Death Note: Il regista del film risponde alle accuse di Whitewashing

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Whitewashing. Tutti gli appassionati di cinema avranno sentito almeno una volta questo termine. Infatti viene utilizzato nel contesto filmico per indicare il cambiamento del contesto culturale nelle trasposizioni cinematografiche.

Ed è proprio di questo che è stato accusato Adam Wingard, regista dell’adattamento sul piccolo schermo del manga/anime Death Note. Infatti il film che sarà prodotto da Netflix sarà ambientato nella città americana Seattle invece che in Giappone a Tokyo come nell’originale.

Ma non solo, infatti anche l’attore che vestirà i panni di Light Yagami non sarà giapponese. Probabilmente è stata questa decisione che ha suscitato le critiche maggiori.

Ma il regista si è difeso rispondendo tramite il social Twitter che che non c’è alcun complotto riguardo la rimozione della cultura giapponese ma è solo una fresh version della storia.

https://twitter.com/AdamWingard/status/872236911812780032

Ovviamente non è il primo caso di accuse di whitewashing. Infatti di recente numerose critiche erano state mosse anche verso il remake di Ghost in The Shell che vedeva come protagonista Scarlett Johansson.

La storia

Il film riprenderà la storia trattata nel manga/anime e parlerà di Light Yagami, un ragazzo adolescente che per caso trova un quaderno nero con un’abilità particolare: “L’umano il cui nome verrà scritto su questo quaderno morirà.”

Il quaderno è di proprietà di uno shinigami Ryuk, che è un dio della morte. Ovviamente la serie di omicidi provocati da Light insospettisce l’Interpol che assolda un detective molto particolare che si fa chiamare L, che dotato di una disarmante intelligenza proverà a trovarne il colpevole.

Qui in basso trovate il teaser del tanto contestato film, che sarà disponibile da agosto sulla piattaforma Netflix.

Fonte: Screenrant