F1 25 – La Recensione

f1 25

F1 25 evolve la serie con un My Team rinnovato, una modalità storia coinvolgente, guida migliorata e circuiti dettagliati. Non è un semplice aggiornamento annuale, bensì un capitolo ambizioso.

Come avviene per la maggior parte dei videogiochi sportivi, anche nel caso dell’annuale serie F1 è onnipresente una domanda: vale la pena acquistarlo anche quest’anno? Con F1 25 ve lo dico sin da subito: la risposta è sì. Sviluppato ancora una volta da Codemasters e pubblicato da EA Sports, questo capitolo rappresenta un’evoluzione tangibile rispetto al precedente titolo, grazie anche a una serie di importanti miglioramenti tecnici, alla reinvenzione del popolarissimo My Team e al ritorno del coinvolgente e ben realizzato Braking Point che giunge al suo terzo capitolo. Il risultato è un titolo che si distingue per cambiamenti strutturali, narratavi e soprattutto di personalizzazione, posizionandosi tra gli episodi più ambiziosi della saga. Certo, ci sono ancora degli elementi di continuità e dei difetti, fisiologici in una serie annuale il cui sviluppo è limitato nel tempo, ma i passi avanti sono evidenti e rappresentano delle basi solide per i prossimi capitoli.

Versione testata: PlayStation 5

My Team: gestione realistica e profonda

Tra i cambiamenti più rilevanti ed evidenti c’è My Team, ora totalmente rivisitato e infatti denominato My Team 2.0. Finalmente scompare il concetto poco realistico e poco credibile del “pilota-proprietario” per abbracciare un approccio manageriale più concreto, verosimile e moderno. Il giocatore veste i panni del proprietario della scuderia con il pieno controllo sulla gestione finanziaria, sul reclutamento dei piloti, sulla struttura tecnica, sulle risorse umane e sulle relazioni con sponsor e fornitori. In poche parole sarete davvero i capi di un team e dovrete gestirlo nei minimi particolari.

Dopo aver creato il team, scegliendo il nome, i colori, il logo, il budget iniziale per ogni reparto e i piloti, si può decidere quali dei due tra quest’ultimi controllare per prendere parte alle gare. In questo modo si integra l’esperienza gestionale con quella sportiva, aumentando notevolmente la profondità e la varietà del gameplay. A proposito di piloti, oltre a quelli ufficiali di F1 sono presenti anche piloti di riserva, come quelli dei team ufficiali o altri piloti emergenti, ma potete anche mescolarli con leggende come Schumacher, Senna e tanti altri o aggiungere la Konnersport (la scuderia fittizia di Braking Point) o la APXGP (quella dell’imminente film con Brad Pitt).

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La gestione del quartier generale acquista un’importanza mai vista prima: i giocatori adesso devono bilanciare gli investimenti tra i vari reparti introducendo una componente strategica più solida. Inoltre è stato inserito anche il nuovo sistema di fedeltà agli sponsor che premia le collaborazioni durature rispetto a quelle più redditizie ma instabili. A tal proposito è stato anche inserito l’inedito Editor di adesivi e sponsorizzazioni che consente di creare l’identità visiva del proprio team con livelli di dettagli e cura mai visti prima nella serie F1.

È stato anche introdotto un tetto di spesa stagionale che impone al giocatore di pianificare con attenzione ogni investimento. Ogni decisione, dallo sviluppo aerodinamico all’espansione delle strutture, richiede un’attenta valutazione del rapporto costi-benefici, rendendo la strategia manageriale più profonda e articolata. A supporto di questa complessità gestionale, ogni dipartimento del team è ora supervisionato da un responsabile dedicato, che riferisce direttamente al giocatore. Questi capi reparto non solo offrono aggiornamenti puntuali sull’evoluzione tecnica e organizzativa della scuderia, ma forniscono anche consigli pratici su come orientare le risorse a seconda delle priorità del momento. Un approccio più strutturato, che restituisce una sensazione concreta di controllo e direzione all’interno della squadra.

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Altro elemento interessante è il sistema di reclutamento piloti, che non si basa più solo su meri parametri numerici. Le relazioni personali, la reputazione e le trattative contrattuali influenza direttamente le possibilità di ingaggio. Le prestazioni in gara, inoltre, modificano la percezione del team agli occhi del paddock, influenzando sia il morale dei piloti sia i loro progetti futuri. Questo rientra nel nuovo concetto di Fan Rating, una metrica che misura la popolarità della squadra presso tifosi, stampa e paddock. Aumentarlo significa attirare sponsor migliori, far abbassare le richieste economiche dei piloti e posizionarsi come una delle realtà più desiderabili sulla griglia.

