Fear Street: 1978 – La recensione del secondo capitolo della saga horror Netflix

Il secondo film tratto dai libri di R.L. Stine

Venerdì 13 in chiave Young Adult

Continua la Fear Street Trilogy con il nuovo capitolo Fear Street: 1978. Dietro la macchina sempre Leigh Janiak, che è anche co-sceneggiatrice della pellicola e di tutto il progetto. I tre film sono stati girati insieme, uno di fila all’altro e hanno diversi protagonisti principali, anche se la storia vista nella prima pellicola è la trama orizzontale che da motore alla storia di fondo. Ritornano anche in questa pellicola Deena (Kiana Madeira), Sam (Olivia Welch) e Josh (Benjamin Flores Jr.), a cui si uniscono i protagonisti della storia del 1978 Ziggy Berman (Sadie Sink), Cindy Berman (Emily Rudd) e Tommy Slater (McCabe Sly). 

Sinossi

Al Camp Nightwing di Shadyside è una normale estate come tante, dove gruppi di ragazzi passano li le loro vacanze tra amori e litigi adolescenziali. Una notte, però, le loro vite cambieranno per sempre: qualcosa si è risvegliato e un terrificante killer si sta per abbattere su di loro. Quella che doveva essere un’estate spensierata si rivelerà una vera e propria lotta per la sopravvivenza.

Il secondo capitolo di Fear Street è proprio quello che speravo di vedere, Venerdì 13 in chiave young adult. La pellicola ci catapulta subito nel campeggio di Shadyside negli anni ’70, dove la storia raccontata in questo secondo capitolo avviene. Scopriremo di più sul Tommy Slater, il killer con il sacco di iuta in testa che nel primo film perseguitava i protagonisti. E conosceremo anche altre sfaccettature di Ruby Lane, un’altra killer che ci era già stata presentata nella prima pellicola. Ma, soprattutto, approfondiremo la storia della strega Sarah Fier che perseguita gli abitanti di Shadyside, scoprendo sempre più dettagli sul suo personaggio.

Le pellicole sono state girate praticamente una dopo l’altra, questo ha permesso alla regista di mantenere lo stesso stile e di non perdersi nel corso del tempo. Fear Street: 1978 è perfettamente in linea con la prima pellicola ma senza quel dover presentare tutta la storia e soprattutto dare il primo punto di vista della saga. Infatti, questo secondo film, non ha più quel peso di dover far vedere di poter essere uno slasher senza dover temere il confronto con il genere. La Leigh sa per certo che lo spettatore ha capito in quale direzione si vuole andare e gioca con il mezzo con più linearità rispetto alla prima pellicola. Lo stile non cambia, soprattutto la crescita della tensione rimane sempre controllata così come rimangono controllati gli jumpscare. Lo scopo è quello di continuare a dara più importanza alla storia, ai personaggi e ai loro sviluppi di crescita, piuttosto che alla tensione creata da quella sensazione di imprevedibilità tipica del genere.

Fear Street: 1978 è da lodare per la grande capacità di portare sullo schermo un decennio con grande cura. Partendo dalla colonna sonora, ai vestiti, fino ai dettagli della tecnologia impiegata sono sicuramente figli di un progetto ragionato e non campato per aria. Gli attori di questo secondo capitolo riescono anche ad essere più convincenti di quelli del primo, soprattutto i protagonisti sono davvero bravi e riescono a dare le giuste sfaccettature ai giovani personaggi che interpretano. I personaggi, in questa seconda pellicola, affrontano momenti più cupi. Se nella prima parte si parlava di amori ritrovati e di crescita di amicizie già solide, qui invece si lavora sul ritrovare quei legami che vedevamo già solidi nel primo. Le due storie sembrano quasi lo specchio una dell’altra.

Se la prima pellicola voleva omaggiare il genere in generale e soprattutto voleva ricalcare il Scream, Fear Street: 1978 è chiaramente un grande rimando ad un altro capolavoro dello slasher, Venerdì 13. Sia il killer, inesorabile. che emerge dalle profondità con la sua arma che l’ambientazione di villeggiatura per ragazzi, sono evidenti rimandi alle ambientazioni dove Jason farà mattanza di teenager. Un dettaglio interessante che si può evidenziare è la scelta delle date in cui si svolgono le due storie. Il primo che ricalcava Scram è ambientato nel 1994, ovvero due anni prima dell’uscita della pellicola di Craven che non vide la luce fino al 1996. Il secondo capitolo, invece, ricalca Venerdì 13 ed è ambientato nel 1978, ovvero due anni prima dell’uscita nelle sale dell’iconico film di Cunningham che usci nelle sale nel 1980. Leigh Janiak sembra davvero conoscere bene il mondo slasher e sicuramente lo ama.

Con questa seconda pellicola la Fear Street Trilogy colpisce ancora nel segno, confermando le impressioni del primo film e lasciando la voglia di vedere come la storia proseguirà e soprattutto se riusciranno a mettere fine alle drammatiche vicende di Shadyside e alla maledizione di Sarah Fier. Il progetto portato avanti da Leigh Janiak è davvero godibile e la forma con cui è stato presentato è stata profondamente azzeccata, spero che questa saga di Fear Street prosegua oltre questa trilogia e porti altri film interessanti come questi sullo schermo. Ora, però, non ci resta che aspettare un’altra settimana per vedere come finirà questa trilogia.

La pellicola è disponibile per gli abbonati su Netflix.