Crepuscolari, pronti ad affrontare i signori della Notte in Elden Ring Nightreign?
Che FromSoftware abbia un rapporto complicato con il multiplayer è una cosa risaputa che si protrae nel tempo da Dark Souls. L’annuncio però di un nuovo gioco ambientato nel mondo di Elden Ring e incentrato prevalentemente sul gioco cooperativo però ha fatto fare un tutto al cuore a tutti gli amanti dei souls, che hanno visto Elden Ring Nightreign tutto quello che per anni hanno sperato di trovare in un gioco FromSoftware.
Grazie al Network Test di qualche mese fa, abbiamo avuto modo di farci una vaga idea su Nightreign e su quello che ci saremmo dovuti aspettare. Un rogue-like, più correttamente declinato in una versione “lite”, ambientato nel mondo di Elden Ring, che ne prende in prestito ogni singolo elemento e lo concentra in un action frenetico, una corsa contro il tempo per sconfiggere uno dei potenti Signori della Notte. Nella versione finale però le cose sono cambiate e i toni del gioco si sono inaspriti ulteriormente, mettendo alla prova chiunque decida di avventurarsi nelle terre di Plagaride.
Questa nuova formula a metà strada fra un souls e un rogue lite sarà riuscita nel compito di convincerci? Scopritelo nella nostra recensione di Elden Ring Nightreign.
Versione Testata: PlayStation 5
Possiamo partire con il definire Elden Ring Nightreign un esperimento pericoloso, fatto da una FromSoftware che esce dalla sua confort zone per esplorare nuove vie, ma nel farlo però decide di giocare secondo le sue regole. Quelle stesse regole che hanno modellato negli anni i souls trasformandoli in un vero e proprio genere. Per quanto il gioco furbescamente reciti il titolo di Elden Ring in bella vista, dello stesso Elden Ring a livello di narrativa ce n’è ben poco, concentrandosi maggiormente su eventi e personaggi nuovi, come se ci trovassimo in una realtà parallela a quella dell’Interregno, ma utilizzando lo stesso linguaggio ermetico ed enigmatico nel raccontarci gli eventi del gioco. Insomma nulla di nuovo da questo punto di vista e in pieno stile FromSoftware.
Pur non essendo l’elemento trainante, Nightreign presenta una storia e ruota appunto intorno alle figure dei Signori della Notte, entità oscure che si abbattono come una calamità sulle terre di Plagaride, e su un gruppo di eroi disposti a rischiare tutto pur di fermare questa piaga. Essendo pensato per essere fruito principalmente in multiplayer, il racconto si sviluppa in modo frammentato attraverso le pagine di un diario, che man mano avanzeremo nel gioco si riempiranno, svelandoci piccoli dettagli della storia e portando gradualmente alla luce le motivazioni personali dei protagonisti. Il completamento di specifiche sezioni del diario attiva le Remembranze, ovvero delle missioni speciali dedicate a ciascun eroe. Superarle non solo permette di ottenere ricompense preziose, ma anche di sbloccare filmati che approfondiscono il loro passato e i legami con l’invasione dei Signori della Notte.
L’idea alla base di Nightreign è tanto semplice quanto funzionale. Partendo dalla Rocca della Tavola Rotonda dopo aver scelto uno degli 8 Crepuscolari (6 iniziali, più due sbloccabili completando un paio di missioni secondarie) potremo avventurarci nelle terre di Plagaride insieme ad altri due compagni e tentare di sopravvivere per un ciclo di 2 giornate fino ad arrivare alla terza ed affrontare il temuto Signore della Notte di turno. Se sulla carta tutto funziona senza problemi, questi cominciano iniziata la spedizione.

