Freedom Wars Remastered – La Recensione

Freedom Wars Remastered

Torna Freedom Wars. Siete pronti ad espiare i vostri peccati?

Il nuovo anno di Bandai Namco si è aperto con due interessanti remastered: quella di Tales of Grace f, sottovalutato capitolo della serie di “Tales of” (di cui potete leggere la nostra recensione a questo link) e Freedom Wars, interessante reinterpretazione del genere “hunting game” di cui Monster Hunter ne è in qualche modo il capostipite.

In attesa della portata principale di questo Gennaio da parte di Bandai Namco, ovvero SYNDUALITY: Echo of Ada, che arriverà in accesso anticipato il 17 Gennaio, oggi ci concentreremo proprio su Freedom Wars, che torna sulle nostre console dopo ben 11 anni in una versione restaurata, dopo essersi distinto come uno dei giochi più interessanti del fine ciclo vitale di PlayStation Vita.

Come sarà andata questa opera di svecchiamento? Freedom Wars sarà ancora quel titolo interessante di un tempo? Scopritelo nella nostra recensione.

Versione Testata: PlayStation 5

Prima che Monster Hunter diventasse quel fenomeno globale che ben conosciamo oggi, il titolo Capcom era un gioco piuttosto famoso e amato in Giappone, riuscendo a smuovere già ai tempi milioni di copie vendute. Sulla scia di questo successo molte software house si sono mosse in quella direzione proponendo diversi hunting game che ricalcavano la formula di Monster Hunter e alcune delle sue dinamiche, spesso con risultati altalenanti.

Ci sono state però diverse serie che hanno saputo invece cogliere alcuni dei punti di forza di Monster Hunter cucendoci addosso in vestito che andasse oltre il semplice “clonare” l’esperienza rivale, proponendo delle interpretazioni originali che si discostavano dalla formula originale ma altrettanto valide ed interessanti. God Heater, Toukiden e Soul Sacrifice sono solo alcune delle serie più famose che sono riuscite a ritagliarsi un loro spazio e a crearsi una loro identità, e fra queste spicca anche Freedom Wars, una delle ultime cartucce sparate da Sony nel tentativo di mantenere in vita la sua ultima console portatile, indirizzata ormai sulla strada del tramonto.

Sviluppato da Dimps (gli autori di Dragon Ball Z: Budokai) Freedom Wars ci trasporta in un universo distopico, ambientato nell’anno 102014, dove la società vive in mondo post apocalittico all’interno di città-fortezza chiamate Panopticon, spesso in lotta tra loro per contendersi le poche risorse disponibili. La vita sulla Terra ormai è quasi impossibile, e l’unico modo per sopravvivere è quello di collaborare (spesso contro la nostra volontà) e contribuire al bene comune della nostra comunità eseguendo lavori e condividendone i frutti con i nostri compagni.

Tutto questo avviene in base ad un sistema sociale condanna i suoi abitanti come peccatori, ovvero soggetti colpevoli solamente di essere nati e costretti a scontare una pena a vita di 1.000.000 di anni, che viene ridotta prendendo parte ad una serie di operazioni e donando parte dei ricavati. All’inizio dell’avventura il nostro protagonista perderà la memoria, che gli causerà un rinnovo della pena e la perdita di tutti i diritti guadagnati, obbligandoci così ad intraprendere nuovamente il nostro persorso di redenzione. Questo finché non ci imbatteremo in una misteriosa ragazza tenuta prigioniera all’interno di alcune strutture segrete e altamente sorvegliate, la cui liberazione darà il via ad una serie di eventi che ci apriranno gli occhi sul fatto che all’interno del nostro Panopticon stia succedendo qualcosa di strano, obbligandoci ad indagare e portare alla luce la verità.

Rispetto alla formula più classica di Monster Hunter, Freedom Wars prende una piega molto più incentrata sulla narrativa, puntando su uno sviluppo più “story driven” dell’avventura che non il contrario. Ogni missione viene alternata da avanzamenti di storia più o meno influenti, permettendoci così di conoscere un po’ le vicende del Panopticon e i suoi protagonisti, peccatori come noi che ci forniranno aiuto durante le battaglie.

All’inizio del gioco avremo pochissimi diritti da vantare, dovendo guadagnarceli proprio scalando i ranghi e riducendo la nostra pena. Ad esempio non sarà possibile né correre all’interno delle varie zone del Panopticon, né riposarsi. L’interazione con altri personaggi è proibita, così come il rimanere in silenzio se interrogati da altri NPC. Man mano che sbloccheremo nuovi diritti potremo estendere il nostro raggio d’azione all’interno del Panopticon, così come il ventaglio di possibilità si estenderà consentendoci nuove interazioni, come la possibilità di editare ed abbellire il nostro avatar.

