Nell’ormai ultravariegato universo delle remastered, da un po’ di tempo, Square-Enix, propone quelli che sono stati i titoli di maggior successo. Questa volta tocca a Final Fantasy XII, per l’occasione accompagnato da un perentorio “The Zodiac Age“. Il titolo uscito nel 2007 sulla vecchia e cara Playstation 2, è da annoverare tra i grandi giochi sottovalutati. I motivi? Abbiamo ancora ben vivide le critiche che rivolsero i fan di vecchia data al nuovo di pacca combat-system, l’Active Dimension Battle, un sistema che poneva l’accento sull’immediatezza dello scontro. Tutto in tempo reale, con i nemici a farcire le grandi aree di gioco, sempre visibili e quindi anche evitabili. La casualità lasciava il posto al calcolo, ad un approccio più razionale, ad una strategia, soprattutto durante lo scontro, ancora più articolata. Abbiamo avuto a che fare con un grande gioco, un titolo che ha rivoluzionato per sempre il sistema di combattimento stracollaudato della saga della fantasia finale, la domanda che ci sorge spontanea in questo 2017 però è: come è invecchiato Final Fantasy XII: The Zodiac Age?
NELLA TERRA DI IVALICE
Rinfreschiamoci la memoria con un breve appunto su quella che è la trama di questo Final Fantasy, forse, a distanza di ben dieci anni, una delle più interessanti e mature. Sarà Ivalice a fare da sfondo alle vicende di questo episodio. Il sipario si apre sulle nozze della principessa Ashe di Dalmasca e del principe Rasler di Nabradia, il matrimonio, come spesso accade in queste situazioni, non sancisce soltanto l’unione dei due innamorati ma anche gli interessi di un’intera nazione, sigillando alleanze e comunioni strategiche. Nel bel mezzo della festa, l’idillio viene stroncato dalle navi da guerra dell’impero di Archadia che, approfittando della situazione, invadono Nabradia con l’intento di conquistarla. Durante gli scontri il principe Rasler perde la vita e Raminas, re di Dalmasca, sarà costretto a recarsi a Nalbina per firmare le condizioni della resa. Qui entra il gioco il capitano Basch che, pur di non cedere alle condizioni di Archadia, decide di infiltrarsi nella fortezza di Nalbina e porre fine alle trattative uccidendo dapprima Raminas e successivamente Reks, guardia del sovrano e, in quel momento, unico testimone del regicidio. Basch verrà giustiziato e Archadia deciderà di optare per una linea più dura soggiogando Dalmasca partendo dalla città di Rabanastre. Proprio qui, due anni dopo, cominciano le vicende di Vaan, fratello minore di Reks. Come già accennato, la trama di Final Fantasy XII: The Zodiac Age, pur non eccellendo per originalità, riesce a catturare l’attenzione del videogiocatore. Gli sviluppatori riescono ad inscenare una storia matura e colma di intrighi ed intrecci. Fatti ed accadimenti si susseguono con una certa rapidità, mantenendo viva la curiosità di chi, soprattutto, si appresta a vivere per la prima volta le vicende della grandiosa Ivalice.
COSA CAMBIA?
Concentriamoci ora su quelle che sono le reali novità apportate dal team di sviluppo a questo Final Fantasy XII: The Zodiac Age. Risulta fondamentale partire dal lavoro tecnico impiegato a svecchiare un titolo vecchio di dieci anni. Nessuno stravolgimento, il lavoro svolto non si può di certo definire certosino. Si tratta di una remastered nel mero senso del termine, certo, non si può dire che i 1080p non siano qualcosa di gradito ma, in fin dei conti, ci saremmo aspettati qualche upgrade in più. Nel complesso il titolo, riesce ancora ad essere d’impatto, merito soprattutto della bellezza degli ambienti e dello stile artistico e caratterizzazione dei personaggi, ad oggi, forse tra i più riusciti dell’intero panorama della fantasia finale. Il tutto gira con una certa fluidità, garantendo i 30 frame al secondo e una pulizia dell’immagine, nell’insieme, più che gradevole. Un grandissimo lavoro, invece, è stato svolto sulla colonna sonora del titolo. Sakimoto, grazie ad un’orchestra dal vivo, ha riarrangiato i brani. Il risultato è grandioso e godibile in surround 7.1. Viene data anche la possibilità di selezionare tra la colonna sonora originale e quella rimasterizzata e tra doppiaggio inglese e giapponese.
UN COMBAT-SYSTEM INVECCHIATO BENE
Le novità apportate al variegato sistema di combattimento di Final Fantasy XII: The Zodiac Age, riguardano l’International Zodiac Job Sistem, al suo esordio in Europa. Ci troveremo di fronte a dodici scacchiere, ognuna rappresentante un segno zodiacale e un mestiere ben preciso. Queste permetteranno di personalizzare al massimo l’esperienza di gioco ma soprattutto di combattimento, diversificando e caratterizzando ogni personaggio a seconda delle nostre prerogative o necessità. Dal Mago Nero al Mago Bianco, dal Monaco al Cavaliere, sarà possibile scegliere fino ad un massimo di due mansioni, permettendo al giocatore, attraverso i punti licenza, di ampliare il proprio ventaglio di abilità. Ricopre un ruolo fondamentale il già conosciuto Gambit, sistema in grado di assegnare particolari compiti ai nostri comprimari o al personaggio selezionato, sottolineando la vena strategica e tattica del combat-system. Le novità non finiscono qui. Dal menù principale sarà selezionabile la Trial Mode, una modalità che ci permetterà di affrontare ben cento missioni con il nostro party. Interessante il fatto di poter accumulare preziosi oggetti e naturalmente punti esperienza, utilizzabili anche nella storia principale. Una modalità da tener d’occhio e da intraprendere nel momento in cui si sentisse la necessità di perfezionare e rinforzare il nostro team.
Final Fantasy XII: The Zodiac Age è un titolo invecchiato discretamente bene, il sistema di combattimento sembra aver giovato dei segni del tempo e si dimostra estremamente attuale. Nota dolente il non eccelso lavoro di ottimizzazione tecnica, tuttavia ancora gradevole nel complesso. Ottima, invece, la rimasterizzazione della colonna sonora. Tirando le somme, The Zodiac Age è un buon motivo per rigiocare un titolo, ai tempi sottovalutato, godendone nel contesto videoludico attuale.