Gradius Origins – La Recensione

Gradius origins

La serie di Gradius torna sulla scena moderna con una collection degna di questo nome!

Sull’onda del revival di Konami nel riproporre le sue serie più storiche, impacchettate in ottime “collection” da riproporre ad una nuova generazione di giocatori, ecco che arriva una delle più interessanti per tutti gli amanti degli shoot’em up. Con Gradius Origins, Konami e il team di M2 tornano su una delle serie simbolo della golden age degli sparatutto a scorrimento arcade, riproponendo i primi capitoli che hanno definito un intero genere, prima della rivoluzione del 3D, che portò alla creazione di quel capolavoro assoluto che fu Gradius V.

Konami non si è limitata al “compitino” giusto per accontentare qualche nostalgico, ma ha ridefinito il concetto stesso di collection, confezionando una raccolta ricca e furba. Non solo avremo la possibilità di riscoprire i primi 3 capitoli della serie di Gradius ma anche il suo amato spin-off Salamander, che per l’occasione, vede il debutto del terzo episodio proprio in questa collection a distanza di quasi 30 anni dal precedente gioco.

Gradius Origins acquista quindi un altro gusto, diventa un qualcosa di imprescindibile non solo per i fan ma per gli amanti del genere, e la presenza di Salamander 3 non è l’unica vera chicca del gioco. La collection attingere ad una fonte quasi infinita di risorse di casa Konami, ed è proprio negli extra che Gradius Origins dimostra il suo aspetto più attrattivo. Se da un lato abbiamo la classica sezione dedicata alle varie gallerie grafiche, contenenti bozze e scan dei prodotti originali dell’epoca, così come una ricca selezione di brani delle colonne sonore dei vari giochi, ad attirare veramente sono le diverse versioni dei singoli giochi disponibili, come le rom regionali, che differiscono ad esempio in alcuni schemi comportamentali dei nemici o nella difficoltà, o addirittura versioni prototipo usate durante le fasi promozionali o durante alcuni eventi dedicati. Un totale quindi di 7 titoli, che raggiunge la quota di 18 varianti, alcune delle quali inedite fino ad oggi. Un’aggiunta che affascina più del gioco stesso, e che per gli amanti degli sparatutto rappresenta il vero cuore della collection.

Gradius origins

Parlando dei giochi invece abbiamo tra le mani due capisaldi del genere shoot’em up a scorrimento orizzontale, con Salamander, serie spin-off di Gradius, che ne riprende diversi elementi di storia e gameplay, ma li rielabora in una formula ben più sperimentale, soprattutto per gli anni in cui ha debuttato, ibridandone il gameplay e variandone lo scrolling, con alcune sezioni in verticale.
Gradius dal canto suo è sempre rimasto fedele a sé stesso e caratterizzato da un sistema di potenziamento progressivo, grazie al quale è il giocatore a scegliere, in base ai power-up raccolti, quale bonus attivare, scegliendo fra una varietà di spari, pod ausiliari e uno scudo frontale con il quale proteggersi dagli attacchi nemici. Un titolo decisamente harcore, specie nelle sue prime iterazioni, dove la distruzione della nostra navicella ci riporta indietro all’ultimo check-point attraversato, privandoci di tutte le migliorie effettuate.

Salamander invece si svincolava da questa costrizione, variegando i potenziamenti e rendendoli più liberi, in un gameplay ben più caotico e meno calcolato rispetto a quello del “fratello maggiore”. Anche in caso di fallimento, ripartiremo subito dal punto in cui la nostra nave è stata distrutta, con una manciata di power-up fluttuanti nei dintorni, in modo da ripartire con una marcia in più e non con il solo sparo base. La presenza all’interno della collection di Life Force è la dimostrazione di quanto la scelta di inserire le varianti delle rom originali sia vincente. Life Force è un porting di Salamander, dove vengono cambiati numerosi aspetti del gioco, non solo alcuni nemici e boss, ma viene introdotta la barra selettiva per i potenziamenti di Gradius, in una sorta di “what if” videoludco che fonde insieme le due serie.

