Si torna a caccia di zombie in Dead Rising!
Per chi ha vissuto l’era di transizione fra la sesta e la settima generazione di console, sicuramente si ricorderà con piacere di come Dead Rising rappresentasse in un certo senso quel salto generazionale che ci si aspetta sempre di vedere quando si pensa alle future console.
Il titolo Capcom riprendeva la formula da zombie survival tanto cara di Resident Evil e lo sbatteva in un contesto tragicomico, in un sandbox 3D che anticipava l’avvento degli odierni open world, nel quale l’imperativo era sopravvivere entro un tempo prestabilito per riportare a casa la pellaccia una volta che sul timer fosse scattata l’ora “X”. Il team capitanato da Keiji Inafune confezionò ai tempi un titolo decisamente unico, non solo nella formula di gioco decisamente atipica e non lineare ma anche come titolo “next gen” capace, con le sue orde di zombie, di stupire il giocatore per la mole di nemici a schermo, un risultato fino ad ora impensabile sulle vecchie console.
Nonostante un porting fosse già stato riproposto per i 10 anni del gioco, Capcom decide di dare una nuova rinfrescata ad uno dei suoi giochi più originali, giusto in tempo per la stagione autunnale ed Halloween.
Pronti a scoprire cosa vi aspetta in Dead Rising Deluxe Remaster?
Versione testata: Xbox Series X
La storia di Dead Rising è la più classica di tutti i B movie a base di zombie. Nei panni del fotoreporter Frank West voleremo in Colorado, nella cittadina di Willamette, dove si sta consumando qualcosa di veramente misterioso. Deciso a portare alla luce la verità su quello che sta succedendo a Willamette, Frank si ritroverà di li a poco coinvolto in un’epidemia zombie il cui focolaio è scoppiato proprio il centro commerciale locale.
Uno degli aspetti che più funzionava di Dead Rising, e che ancora oggi tiene banco, era la sua storia decisamente sopra le righe e spesso grottesca, il tutto condito con un filo di comicità che serviva a sgrassare l’aspetto survival e spigoloso del gioco. Si perché anticipando un po’ le mode e i trend dei giochi a mondo aperto, Dead Rising poneva delle regole rigide al giocatore. A partire da un tempo limite in cui completare l’avventura, o almeno la sua prima parte.
A scandire i ritmi del gioco avevamo 72 ore (virtuali) in cui sopravvivere, muovendoci all’interno del centro commerciale ed aiutare i sopravvissuti a scappare da quell’apocalisse zombie. Ogni evento di storia e secondario veniva scandito dal passare del tempo, e mancare l’appuntamento significava per esempio lasciar morire un indifeso sopravvissuto o, ben più grave, gettare alle ortiche qualche caso della storia principale necessario per la progressione. Un sistema particolarmente atipico per il periodo ma al tempo stesso una delle novità sulla quale si reggeva l’intero gioco e che contribuì al suo successo.
Dead Rising è pieno mini eventi, come gli Psicopatici, dei boss rintanati all’interno del centro commerciale che non avranno remore a farci la pelle, o i già citati sopravvissuti da salvare e scortare nella base del centro commerciale, la nostra “safe zone”. Proprio su di loro è cucita una delle meccaniche principali, ovvero la scorta. È possibile infatti salvare fino ad un massimo di 8 persone alla volta, che andranno portate al sicuro fino alla base, destreggiandosi fra le centinaia di zombie che popolano i corridoi del centro commerciale. Ai sopravvissuti potremo assegnare un’arma e ci daranno una mano ad eliminare qualche non morto che incontreremo sul percorso. Alcuni dovranno essere scortati tenendoli per mano, altri ce li dovremo caricare sulle spalle perchè impossibilitati a muoversi.
Rispetto al capitolo originale, in questa Deluxe Remaster è stata migliorata la IA dei vari personaggi secondari, che adesso saranno decisamente più reattivi nell’affrontare i nemici, nel segnalarci punti di interesse e nel muoversi in autonomia mentre cerchiamo di portarli al sicuro, rendendo il tutto meno tedioso che in passato.
