Dragon Trainer 3 – Il mondo Nascosto – Recensione

Dragon Trainer 3
®Dreamworks

Concludere una trilogia non è mai semplice, soprattutto se si tratta di un brand su cui il pubblico nutre enormi aspettative.Riuscire a dare il giusto senso di chiusura è un onere non indifferente e non sempre i risultati sono soddisfacenti, anzi spesso il terzo capitolo è quello cverso cui i fan mostrano maggiore criticità. Va da sé che tanti aspettavano con non poca ansia Dragon trainer- Il Mondo Nascosto, lamentandosi già del fatto che dal trailer sembrasse esserew abbastanza semplice e che si potesse capire dove sarebbe andato a parare. Ma per fortuna in casa Dreamworks hanno pensato a tutto e le sorprese nopn sono mancate. La storia iniziata anni fa si conclude in maniera perfetta e il rapporto tra Hiccup e Sdentato è sviluppato in maniera coerente, sottolineando la crescita di entrambi, nonostante la vicenda qui raccontata si svolga appena un anno dopo rispetto a quella del secondo film. Da una parte il giovane protagonista deve far fronte alle responsabilità di essere il capo del villaggio di Berk, costantemente convinto di non essere all’altezza del padre, dall’altra il suo drago si ritrova per la prima volta di fronte a un esemplare femminile di Furia Buia (una Furia Chiara, per la precisione), situazione che porterà a siparietti divertenti, ma anche teneri e in alcuni casi toccanti. A fare da cornice al tutto ci sono animazioni impeccabili, le sole, attualmente, che rendono la saga di Dragon Trainer in grado di rivaleggiare con le pellicole della Pixar e della Disney Animation Studios, un’estetica a dir poco spettacolare e la colonna sonora potentissima.

Va però detto che, rispetto ai capitoli precedenti, quello conclusivo pecca di superficialità nella caratterizzazione dei personaggi. Anche quelli già conosciuti si riducono a macchiette divertenti, ma senza una reale profondità, compresa Valka, la madre di Hiccup, che non ha la rilevanza che ci si sarebbe aspettati dopo il secondo capitolo della trilogia e compare solo ogni tanto per sciorinare perle di saggezza spicciola. Al di là dei protagonisti, che in effetti godono di un enorme approfondimento psicologico, rimane ben poco, a livello di esplorazione dei vari caratteri. Il villain, Grimmel, è carismatico, ad esempio, ma solo da un punto di vista superficiale: il suo backround è pressochè inesistente e rispetto a Drago Bludqvist è decisamente meno impressioante, anche perchè viene meno il parallelismo tra lui e Hiccup, basato sulla menomazione che lo affliggeva. Nonostante ciò, però. Adempie perfettamente al suo dovere e risulta essere un cattivo comunque diverso e, per buona parte, soddisfacente.

Dragon Trainer 3
®Dreamworks

Quello che però colpisce maggiormente è senza alcuna ombra di dubbio il finale: la parabola di Hiccup e Sdentato si conclude in maniera davvero azzeccata. Non manca la malinconia, non manca l’emozione e tutto è permeato da un piacevole senso di realismo ed è qui che si consuma il messaggio del film: la vita ci mette di fronte a delle scelte, spesso difficili, ma lciò che è fondamentale è riuscire a seguire la propria strada, spesso accettando ciò che è giusto per sì stessi e per le persone a noi vicine. Certo, non sembra niente di paarticolarmente innovativo, ma innanzitutto non è detto che debba per forza esserlo, ma non solo: è il modo in cui il messaggio pè veicolato a renderlo prezioso. Dobbiamo pensare anche al fatto che il target di pubblico a cui si rivolge principlalmente il film è quello dei giovani e dei giovanissimi, senza però escludere gli adulti, ovviamente, ed è importante che un valore tanto basilare venga recepito anche dai più piccoli. Un altro aspetto importante è il modo con cui Hiccup ricorda quasi ossessivamente il padre, che nella sua mente rimane un capo villaggio migliore di lui, anche in cirtù del suo aspetto possente. Ma Stoick ci viene mostrato in numerosi flashback a tutto tondo, con le sue debolezze, a significare che la vera forza è nell’attitudine, non nei muscoli: Hiccup riesce ad essere agli occhi di tutti un leader esemplare, anche se l’unico a non vederlo è lui stesso. Infine, si può notare come il legame che unisce Hiccup ad Astrid sia effettivamente molto naturale e ormai consolidato, in modo che la romance non vada a pesare minimamente sullo svolgimento della trama.

Per concludere, non stiamo parlando di un film perfetto, ma di un’opera notevole, ricca di pathos e momenti che rimarranno a lungo nella memoria dello spettatore, sia da un punto di vista estetico e visivo, che da un punto di vista morale.

La speranza che rimane è che non scelgano la facile via del seguito inaspettato tra qualche anno, come già fatto con Shrek Quarto, ma che accettino di aver chiuso una fonte di guadagno sicuramente facile, ma che non necessita di un proseguimento. Dragon Trainer si meritava di essere concluso nel migliore dei modi e così è stato. Speriamo, almeno per una volta, nel buonsenso.

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