Rilasciato solo qualche giorno fa da Netflix, la nuova trasposizione animata di Devilman ha già fatto parlare molto di sé. Per tutti coloro che non conoscono le origini del personaggio risalgono agli anni ’70 dalla mano di Go Nagai, mangaka Giapponese con la passione smisurata per la Divina Commedia. Ancor prima del Devilman come lo conosciamo, Nagai ci aveva dato una breve introduzione di quella che poi sarebbe stata la sua opera massima con Mao Dante. Manga criticatissimo all’epoca e dallo scarso successo.
Trama
Akira Fudo, studente liceale e protagonista dell’Anime, assieme a Ryo si ritrovano ad indagare su alcuni “Sabba” (feste sataniche) durante le quali vengono spessi evocati dei demoni. Durante il “Sabba” Akira viene posseduto da uno dei demoni più potenti, Amon. Da quel momento in poi il nostro protagonista diventa un Devilman; Un uomo con la capacità di potersi trasformare in demone. Akira e Ryo continueranno le loro indagini sui Demoni fino a dimostrare al mondo la loro effettiva esistenza; Una volta dimostrata la loro presenza sulla terra, questa non sarà più la stessa.
La trama è dunque molto semplice nella sua parte iniziale, la parte più interessante arriva nel momento in cui si viene a scoprire l’effettiva presenza dei demoni nel mondo e l’intera umanità entra in una sorta di guerra con sé stessa alla ricerca dei suddetti demoni.
La trasposizione mantiene per intero l’anima dell’opera originale di Nagai ma riesce a re-interpretarla in una chiave moderna. Durante la visione ho molto spesso immaginato quanto un prodotto del genere potrebbe addirittura essere più apprezzato dell’opera originale; Sia per la facilità di fruizione che per il tempo in cui è uscita.
La serie iniziale di Devilman è stata più volete stroncata a causa della violenza delle scene e dei temi trattati. Oggi come oggi è invece molto più facile immaginare di poter tranquillamente vedere prodotti di questo genere.
Come accennato la violenza è una costante in questa serie (Ed è giusto che sia così). Ma non è mai insensata. Quello che Nagai all’epoca (Come ora) voleva farci capire era il concetto di “Mostro” e non i mostri stessi.
Scoperta l’esistenza dei demoni, non ci si riesce più a fidare di nessuno, chiunque può esserlo quindi chiunque va eliminato. Di base lo stesso concetto che ha fatto di “The Walking Dead” uno dei comics più apprezzati di sempre.
Uomo contro Uomo.
Riuscite ad immaginare lo scandalo che un’opera del genere può aver creato almeno 40 anni fa?
Il “nuovo” Devilman riesce a re-incarnare perfettamente lo stesso nucleo ma attualizzandolo ancor di più.
Sicuramente è un prodotto che l’utenza media non apprezzerà e che anzi, a tratti potrebbe dar addirittura fastidio. Ci sentiamo inoltre di affermare che a causa delle sue scene di violenza potrebbe ben presto essere molto criticato.
Produzione
Ottimo lavoro dunque quello del regista Masaaki Yuasa?
Si. Sotto ogni punto di vista. I disegni potrebbero risultare inizialmente fastidiosi se si è abituati a qualcosa di molto più moderno, ma dopo la visione già del primo episodio si comincia ad apprezzarli sempre più. Musiche ad opera di Kensuke Ushio, non esattamente il “mio” genere musicale ma vi ritroverete a pensare continuamente che in quel contesto non ci sarebbe potuta essere colonna sonora più adatta.
Conclusioni
Che dire allora di questo Devilman?
Consigliato? Si. Mille volte si. Se siete un pubblico facilmente impressionabile potete tranquillamente saltare e passare ad altro. Se invece avete voglia di scoprire un prodotto dai molteplici livelli di interpretazione Crybaby fa al caso vostro. Nagai deve essere molto fiero di ciò che Netflix è riuscito a realizzare, dando, finalmente, una degna trasposizione ad uno dei manga che è riuscito a fare la storia del fumetto e che ancora oggi, dopo anni, ha molto da insegnare.
Ci vogliono fare impazzire tutti! Farci danzare impazziti al suono del flauto del Demonio! [Cit.]
Di seguito il trailer ufficiale:
Fateci sapere la vostra su Devilman Crybaby.