Elden Ring Nightreign ha dei ritmi velocissimi, a tratti quasi insostenibili nelle prime partite, dove i giocatori dovranno muoversi in maniera strategica per la mappa e dirigersi vari punti di interesse dove affrontare boss e nemici di varia natura, per ottenere il maggior numero di ricompense e potenziare il proprio personaggio con equipaggiamenti, abilità e talismani. I ritmi della partita vengono scanditi dall’avanzamento della Marea Notturna, una pioggia incessante e letale che inizierà a cadere con l’avvicinarsi della notte. A questo punto dovremo necessariamente cercare di rimanere all’interno del cerchio di protezione, garantendoci un minimo di sicurezza durante i nostri spostamenti fino alla comparsa dell’Albero d’Oro, la nostra meta finale dove affronteremo uno dei boss che anticipano il Signore della Notte.
Questa freneticità continua è alla base delle partite di Nightreign e diventa un elemento di disturbo durante il gameplay, una sorta di “boss invisibile” che pressandoci continuamente punta all’errore umano da parte nostra. Questo perché nel poco tempo a disposizione dovremo calcolare bene che giro fare e cosa affrontare sulla mappa, ed ogni indecisione e scelta non ponderata avrà inevitabili conseguenze sulla progressione del nostro personaggio. Infatti ad ogni spedizione il nostro crepuscolare inizierà l’avventura partendo dal livello 1 e con il suo equipaggiamento di base, che varia a seconda della classe scelta, che a sua volta disporrà di un’abilità passiva, un’abilità unica del personaggio e un’arte definitiva, una mossa speciale da usare in determinate condizioni.
Il nostro compito sarà quello di costruire una build che sia adatta ad affrontare un determinato Signore della Notte, sviluppandola secondo quelle che sono le sue debolezze e i punti di forza del personaggio. Sfruttare le debolezze dei boss significa ottenere un vantaggio incredibile e una possibilità in più di sconfiggerlo senza troppi problemi, bloccandone le mosse più letali e ottenendo qualche apertura in più nella sua difesa. Capirete quindi che la pianificazione è un aspetto imprescindibile e ogni imprevisto, dal rimanere bloccati in una caverna al perdere tempo contro un boss ambientale più tosto del normale incide in maniera esponenziale sui progressi del personaggio, che magari è impossibilitato nel salire di livello (anche un solo livello di scarto fa la differenza) o nell’ottenere i giusti equipaggiamenti.
Il concetto di morte, dinamica chiave all’interno dei souls viene rivista data la sua natura multigiocatore rendendo almeno questo aspetto più leggero e gestibile in un contesto di questo tipo. Quando la salute raggiungerà lo zero il nostro crepuscolare cadrà a terra per qualche secondo prima di morire definitivamente. In questo caso potrà essere soccorso dai propri compagni, che colpendolo potranno rimetterlo in sesto e continuare nella lotta. Ad ogni caduta i colpi necessari per tirarlo nuovamente su aumenteranno, rendendo il processo più arduo, specie se si sta combattendo. Se il timer per rialzare il compagno finisce, questo rinascerà al luogo di grazia più vicino, perdendo 1 livello del personaggio e gli echi in nostro possesso, che potranno essere recuperati tornando nel luogo dove siamo caduti precedentemente. Nel caso di una seconda sconfitta prima di aver ottenuto indietro il nostro bottino, questo andrà perso per sempre incidendo in maniera tangibile sugli sviluppi futuri. Ben diversa la situazione durante i boss di fine giornata o contro il Signore della Notte, dove in caso di sconfitta dell’intero party, la partita terminerà all’istante.


Gli spostamenti sulla mappa avvengono invece semplicemente correndo, senza il bisogno di ricorrere a monte come Torrente, e spostarsi da una zona all’altra della mappa risulta abbastanza veloce, anche grazie all’assenza di danni da caduta, cosa che ci permette di azzardare manovre più rischiose e salti infiniti senza il minimo rischio di finire incapacitati.