Ma passiamo ora a quello che è il fulcro del gioco e ne definisce il gameplay. Una volta assegnata un’operazione potremo partire in battaglia supportati dal nostro automa personale, una sorta di compagno che svolge anche la funzione di controllore delle nostre azioni (e che ci punirà nel caso di infrazione).

Qua le differenze con Monster Hunter si fanno subito chiare, delineando un gameplay da subito molto più action e più dinamico, almeno rispetto alla formula “old gen” di Monster Hunter. La dotazione di ogni personaggio comprende due tipologie di armi intercambiabili, solitamente un’arma bianca e una da fuoco, i moduli che altro non sono dei modificatori da applicare alle armi, alcuni oggetti da utilizzare in battaglia, come granate o pozioni curative, e il Rovo, una specie di rampino che possiamo utilizzare sia per arrampicarci sul corpo dei nemici per staccarne i pezzi, sia per afferrare il mostro di turno per farlo cadere a terra ed immobilizzarlo per qualche secondo.
Manca quindi tutto l’aspetto legato all’equip di armature ed accessori, scremando in toto quell’aspetto “grindingoso” tipico di questo genere di giochi, rendendo il tutto molto più accessibile, soprattutto per chi è alla ricerca di un esperienza di gioco più semplice e meno estenuante.

L’essere in un certo senso più arcade si riflette nel gioco, proponendo un action adventure più “caciarone” dove l’impronta action è veramente tale. Durante le missioni, che si tratti di affrontare altri nemici umani o un gigantesco Rapitore, dovremo fare buon uso della nostra dotazione, sfruttando a pieno i vantaggi e le caratteristiche di ogni arma a nostra disposizione. Le armi da mischia leggere ci permettono ad esempio di recidere le componenti dei mostri più grossi, salendoci sopra ed attivando un semplice QTE. Quelle pesanti invece saranno meno maneggevoli, ma in grado di infliggere più danni e di spaccare tutto. Le aste invece ci consentono slanci aerei, spesso utili per evitare i colpi nemici o per attaccarli dall’alto. Le armi da fuoco si dividono poi in quelle d’assalto, per lo più mitragliatrici dal rateo di fuoco veloce, che ci consentono anche margini migliori di movimento, mentre l’artiglieria portatite e i cannoni automatici vi trasformeranno in vere e proprie macchine di distruzione, ma vi renderanno prede facili a causa della loro poca mobilità.

Ogni arma poi può essere poi potenziata attraverso una serie di strutture che si sbloccheranno con il progredire del gioco, che ci consentiranno non solo di sfruttare le risorse acquisite per aumentarne il livello, e quindi le statistiche, ma anche installare i già citati moduli, che forniranno all’arma un boost in determinate categorie, con la possibilità di creare moduli ad hoc e specializzare l’arma verso determinate situazioni. Ad esempio si potranno espandere i caricatori dell’arma, così come la potenza dell’attacco, mentre per le situazioni più avanzate potremo scegliere di utilizzare moduli che aumentano il danno solo in base a quale parte del corpo colpirete, o installare un modulo che aggiunge un effetto elementale ai nostri proiettili. Da questo puntto di vista Freedom Wars si apre ad una personalizzazione che permette ai giocatori modificare le proprie armi e creare set specifici da utilizzare in base all’occasione.

C’è poi il rovo, questo rampino che ci permette di muoverci con rapidità in maniera non troppo dissimile al dispositivo di manovra 3D di Attack on Titan, prendendo slancio sugli edifici come novelli Spider-Man e attaccandoci sui nemici più grossi per mutilarli. I rovi sono presenti in tre tipologie diverse, secondo tre specializzazioni diverse.
Il rovo catturante agevola le operazioni d’attacco, permettendoci di piazzare trappole che bloccano sia i peccatori che i Rapitori, così di tirare a terra più velocemente i nemici. Quello Curante ci consente di dare supporto alla squadra, curando i propri compagni, mentre quello difensivo, una volta caricato consente di piazzare sul campo di battaglia dei muri da usare come ripari, aumentando così le capacità difensive della squadra.


Anche le missioni variano abbastanza in base alla tipologia scelta, e solitamente offrono più ondate di nemici. In alcune dovremo solamente eliminare più squadre di nemici umani accompagnate da bot da combattimento, in altre saremo faccia a faccia con giganteschi automi bipedi chiamati Rapitori, e liberare dalla loro cellula contenitiva alcuni membri del Panopticon rapiti. In altre ancora dovremo semplicemente far fuori pericolose bestie robotiche stando attenti a non finire coinvolti dagli attacchi congiunti di due o più bestie insieme.