Le scelte strategiche, come decidere a chi assegnare un test al simulatore o a quale pilota concedere un aggiornamento tecnico, possono avere ripercussioni emotive e contrattuali nel medio termine, rendendo ogni decisione carica di conseguenze reali. Nel complesso, My Team è stato finalmente rifinito in modo organico: ogni elemento simulativo ha ora un impatto concreto, a differenza delle iterazioni passate in cui molte funzioni sembravano fini a sé stesse. Il risultato è una modalità coinvolgente, ricca e strutturata, che tiene incollati per decine di ore senza mai annoiare.

Braking Point 3: il ritorno della fiction F1

Gradito ritorno anche di Braking Point, che fa capolino dopo due anni di pausa. Per chi non lo sapesse, è la modalità storia in stile cinematografico e con F1 25 assistiamo al terzo capitolo della saga ambientata nella scuderia immaginaria Konnersport. Dopo un inizio in sordina, ora il team è pronta a scalfire i vertici della classifica dominati dalle stesse scuderie. La narrazione riprende con un riassunto degli eventi passati, per poi catapultarci subito nella gestione attuale, densa di rivalità, colpi di scena e audacia.

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In questo capitolo controlliamo tre personaggi principali: il veterano Aiden Jackson, la giovane promessa Callie Mayer e il team principal Casper Akkerman. L’esperienza narrativa si alterna tra di loro, con qualche elemento importante sul rapporto tra Devon Butler, il team e suo padre, il nuovo proprietario della Konnersport, e ci mette alla guida nei momenti salienti della stagione così da poter combattere per il titolo con team del calibro di Red Bull, Ferrari e McLaren. La storia riprende il successo della serie Netflix Drive to Survive, tuttavia i toni usati sono superficiali e densi di cliché. Se non ci fossero l’adrenalina e i colpi di scena durante le gare, tutto sarebbe alquanto dimenticabile.

Le sequenze cinematografiche sono realizzate con attori reali e tecnologie avanzate di motion capture e scansione facciale, per un risultato visivo e recitativo impressionante. La transizione tra narrazione e gameplay è fluida, e ogni sfida su pista è contestualizzata da obiettivi specifici e momenti emotivamente carichi. Una volta completata la storia, si può proseguire con la Konnersport sia nel classico Campionato sia in My Team, mantenendo così una coerenza narrativa apprezzabilissima tra fiction e carriera competitiva.

Un modello di guida più raffinato e accessibile

Sul fronte della guida, F1 25 segna dei netti passi avanti, ma anche qualche deludente difetto classico. Il comportamento delle vetture è più coerente, ma anche innaturalmente prevedibile a qualsiasi difficoltà. Non viene sacrificato di molto il realismo, tuttavia le strategie di gara tendono a essere scontate e poco dinamiche, con linee di guida spesso troppo precise per risultare credibili. Gli errori dei piloti controllati dal gioco, quando presenti, appaiono talvolta innaturali o incoerenti con il contesto della corsa.

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Durante i duelli ravvicinati, il comportamento dell’IA oscilla tra due estremi: in alcuni casi si ritira con eccessiva docilità, mentre in altri attacca con una veemenza quasi irrealistica, ignorando il punto di corda e affrontando le curve con uno stile eccessivamente aggressivo. Non mancano episodi al limite del plausibile, con tentativi di sorpasso forzati in punti improbabili del tracciato. Va però riconosciuto che F1 25 compie progressi significativi nella gestione delle fasi iniziali di gara: le partenze risultano più fluide, con meno incidenti alla prima curva e un comportamento più ordinato nei primi giri, a tutto vantaggio del ritmo di gara e dell’immersione.

Il sistema di flashback è stato rivisto visivamente, rendendolo più intuitivo per i neofiti. Restano inoltre intatte le opzioni di difficoltà e assistenza alla guida, che consentono a ogni tipo di giocatore di personalizzare l’esperienza a proprio piacimento. La gestione della Safety Car, invece, continua a rappresentare uno dei punti deboli dell’esperienza, in particolare nella sua versione completa, ancora afflitta da comportamenti poco coerenti con le dinamiche di gara. La Virtual Safety Car, invece, appare più affidabile e integrata. Nel complesso, comunque, gli sviluppatori continuano ancora faticare nel trovare una quadra per bilanciare in modo soddisfacente l’impatto di questi interventi sulle corse.