Gradius origins

Con Gradius Origins abbiamo anche uno spaccato evolutivo delle due serie, che dalla metà degli anni ’80 si sono riproposte nel tempo, con vari accorgimenti e novità. Il passare degli anni è evidente soprattutto nel forte progresso tecnologico che hanno vissuto le varie uscite, con un comparto grafico che si è via via arricchito nel tempo, proponendo soluzioni visive sempre più complesse. Salamander in questo caso è stato è sempre stato più attento nel rielaborare certi elementi di Gradius per riadattarli al proprio stile di gameplay, sfruttando a dovere tutte le possibilità grafiche del periodo anche solo per ricreare la propria versione del Big Core, l’iconico primo boss di Gradius e nemico ricorrente all’interno della serie. E con Salamander 3, nuovo di pacca, gli sviluppatori hanno scelto la strada della tradizione, affidandosi alla miglior pixel art possibile per un prodotto che sembrasse congelato nel tempo, riuscendo a ricreare in pieno le stesse atmosfere e sensazioni della serie, fra una pioggia di proiettili ed esplosioni, e le gigantesche teste maoi.

Gradius origins

Un altro extra pensato per alleggerire la difficoltà dei vari giochi della collection è la possibilità di riavvolgere il tempo in caso di sconfitta, riportandoci ad uno stato precedente ed evitare la collisione. Un’aggiunta pensata proprio per addolcire la “cattiveria intrinseca” di Gradius, che richiede una memorizzazione quasi totale degli schemi di gioco e dei pattern dei nemici che si affacciano a schermo, il cui unico contro è quello di disattivare le classifiche online al primo riavvio, che si basano su partite effettuate con un unico gettone. Esente da questa possibilità è Salamander 3, probabilmente proprio per la sua maggior ricercatezza del gameplay e una difficoltà sì alta ma molto più godibile rispetto a quella dei suoi predecessori. È possibile poi salvare lo stato della partita, magari per riprenderla successivamente mentre per i giocatori alle prime armi sono disponibili dei livelli di difficoltà facilitati, come la modalità invincibile, che vi renderà immuni a tutto quello che succede a schermo. Gli amanti dei perfect score possono accedere invece alla Modalità Allenamento, grazie alla quale è possibile settare diversi parametri e ricreare situazioni di gioco che permettano di padroneggiare il gameplay e tutte le difficoltà del caso.

Gradius Origins è un nuovo punto di riferimento per le collection videoludiche. Un esempio che deve essere assolutamente seguito in questo campo per la qualità del materiale proposto, con degli extra che non sono delle semplici aggiunte di contorno ma che fanno parte proprio dell’essenza stessa dei vari giochi. Le varianti delle rom di Gradius e Salamander sono l’aspetto più interessante di tutta la collection, permettendo di avere un’idea molto più chiara dell’evoluzione dei due giochi nel tempo, grazie anche alla presenza di propotipi o versioni usate durante le fiere per la promozione dei titoli. Se da un lato speriamo che la formula di Gradius Origins venga utilizzata anche da altri nelle retro collection, dall’altra speriamo che Konami continui i lavori su Gradius e i suoi spin-off, e mentre ci auguriamo di mettere presto mano sulla perfezione che porta il nome di Gradius V, confidiamo che ci sia spazio anche per altre variazioni sul tema, come i goliardici Parodius e Otomedius a dare corpo a nuove raccolte.

Gradius Origins è disponibile su console e PC.

Gradius origins
Gradius Origins – La Recensione
Pro
Una collection degna di questo nome.
Le varie rom de giochi offrono varietà e un assaggio dell'evoluzione della serie.
Contro
Poteva esserci spazio anche per Parodius.
8.5
Voto