Le operazioni sono divise per livello che ne determineranno la difficoltà, e per passare al successivo dovremo prima rispettare dei requisiti, che se raggiunti ci permetteranno di accedere a nuove missioni e nuove risorse. Le operazioni possono essere poi completate anche online, creando la propria lobby, fino ad un massimo di 4 giocatori, con i quali collaborare per la riuscita della missione. Come nel gioco offline ci sono dei limiti riguardanti il tempo e le morti che è possibile effettuare nel corso di una partita, che se raggiunti finirà con un fallimento. Sviluppato poi su una delle tipologie di missioni è presente anche una modalità PVP, dove due squadre di Peccatori si sfidano per aumentare di prestigio il proprio Panopticon. Sebbene non sia il focus principale del gioco, è una variante apprezzabile della formula di gioco classica, una pausa dalle stressanti operazioni di Freedom Wars.

Se a livello di gameplay e meccaniche il gioco è rimasto praticamente identico alla versione uscita su PS Vita, una versione rimasterizzata del gioco ha senso dopo tutti questi anni? E Soprattutto come è invecchiato il gioco nel tempo?

Per rispondere a queste domande c’è da fare prima un paio di precisazioni. Questa versione rimasterizzata aggiunge qualche opzione di personalizzazione per quanto riguarda i controlli, un nuovo livello di difficoltà attivabile in qualsiasi momento dal pannello dei diritti del Panopticon e alcuni bilanciamenti legati alle dinamiche di gioco e al sistema di creazione delle armi. Per il resto ci troviamo di fronte alla stessa versione del gioco uscito su PS Vita aggiornato graficamente, con una risoluzione che punta al 4K e un frame rate stabile a 60 frame. Questo mette in evidenza il suo retaggio “antiquato”, sia nella formula di gioco che nel gameplay.

I controlli di base non sempre sono intuitivi, e nonostante la possibilità di rimappare alcune azioni, resta una certa legnosità di fondo. Anche l’uso del rovo necessita di una certa manualità per essere padroneggiato, cosa che se avverrà vi permetterà di compiere numerose azioni in volo con una certa gratificazione. Anche a livello tecnico c’è questo forte legame con il passato, con gli ambienti di gioco, spesso grosse arene, molto spogli e limitati nella costruzione poligonale dovuto a certi limiti imposti da PS Vita. Di suo però il design dei personaggi, così come quello dei vari Rapitori resta abbastanza attuale ed accattivante, puntando maggiormente sullo stile dell’immaginario di questo mondo post apocalittico che non sulla tecnica.

A livello di remastered invece Dimps ha svolto il compito senza prendersi però troppe libertà, specie a livello contenutistico, riproponendo l’esperienza originale quasi del tutto intatta. Quindi prima di gettarsi a testa bassa nell’azione di Freedom Wars è bene tenere in considerazione questi elementi, soprattutto se in passato avete già avuto modo di giocare a Freedom Wars, non troverete qua nulla di nuovo. L’uscita però a prezzo “budget” sulle attuali console e su PC al di sotto dei 40 euro e la possibilità di giocare online con i propri amici sono forse gli aspetti più interessanti di questa remastered che si rivolge soprattutto agli amanti di genere.

Freedom Wars torna in versione rimasterizzata per farsi scoprire a tutti quei giocatori che non hanno avuto modo di provarlo ai tempi di PS Vita. Bandai Namco e Dimps offrono una remastered abbastanza conservativa del gioco originale, che soffre un po’ a causa del suo passato portatile, con dei controlli non sempre intuitivi e con alcune azioni un po’ legnose per gli standard di oggi. Al netto di un’operazione di restauro che si concentra maggiormente nel migliorare l’aspetto tecnico del gioco, Freedom Wars resta Un’esperienza da provare se siete amanti degli huntin game alla Monster Hunter, così da scoprire un’interessante variazione sul tema, magari da condividere online con i propri amici in attesa delle prossime uscite, invogliati soprattutto da un nuon prezzo “budget”, nella speranza che questo ritorno di Freedom Wars non sia solo una meteora, ma l’antipasto di una nuova portata.

Freedom Wars Remastered è disponibile su PlayStation 4, PlaYStation 5, Nintendo Switch e PC.

Freedom Wars Remastered
Freedom Wars Remastered – La Recensione
Pro
Un classico degli hunting game torna in versione rimasterizzata.
Il racconto riesce a ritagliarsi il suo spazio.
Interessante la proposta a prezzo budget.
Gameplay arcade e dinamiche action...
Contro
...che purtroppo risente del suo retaggio portatile.
Nessun nuovo contenuto extra per questa remastered.
Chi ha giocato l'originale non avrà troppo interesse in questa nuova edizione.
7.5
Voto