Restando in ottica di quality of life, in questa edizione targata 2024 ne troviamo alcune che svecchiano e, in parte, “semplificano” l’esperienza di gioco originale. Fra tutte la presenza di un salvataggio automatico ogni volta che passeremo da una zona all’altra del centro commerciale. Per quanto sembri una banalità, si tratta di un’aggiunta salvavita, che in caso di morte ci permetterà di ripartire dall’inizio della zona, minimizzando eventuali perdite al verificarsi di un game over.
Un altro degli aspetti più criticati durante la sua uscita era la presenza di diversi tempi morti doviti nel dover rispettare certe scadenze e nell’essere nel posto giusto al momento giusto. Adesso, nei pressi dei punti di salvataggio si può far avanzare il tempo, eliminando di fatto attese inutili, in particolar modo nelle modalità aggiuntive che andremo a sbloccare finita la campagna principale di Dead Rising.
C’è poi la possibilità di scegliere fra i comandi originali o quelli rivisti che permettono, fra le varie cose, di sparare mirando, rendendoci meno soggetti agli attacchi dei nemici.
Si tratta di piccole semplici aggiunte, ad oggi basilari, ma che quasi 20 anni fa definivano un gameplay a suo modo innovativo ma spesso fin troppo spigoloso, e siamo sicuri che questi cambiamenti saranno ben accetti anche dai fan di vecchia data, che si ritroveranno fra le mani si un titolo più accessibile, ma al tempo stesso anche più snello e godibile che in passato.
Per tutto il resto invece Dead Rising Deluxe Remaster ripropone la stessa esperienza dell’originale, compreso il sistema di combattimento corpo a corpo basato sull’uso degli oggetti che è possibile raccogliere all’interno del centro commerciale, con l’unica regola del “se è afferrabile può essere usato per picchiare uno zombie”.
Anche il sistema di crescita di Frank West resta invariato, con nuove mosse e abilità che si sbloccheranno salendo di livello completando diverse azioni, dallo sconfiggere gli psicopatici al salvare uno o più sopravvissuti, fino all’immortalare con la nostra fida fotocamera gli orrori di Willamette, stando attenti nel comporre le foto più macabre o particolari, così da ottenere più punti esperienza possibili.
Dead Rising Deluxe Remaster fa un buon uso dell’RE Engine per dare nuova vita ad un gioco pronto a festeggiare i 20 anni di attività e che punta sull’aumento della risoluzione e del frame rate. Tutto trova un miglioramento grafico, dai modelli dei personaggi che godono adesso di una migliore modellazione poligonale, alle ambientazioni di gioco più dettagliate e ricche di elementi. Anche la mole di zombie a video aumenta decisamente rendendo più vivi, si fa per dire, i corridoi del il centro commerciale di Willamette. Sebbene il glow up sia innegabile e palese, restano alcune situazioni dal frame rate non proprio stabile, pop-up di alcuni elementi del fondale e diverse compenetrazioni che spesso sfociano nel comico o ancora un sistema di illuminazione da rivedere in alcuni frangenti.
In questa nuova edizione viene aggiunto però un inedito doppiaggio italiano, tutto sommato di buona qualità e in linea con lo spirito spesso sopra le righe del gioco. Sono state doppiate anche nuove linee di dialogo, rendendo soprattutto i sopravvissuti più propensi al dialogo.
A livello di extra però Capcom non ha aggiunto nulla che possa invogliare i giocatori di vecchia data a tornare a vestire i panni di Frank West, relegando così i costumi bonus all’edizione più costosa del gioco, dando la dimostrazione di aver fatto di un buon lavoro tecnico ma svogliato sotto il profilo contenutistico.
Il ritorno di Frank West e di Dead Rising è un di quegli eventi che fa sempre piacere. Capcom imbelletta uno dei sui classici più amati e lo ripropone al grande pubblico con il pomposo nome di Dead Rising Deluxe Remaster, che date le aggiunte a livello di quality of life e sotto il profilo grafico potrebbe benissimo definirsi una sorta di “remake light”. Le aggiunte, per quanto semplifichino in molti casi il gioco sono un cambio doveroso per adattarlo ai gusti dei giocatori odierni, che si troveranno fra le mani un pezzo di storia del videogioco, oggi più godibile (e godibile) che in passato. Peccato solo per la decisione di Capcom di non arricchire questa edizione con qualche extra che potesse smuovere l’interesse dei fan storici della serie, riproponendo un’esperienza, lato contenutistico, 1 a 1 con il classico Dead Rising.