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Sul fronte della comunicazione radio, si segnalano alcune novità: oltre ai classici scambi con gli ingegneri, sono stati introdotti brevi interventi dei team principal durante momenti chiave, sebbene manchi quella teatralità che avrebbe potuto renderli memorabili. Le conversazioni risultano più contestuali rispetto al passato e offrono un minimo di varietà, ma tendono comunque a diventare ripetitive nel corso della stagione. Purtroppo alcune criticità tecniche permangono: non è raro imbattersi in messaggi fuori contesto o in errori di sincronizzazione tra l’azione in pista e le comunicazioni audio o ancora in messaggi che si stoppano improvvisamente senza alcuna informazione concreta (anche se questi aspetti pare siano stati corretti nella recente patch v1.03).

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Resta invece eccellente il comparto sonoro, con un lavoro minuzioso sul rombo dei motori, registrato per ciascun team e reso con grande fedeltà in ogni circuito. Discorso diverso per il doppiaggio italiano: le voci di Carlo Vanzini e Davide Valsecchi, ormai familiari ai tifosi di lunga data, non riescono a trasmettere la stessa energia e naturalezza del commento televisivo. Il risultato è un commento piatto, spesso disallineato al ritmo della gara, che finisce per togliere incisività all’esperienza complessiva.

Circuiti ultra dettagliati grazie al LIDAR e altre novità

Uno degli aspetti tecnici più impressionanti è l’uso della tecnologia LIDAR, che ha permesso di ricostruire fedelmente cinque circuiti (Bahrain, Miami, Melbourne, Suzuka e Imola) con modelli tridimensionali millimetrici, comprensivi di dislivelli, cordoli, dettagli a bordo pista e persino vegetazione specifica (come i ciliegi giapponesi a Suzuka).

Alcuni tracciati storici, però, iniziano a mostrare i segni del tempo all’interno di F1 25. Codemasters, infatti, non ha apportato aggiornamenti significativi a diversi circuiti, lasciando intatti difetti visivi e limiti tecnici ormai evidenti. Un esempio lampante è il Circuit of the Americas (COTA), che continua a soffrire di imperfezioni grafiche e problemi non risolti e l’Albert Park in Australia che continua ad avere curve strutturate male con tagli non calcolati.

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Sempre tecnicamente, possiamo osservare una grande cura nella realizzazione delle monoposto, anche negli elementi più complessi come le curve di deportanza o gli alettoni. Anche il QG e il garage sono realizzati in maniera molto realistica e dettagliata, purtroppo non si può dire lo stesso dei tecnici e degli ingegneri che sembrano essere indietro di parecchi anni dal punto di vista del realismo facciale e dei movimenti.

Tra le novità più curiose di quest’anno spicca anche, la possibilità di affrontare tre circuiti, Silverstone, Zandvoort e il Red Bull Ring, in configurazione inversa. Non si tratta di un semplice cambio di direzione: ogni tracciato è stato rielaborato con attenzione, riprogettando la griglia di partenza, le aree DRS, la segnaletica e i punti di riferimento per la guida. Purtroppo, alcune piste celebri non rientrano ancora in questo esperimento, tuttavia queste varianti offrono un’esperienza di guida fresca e sorprendentemente divertente. Addirittura, in alcuni casi come ad esempio in Austria, anche meglio dell’esperienza originale.

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Infine, F1 25 introduce contenuti legati a F1: The Movie, il film ufficiale della Formula 1 in uscita il 27 giugno e interpretato da Brad Pitt e Javier Bardem. Il gioco offre sfide ispirate a scene del film e consente di utilizzare il team APXGP nella modalità Carriera e My Team, con oggetti estetici sbloccabili ispirati ai protagonisti della pellicola.

Conclusioni

F1 25 rappresenta una vera e propria maturazione della serie. Il nuovo approccio gestionale di My Team, la qualità in cui narrazione e gameplay si uniscono in Braking Point 3, l’eccellente evoluzione della guida e l’estrema cura nella riproduzione dei circuiti contribuiscono a rendere questo capitolo non solo il più ambizioso degli ultimi anni, ma anche uno dei più completi e appaganti. Permangono alcuni difetti, come l’IA non ancora perfetta soprattutto della Safety Car o alcuni circuiti non perfettamente aggiornati, ma una cosa è certa: non è una semplice iterazione annuale, siamo davanti a un titolo che punta a ridefinire gli standard della serie.

F1 25 è disponibile per PC Microsoft Windows, PlayStation 5 e Xbox Series X/S

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F1 25
Pro
Importante rinnovamento della modalità My Team, con gestione realistica e decisioni strategiche
Alcuni circuiti ricreati con tecnologia LIDAR, configurazione inversa e grande possibilità di personalizzazione
Miglioramento significativo nella guida e nella risposta della vettura...
Contro
...permangono alcuni problemi nella IA e nella gestione della Safety Car
Alcuni circuiti mostrano la mancanza di aggiornamenti nel tempo
Storia di Braking Point un po' troppo superficiale e piena di cliché
8.5
Voto