Nightreign nasce sul riutilizzo quasi totalizzante degli asset di Elden Ring ed altri giochi di FromSoftware, ma dove si differenzia e riesce a mostrare il suo tratto riconoscibile è nella costruzione dei Crepuscolari e dei Signori della Notte. Prendendo spunto dalle varie build possibili nel gioco base, ognuno degli 8 Crepuscolari propone un gameplay abbastanza unico e diversificato, che richiede tempo per poter essere padroneggiato a dovere.
Se il Selvaggio, il Predone e il Guardiano sono tre classi abbastanza versatili e adatti a muovere i primi passi nel gioco, le cose iniziano a farsi più interessanti con personaggi inediti come Occhio di Ferro, un potente arciere capace di attaccare dalla distanza e di applicare un marchio per infliggere maggiori danni ai nemici. Anche la sua arte, che spara una devastante freccia perforante non solo è in grado di far fuori più nemici ma anche di tirare su i compagni caduti.
La Duchessa invece è il classico esempio di personaggio “glass cannon”, letale e veloce con i suoi pugnali, ma estremamente fragile, la rendono adatta ad una tipologia di gioco più avanzato e consapevole. La sua abilità però è una delle migliori del gioco, in quanto permette di ricreare la combo appena realizzata, così da raddoppiarne i danni, mente la sua arte non sarà offensiva ma consentirà al gruppo di celare la sua presenza, diventando così invisibili agli occhi dei nemici.
Sempre pensata per quei giocatori un po’ più tecnici la Reclusa è una maga che può lanciare incantesimi, ed è l’unica del gruppo che può recuperare i punti magia con la sua abilità, così da essere costantemente in grado di attaccare con la sua magia.
La Rediviva è un altro personaggio estremamente fragile nelle prime fasi di gioco, superate le quali inizia a mostrare il suo potenziale sfruttando 3 evocazioni, che non saranno troppo risolutive in termini di danno inflitto, ma capaci di attirare a sé le attenzioni dei nemici e di bloccarli nelle loro azioni. La sua arte poi è una delle più potenti del gioco, non solo può rendere invincibili per un breve periodo di tempo, ma è in grado anche di rialzare all’istante i compagni caduti, cosa che si rivela estremamente utile durante le boss fight. Chiude il gruppo il Giustiziere, personaggio la cui tecnica basata sui contrattacchi sembra essere stata presa di peso da Sekiro, mentre la sua arte gli permette di trasformarsi per qualche secondo in una bestia in grado di decimare i nemici in pochi colpi.
Ogni Crepuscolare può utilizzare qualsiasi arma del gioco, sebbene ognuno di loro abbia una tendenza ad una tipologia preferita e uno scaling ben preciso su determinati attributi (forza, destrezza, intelligenza, fede e arcano), che li rendono più predisposti verso un determinato equipaggiamento. Un’altra particolarità del gioco l’abbiamo poi negli attributi e negli effetti speciali che è possibile ottenere dagli equipaggiamenti. E salvo quelli che si attivano equipaggiando in mano l’arma, il resto degli effetti si sommerà semplicemente raccogliendo una determinata arma e inserendola nel nostro slot inventario, creando così di fatto la build del personaggio.
Sempre per quanto concerne la personalizzazione c’è una meccanica che è possibile modificare e che influirà in maniera attiva sul gameplay loop del gioco, quello delle reliquie. Completando una spedizione, indipendentemente dall’esito di quest’ultima, otterremo delle reliquie, dei modificatori che possono essere equipaggiati per ottenere dei vantaggi specifici, come incrementi di statistiche o effetti aggiuntivi. Le reliquie andranno poi inserite nelle urne di ogni singolo personaggio che ne può ospitare un massimo di 3, a seconda del colore corrispondente alla runa. Avanzando nel gioco, partita dopo partita avremo accesso ad altre Coppe e Calici più potenti, che permetteranno una gestione delle rune in maniera mirata e specifica rendendo la pianificazione un aspetto estremamente importante del gioco.


