Ghostwire Tokyo – La Rencensione

Tokyo. L’affollata capitale del Giappone si risveglia in un giorno come un altro. Le persone attraversano freneticamente le strisce pedonali diretti a lavoro, le colorate e sempre accese insegne di Shibuya accompagnano le luci dell’alba ed in lontananza una tetra e fitta nebbia fa capolino tra le strade della città. La cosa non preoccupa gli abitanti e soprattutto non preoccupano Akito, il nostro protagonista intento a raggiungere l’amata sorella in ospedale. Un passo falso o un errore di distrazione sono fatali al giovane giapponese che viene investito sull’attraversamento pedonale rimanendo ferito mortalmente. La nebbia avanza circondando i giapponesi trasformandoli in spiriti vaganti e poco prima di esalare l’ultimo respiro Akito viene salvato dalla possessione da parte dello spirito di KK, un agente investigativo da tempo in lotta con queste forze sovrannaturali. La strana coppia unita nello spirito all’interno del corpo di Akito inizierà così ad indagare su questo strano fenomeno causato da alcune misteriose figure con maschere da Yokai.  Questi sono i primi minuti di Ghostwire Tokyo, il nuovo titolo sviluppato da Tango Gameworks e pubblicato da Bethesda Softworks. Un’inizio da pieno anime giapponese che lancerà il giocatore in questa avventura sovrannaturale con tratti (pochi) horror nella fantastica ed affascinante cornice delle vie di Tokyo.

Versione testata: PS5

Quanto sei bella Tokyo

Ed è proprio da Tokyo che volevo iniziare a parlarvi in questa recensione, perché al netto dei pregi e dei difetti del titolo che leggerete l’impegno messo dallo studio Tango nel curare la realizzazione della città e tutto il folklore nipponico è ineccepibile. Effetti di luce, stretti vicoli, piccoli cimiteri ed edifici infestati rendono la capitale giapponese viva ed ammaliante in cui sicuramente vi perderete ad esplorare per il mero gusto visivo. Una grandiosa fusione tra il sacro della mitologia nipponica e la Tokyo commerciale e turistica ricca di combini ad ogni angolo, i  tradizionali mini-market spesso aperti 24 ore su 24. Akito nel corso della sua avventura si troverà non solo a camminare per quartieri e zone famose di Tokyo, ma incrocerà la strada con creature come i Tengu ed da diversi spiriti maligni che nelle prime fasi di giochi si alterneranno tra studenti e studentesse in divisa senza testa e terrificanti uomini e donne d’affari senza volto per poi andare a variare sempre di più con l’avanzare della storia. Ogni zona della città dovrà essere liberata dalla nebbia che la avvolge e che risulterà letale al nostro protagonista, purificando i vari santuari torii sparsi per tutta Tokyo che una volta liberati dalle maligne entità riveleranno le missioni secondarie, luoghi chiave ed i vari shop gestiti da teneri gatti yokai e dove poter acquistare cibo, talismani, cibo per cani e Katashiro, bambole di carta necessari per la raccolta degli spiriti. La raccolta spiritica risulta essere il fulcro del gioco dato che una volta catturati e trasferiti tramite le cabine telefoniche sparse per la mappa ci daranno crediti e punti esperienza che porteranno ad un rapido avanzamento di livello.

Alcuni spiriti saranno però bloccati da un sigillo da dover rimuovere e che onestamente mi ha fatto storcere un po’ il naso. In sostanza comparirà a schermo una figura da ricreare usando l’analogico, sfruttando il touch del pad di Sony oppure cliccando semplicemente quadrato e lasciando fare in automatico allo spirito di KK senza alcun malus o costo. Operazione risulterà sicuramente divertente da provare le prime volte soprattutto utilizzando il poco sfruttato touch del dualsense ma che sicuramente vi stuferete rapidamente di fare optando per l’automazione che così facendo risulterà solo disturbante. Nella sua totalità la mappa di gioco non è neanche lontanamente paragonabile ad alcune produzioni recenti ma rende comunque godibile la natura di Openworld del titolo risultando compatta e poco dispersiva. La cura messa esternamente però non si riesce a ritrovare con gli interni delle strutture. Pochissimi sono infatti i palazzi nei quali ci si potrà avventurare fatta eccezione dei bagni pubblici e degli shop risultando a volte frustrante soprattutto quando ci si ritrova di fronte a scalinate impossibili da percorrere. Tra le strade ci si imbatterà invece in spiriti degli abitanti da catturare, cani e gatti da accarezzare e a cui donare cibo in cambio di informazioni o denaro, oggetti sospesi a cavallo tra i due mondi che saranno fonte di ricarica per le nostre magie o saranno fonte di denaro ed ovviamente demoni da affrontare.

