A due anni dall’uscita di Ghost Recon Wildlands che sembrava aver fatto nuovamente breccia nei cuori degli appassionati, Ubisoft ci riprova con il nuovo Ghost Recon Breakpoint uscito lo scorso 4 Ottobre su Xbox One, Ps4 e PC.
[amazon_link asins=’B07RHTDGB2′ template=’ProductAd’ store=’animmerd-21′ marketplace=’IT’ link_id=’17e6fcd1-bcdb-469b-817e-937780419559′]Appena inserito il disco di gioco. Ghost Recon Breakpoint proietta il giocatore immediatamente nella trama del gioco attraverso alcune fasi iniziali che avranno anche la funzione di tutorial. Il giocatore vestirà quindi i panni di Nomad, un soldato dall’aspetto fisico completamente personalizzabile, precipitato nell’arcipelago di Aurora, un luogo selvaggio, segregato dal mondo esterno ma ricco di pericolosi mercenari. A fare da contrappasso al protagonista troviamo l’ex Ghost Cole Walker, interpretato da un azzeccatissimo Jon Bernthal che insieme alla sua squadra di mercenari chiamati Lupi occuperà l’isola e le tecnologie situate in essa. Da qui in poi il nostro protagonista potrà cavarsela da solo o con l’aiuto di compagni grazie alla possibilità di approcciare la campagna sia in Single player che in cooperativa online. La trama purtroppo fatica a decollare, risultando piatta e senza particolari spunti registici o creativi e purtroppo la poca varietà delle missioni non aiuta a migliorare la situazione. L’unica vera nota positiva è data da Jon Bernthal che torna digitalmente nelle vesti di soldato, qui in versione “cattiva”, dopo aver interpretato un ruolo simile nella serie tv Netflix The Punisher.
L’open world proposto da Ubisoft in questo nuovo capitolo è ampissimo, enormemente più vasto della Bolivia proposta con Wildlands ma al tempo stesso curato con estrema superficialità. Alcuni scorci del paesaggio offrono spunti interessanti ma che si perdono poi nella vastità di una foresta completamente identica per km o su pianure sconfinate poco curate.In generale sul piano tecnico Ghost Recon Breakpoint risulta parecchio scarso, ricco di bug, armi che scompaiono dalla mani dei protagonisti, sovrapposizioni poligoni, desync o shuttering audio durante i filmati e tutta una lunga serie di problemi che lasciano trasparire forse una troppa fretta di far uscire il titolo a discapito di test ed ottimizzazioni.
Sul piano del gameplay e della struttura di gioco Ghost Recon Breakpoint introduce il sistema a classi (Assalto, Tiratore, Pantera e Medico da Campo) migliorabili spendendo i punti esperienza guadagnati in game e dei meccanismi di sopravvivenza e crafting. Affaticamento e ferite curabili tramite fasciature fanno la loro comparsa, i movimenti diventano più realistici e l’ambiente circostante risulta adeguatamente interattivo ed utile per nascondersi e sfruttare a pieno le potenzialità tattiche del gioco. Peccato che non si siano dedicate alcune ore in più all’AI dei nemici che risulta spesso al limite del banale. Da segnalare anche la presenza delle micro-transazioni che aveva investito Ubisoft durante l’accesso anticipato e che ha poi “costretto” l’azienda a ridurre notevolmente la possibilità di acquisto limitando l’effetto del pay-to-win.
Passando invece alla componente PvP, che dovrebbe ricoprire il ruolo del cuore pulsante del titolo appare molto scarsa presentandosi al giocatore con sole due modalità: eliminazione e sabotaggio. La prima è il classico deathmatch a squadre che presenta un restringimento progressivo della mappa sulla falsa riga di Fortnite. La seconda è anch’essa la classica modalità in cui una squadra dovrà piazzare una bomba in punti chiave della mappa mentre l’altra dovrà impedire la detonazione. Essendo match ad eliminazione diretta, come tutti i titoli del franchise, sarà fondamentale il gioco di squadra ed una tattica d’approccio ben studiata. Il risultato? Divertentissimo e coinvolgente se giocato in cuffia con amici, dispersivo e confusionario in caso di matchmaking con sconosciuti. Matchmaking che non terrà conto del livelllo dei vari partecipanti, scegliendo un approccio casuale e che non meno importante sembra fatichi parecchio nelle fasi di accoppiamento in questo primo periodo di lancio. Inoltre la scelta della struttura dell’hub di gioco e del menù risulta confusionaria e pensata male a livello di usabilità, con diversi passaggi macchinosi che lasciano quella sensazione di lentezza continua di tutta l’architettura di gioco.
Ghost Recon Breakpoint fa un quindi un passo indietro rispetto al capitolo precedente che risulta essere meno dispersivo e che presenta alle spalle 2 anni di aggiornamenti e bug fix ed una community sempre attiva. Il titolo è innegabilmente ben strutturato dal punto di vista dello studio delle tattiche ed il gioco di squadra ma risulta quasi fondamentale avere almeno un paio di compagni con cui approcciare le missioni e le partite PvP.