Anche i Signori della Notte sono un altro aspetto totalmente inedito del gioco, con alcune boss fight impegnative che tengono testa a quelle provate in Elden Ring e rispettivo DLC. La conoscenza dei pattern d’attacco è il primo step verso uno scontro che non rischi di concludersi dopo pochi minuti, così come la cooperazione e la coordinazione fra i giocatori è obbligatoria. Se in Elden Ring il “3v1” contro il boss era una corsa al massacro verso il nemico, qua le cose funzionano diversamente e gli esiti dello scontro sono sempre a vantaggio del boss di turno, specie se non si gioca sfruttando le sue debolezze, che riescono a piegarlo a nostro vantaggio.
Data la sua natura più arcade e frenetica, il gameplay di Nightreign si distacca fortemente da quello classico di Elden Ring, diventandone una sorta di riflesso ben più esasperato, che paradossalmente rischia di non piacere al fan classico dei souls. Giocare a Nightreign è un’esperienza a tratti disorientante e come nella classica tradizione FromSoftware ogni elemento precluso da una qualsiasi forma di tutorial va scoperto e sperimentato sulla propria pelle, spesso con risultati non sempre soddisfacenti. Questo in parte è anche dovuto ad alcune scelte degli sviluppatori che cozzano un po’ con l’esperienza generale e che necessita di un lavoro di levigazione per sistemare quello che ancora non va del tutto negli equilibri generali del gioco.
Abbiamo trovato Nightreign un gioco estremamente divertente e dal quale è difficile staccarsene, un rogue lite la cui formula è perfettamente a fuoco con la natura dei souls e quella livello di sfida che i giocatori più accaniti cercano. Di contro però spesso sembra che il gioco ci metta i bastoni tra le ruote sabotandosi e sabotandoci, precludendo di fatto qualsiasi progresso o possibilità di portaci la partita a casa. Per esempio sfruttare le debolezze elementali è doveroso, ma non è detto che nella mappa ci siano avamposti o boss che “droppino” l’arma giusta al nostro scopo rendendo le cose più complicate del previsto. La velocità del gameplay è un altro elemento che abbiamo apprezzato, ma spesso questo si ripercuote in maniera pesante sugli esiti della partita. Dopo diverse spedizioni effettuate si entra in una certa ottica, ed è chiaro fin da subito quanto le cose non ingranano e sarebbe meglio ricominciare. Purtroppo anche in questo caso mancano delle opzioni per abbandonare la partita e tornare alla Rocca della Tavola Rotonda, magari attraverso un sistema di votazione e perdendo i progressi fatti, ma evitando così di spendere 20 o più minuti di tempo prezioso.

Spesso nelle partite avanzate, che presentano modificatori della mappa ed eventi ambientali, capita capita che questi eventi si manifestino durante la Marea Notturna rendendo impossibile il loro completamento. Ci è capitato infatti in alcune spedizioni di essere maledetti con conseguente riduzione permanente della barra della vita, con il nemico che ce l’ha lanciata ormai irraggiungibile nella marea. Ma questi sono solo alcuni dei problemi, piccoli e grandi, che affliggono Nightreign e che necessitano di essere sistemati il prima possibile per migliorare l’esperienza di gioco finale, che deve giustamente essere difficile e punitiva, come del resto lo è quella dei souls, ma mai frustrante a causa di condizioni fuori dalla nostra portata. Fortunatamente da quando è uscito ufficialmente lo scorso 30 Maggio, Nightreign ha visto ben due grossi aggiornamenti, uno al D1,l’altro pochi giorni dopo, e che hanno cambiato profondamente alcuni aspetti, tra cui la modalità singolo, che è stata ribilanciata a favore del giocatore, che altrimenti era del tutto impossibilitato nel completare le spedizioni in solitaria, dato che tutto rimaneva calibrato nella difficoltà per 3 giocatori.
