo di mischiare più generi, Day of Doom perde di vista sé stesso, diventando una zuppa fatta con gli avanzi di cosa va di moda in questi anni. Questo, unito a un ritmo di progressione non proprio incalzante, lasciano in ombra il titolo Atari, non permettendogli di avere un posto concreto in mezzo alla miriade d’uscite di questi mesi.