Final Fantasy VIII Remake – Recensione

Final Fantasy VIII Remake

Correva l’anno 1999 quando nelle mie mani arrivò il nuovo capolavoro firmato dal maestro Yoshinori Kitase, Final Fantasy VIII.

Essere qua, vent’anni dopo, a scrivere una recensione su un titolo profondamente legato alla mia infanzia (e a quella di tanti altri) risveglia delle belle e forti emozioni, seppur sia un compito arduo. Successore di Final Fantasy VII (Yoshinori Kitase), che già all’epoca aveva lasciato un grosso segno nel genere j-rpg, FF VIII ci porta in un mondo tutto nuovo con uno stile molto più vicino al reale e con novità sostanziali nel sistema di gioco. Grazie alla versione Remastered, distribuita sempre da Square, potremo nuovamente rivivere a pieno questa avventura composta non solo da atmosfere ed elementi fantasy, ma anche da tematiche politiche. Ci ritroveremo infatti ad affrontare una serie di eventi legati a una guerra tra fazioni durante il corso della storia.

In questa avventura ci accompagneranno personaggi come Squall, Quistis e un gruppo di ragazzi,in parte studenti del Garden di Balamb (un fantomatico college che addestra mercenari), alle prese con minacce molto più grandi di quelle presentate all’inizio del capitolo. Abbiate pietà se dico che Final Fantasy VIII, seppur in questa edizione rimasterizzata, è invecchiato male. A causa della perdita del codice sorgente non solo si sono avuti ridarti nella pubblicazione, ma anche problemi per quanto riguarda tutto il comparto grafico ed in parte quello sonoro. Una volta avviata la prima partita su PS4 mi sono ritrovato in un mondo a bassa definizione (fondali originali) con modelli poligonali decisamente migliorati. La questione è appesantita notevolmente dalla mancanza del 16:9.

Una versione totalmente rimasterizzata in widescreen avrebbe richiesto tutt’altro paio di maniche alla Square, non neghiamolo, ma in questo caso il risultato viene percepito come bellissimo e incompleto.I modelli dei personaggi e dei vari mostri che incontreremo, invece, sostituiscono perfettamente i loro antenati, inserendosi perfettamente nell’ambientazione. Finalmente si potranno ammirare gli occhi di Squall, il tatuaggio di Zell ed altri centinaia di particolari che compongono questo capitolo.

La colonna sonora composta dal maestro Nobuo Uematsu fortunatamente si salva dalla perdita dei dati e viene riportata fedelmente dalla versione originale, eliminando definitivamente quelle in formato midi della versione per PC. Il sistema di combattimento e lo sviluppo dei personaggi rimangono fedeli all’originale, ma con qualche elemento di contorno in più. Si potranno nuovamente evocare, con modelli nuovi di zecca, i meravigliosi G.F. (Guardian Force) per distruggere i nemici con i loro attacchi o per ricevere status positivi. Il sistema di Junction permetta ancora una volta di instaurare un legame con vari G.F. in modo tale da ricevere bonus da combattimento. Le novità introdotte (azionabili tramite levette analogiche) prevedono la modalità “Velocità x3”; ci viene così concessa la possibilità velocizzare il gioco in modo tale da renderlo meno pesante, soprattutto nelle parti in cui si livella (tranne nei tutorial..).La seconda modalità, “No incontri casuali”, ci permette di correre in lungo e in largo per il vasto mondo dell’ottava fantasia finale. Infine, la modalità ”Limit Break” in cui si avranno i personaggi con HP al massimo, con statistiche aumentate e la barra dell’attacco speciale sempre attiva. Questi modificatori possono essere attivati contemporaneamente e permettono al giocatore di avere un esperienza meno “faticosa” rispetto al titolo per Playstation 1.

Questa nuova edizione di Final Fantasy VII si presenta con una versione in digitale fedelissima all’originale, portando un buon motivo per giocarlo o rigiocarlo. Si presenta però anche incompleta, con un alone di fretta da parte degli sviluppatori, e questa è la sua più grossa pecca. In conclusione, Final Fantasy VIII, compagno d’infanzia per molti, pur non avendo ancora ricevuto i riconoscimenti che gli si dovrebbero per obbligo, rimarrà per sempre un pilastro nel suo genere.