Un altro aspetto sul quale è bene discutere è l’efficacia nel tempo di Nightreign. Elden Ring Nightreign nasce come titolo completo, con un suo arco vitale che, come ha tenuto a sottolineare più volte FromSoftware, non si tratta di un Live Service come molti pensavamo ma di un esperienza multigiocatore online fatta e finita. Oltre agli aggiornamenti legati al gameplay e alle performance, è previsto verso la fine dell’anno un DLC che espanderà ulteriormente le terre di Plagaride, introducendo nuovi Signori della Notte. Al di là di questo, però, non è ancora chiaro se nei prossimi mesi verranno aggiunti altri contenuti significativi. Quel che è certo, per ora, è che è attualmente in sviluppo una modalità cooperativa a due giocatori, una delle funzionalità più richieste al lancio. La sua introduzione renderebbe Nightreign molto più accessibile, soprattutto per chi ha difficoltà a trovare una squadra completa.


Anche perchè un’altra delle criticità di Nightreign sta nell’assenza di un sistema di comunicazione interno al gioco che rende estremamente difficile il dialogo fra giocatori accoppiati tramite matchmaking, con l’unica possibilità di impostare un “ping” per indicare il prossimo obiettivo da raggiungere. Una soluzione estremamente limitante che potrebbe essere risolta semplicemente introducendo una qualsiasi forma di chat rapida, tramite messaggi preimpostati o stickers, un po’ come avviene in Monster Hunter Wilds o altri giochi online. Pecca ancora più grave l’assenza di funzionalità cross-play. Mentre il mondo del gaming guarda in questa direzione, Nightreign vede tagliarsi le gambe da questa mancanza, disperdendo la community su 3 piattaforme diverse senza che queste possano interagire fra loro. Proprio durante le nostre prove siamo stati spesso impossibilitati dal completare un party proprio per la distribuzione del gioco dei nostri compagni su PC o Xbox, con il grande rammarico di doversi rivolgere a qualche sconosciuto, influendo anche in questo caso sugli esiti delle partite.
Lato grafico il gioco si comporta abbastanza bene su PlayStation 5, con una modalità prestazioni che si sforza di far girare Nightreign in maniera fluida e costante, sebbene in diverse situazioni, solitamente le più caotiche, il gioco mostra il fianco e arranca per qualche secondo. L’impatto è simile a quello dell’Interregno, i cui elementi vengono riplasmati e mescolati di volta in volta, aggiungendo varianti di edifici ed accampamenti, di world boss o zone da esplorare come aree vulcaniche o innevate. Ma avrete ben poco tempo da perdere come turisti, dato che la Marea Notturna non tarderà ad arrivare mettendovi fretta. In pieno stile FromSoftware il design dei Crepuscolari e dei Signori della Notte, con i secondi decisamente iconici nella maggior parte dei casi. Essenziale invece il comparto sonoro, che si farà sentire per lo più durante le battaglie contro i boss di fine giornata, donando alle battaglie quel gusto epico tipico dei souls.
Elden Ring Nightreign è un esperimento a nostro avviso pienamente riuscito, nonostante ad oggi il gioco abbia bisogno ancora di crescere moltissimo. FromSoftware compie un twist imprevisto nella classica formula dei suoi cari souls, prendendone le idee più concettuali e inserendole a forza in un contesto rogue-lite multigiocatore così frenetico e destabilizzante che nessuno si sarebbe mai aspettato. Quello che ne esce è un titolo unico e divertentissimo, dal quale è difficile staccarsi almeno nelle prime 30 ore di gioco. D’altro canto FromSoftware deve lavorare ancora duramente per limare tutti gli spigoli che ci sono, sia lato bilanciamento, sia comunicativo, magari aggiungendo il supporto al cross-play, funzionalità imprescindibile nel 2025.Dal suo lancio ad oggi Elden Ring Nightreign però è già cresciuto e cambiato, e ci sentiamo di apprezzarlo ancora maggiormente, cosa che accende in noi la curiosità di vedere cosa diventerà nei prossimi mesi, a patto che FromSoftware ne comprenda il vero potenziale e ascolti maggiormente la voce dei suoi fan per migliorare un’esperienza unica come questa.