Spiriti e Yokai

Passando al combattimento e alle meccaniche di gioco entriamo in territori di gioie e dolori. Akito potrà infatti affrontare gli Yokai grazie alla Tessitura Eterea, ovvero magie utilizzabili dalla fusione del suo spirito con KK che si dividono in magie del vento (Shinashiki) colpi base veloci, del fuoco (Hinoshiki) potenti ed in grado di creare esplosione all’impatto e dell’acqua (Wadashiki) con getto ad arco orizzontale. Dopo aver danneggiato i nemici questi esporranno un nucleo per un breve tempo che si potrà estrarre per velocizzarne la sconfitta. La meccanica inizialmente risulta parecchio divertente ma complice anche un moveset completamente assente che si limita solamente allo sparare colpi ed estrarre nuclei, gli sconti a lungo andare inizieranno a diventare ripetitivi e in più occasioni mi sono ritrovato a saltarti. Aprendo l’albero delle abilità di Akito possiamo infatti notare come tutti i potenziamenti portino solo a maggior velocità o gittata dei colpi e qualche piccola miglioria sulle tempistiche necessarie a recuperare i nuclei. Certo, esiste anche l’estrazione nucleo da corpo a corpo ma questa avverrà solo dopo averlo esposto portando unicamente a sconti dalla distanza. Tra le altre armi a disposizioni di Akito troviamo ovviamente la parata magica, alcune frecce e talismani stordenti, esca ed in grado di creare barriere magiche. Le magie saranno però contate e per ricaricarle potremo assorbire i nuclei ed uccidere nemici oppure rompendo i già citati oggetti bloccati tra i due mondi quello spiritico e quello reale. La città sarà infatti sparsa di veicoli, segnaletica, immondizia ed un sacco di altri oggetti fluttuanti presso cui ricaricarci. Akito potrà planare da un edificio all’altro per un breve lasso di tempo consentendo spostamenti rapidi e permettendo di raggiungere praticamente tutti i tetti di Tokyo grazie anche a diversi Tengu dotati di ali a cui poterci agganciare per raggiungere rapidamente le zone sopraelevate della città. In mancanza di Tengu potremo usare però l’abilità “Amenotori X” che ne evocherà uno a piacimento quando necessario. 

Missioni nel folklore giapponese

Ghostwire Tokyo è un titolo che non fa perdere tempo e la linearità della sua trama principale ne è la prova con una storia interessante, ricca di colpi di scena e dal puro gusto nipponico che potrà essere completata in 15-18 ore di gioco. Stesso discorso si può estendere anche per le missioni secondarie che non sovraffollano il titolo risultando quasi tutte differenti con richiami alla cultura giapponese e alle sue tradizioni e storie. Inoltre potremo anche darci alla ricerca di manufatti da consegnare ai banchetti di gatti spiritici in cambio di crediti, scovare i tanuki ( un cane-procione maestro del travestimento e mutaforma) mimetizzati nell’ambiente o estirpare gli alberi maligni dalle strade di Tokyo.

Tecnicamente tra alti e bassi

Tecnicamente Ghostwire Tokyo mostra due facce differenti. Da un lato troviamo la cura artistica ed un game design curato mentre dall’altro ho giocato si con frame bloccato a 60FPS in modalità prestazioni e/o 30FPS in modalità raytracing ma ho in entrambi i casi registrato qualche problema di shuttering e diversi bug di cui un paio che mi anno costretto a riavviare completamente il titolo. Alle due modalità già citato va inoltre aggiunta la possibilità di abilitare o disabilitare il V-sync. Ottimo invece il doppiaggio giapponese ed italiano ed il sonoro che offre una completa immersione tra le vie di Tokyo che risuona tra l’abbaiare dei cani, le voci delle macchinette distributori, i chioschi dei gatti, i richiami dei Tengu volanti ed ovviamente i maligni suoni degli Yokai. Ben sfruttati anche i grilletti adattivi del dualsense che offriranno vibrazioni differenti in basi alla tipologia di colpi sferrati o vibreranno nelle fasi di acquisizione spiriti.

Conclusione

Ghostwire Tokyo è sicuramente un titolo con un suo stile ed un guizzo particolare di forma ma che purtroppo non viene sfruttato al 100%. Sicuramente saprà emozionare e stupire i fan del Giappone e della sua mitologia ma a causa di alcune meccaniche di open world datate ed un combat system estremamente povero di move set variopinti rischia di portare ad una certa ripetività. Fortunatamente le missioni secondarie sono ben curate e l’ottimo sviluppo di trama ed il fantastico level design contribuiscono a portare ad una volontaria esplorazione della mappa di gioco.

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Ghostwire Tokyo è disponibile su PS5 e PC .

Ghostwire Tokyo
Pro
Tokyo
Cura del folkrore giapponese
Missioni secondarie mai ripetitive
Compatto e poco dispersivo
Qualcosa di "nuovo"
Contro
Poca possibilità di esplorazione interna
Azioni di per se inutili
Combattimento molto basico
8
Voto
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