Grounded 2 amplia e rifinisce l’esperienza del primo capitolo con un mondo di gioco più vasto, meccaniche semplificate ma profonde e novità come l’Omni-tool e gli insetti cavalcabili. Un survival cooperativo già solido, divertente e ricco di potenziale.
Se c’è una software house che sta vivendo un momento particolarmente brillante, questa è certamente Obsidian Entertainment. Avowed è stato un titolo particolarmente apprezzato e l’annuncio di The Outer Worlds 2 è stato accolto con grande interesse da tutti gli appassionati del primo capitolo. Lo studio californiano, tuttavia, ha deciso di non fermarsi solo a due progetti e ha pubblicato Grounded 2 in Game Preview su Xbox Game Pass e in Early Access su Steam. Questo titolo è frutto di una collaborazione tra Obsidian ed Eidos Montréal e ora siamo qui per raccontarvi le prime impressioni dopo diverse ore a girovagare tra funghi velenosi, acqua putrida e insetti giganti (o meglio, della giusta dimensioni, siamo noi a essere troppo piccoli!).
Versione testata: PC
Bambini ristretti… nuovamente!
Per chi non conoscesse questo brand, il primo Grounded è stato pubblicato nel luglio del 2020 in accesso anticipato e poi in versione completa nel 2022. Fu presentato come un action-survival con la possibilità di giocarlo sia in singleplayer sia in modalità cooperativa fino a 4 giocatori e vedeva come protagonisti un gruppo di ragazzini (Pete, Max, Willow e Hoops) che si ritrovavano rimpiccioliti da un dispositivo chiamato SPAC.R. Quest’ultimo era stato creato dal Dr. Tully facente parte della corporazione Ominent, ma era stato usato per condurre alcuni strani esperimenti dal folle Dalton Schmector. Alla fine ha portato i giovani protagonisti a cercare di sopravvivere in un cortile americano popolato da insetti letali e inaspettate minacce.

Nel secondo capitolo, che non richiede necessariamente di giocare il primo se non per qualche leggera citazione, ritornano i giovani eroi, più grandi di circa due anni, ma che si ritrovano nuovamente rimpiccioliti per un errore. Infatti, nel tentativo di riscattare la propria immagine, la Ominent ha organizzato una cerimonia di inaugurazione a Brookhollow Park per dedicare una statua ai giovani eroi che avevano sconfitto Dalton Schmector. Tuttavia, proprio durante la cerimonia, il quartetto viene nuovamente rimpicciolito, ritrovandosi sperduto nei meandri del parco e costretto ad affrontare una nuova e misteriosa minaccia.

Come il primo capitolo, Grounded 2 ha una storia più marcata rispetto alla media dei survival, con una linea narrativa che si intreccia perfettamente all’estetica anni ’90. Il tono è leggero, con battute che oscillano tra l’umorismo infantile e riferimenti più maturi. L’interfaccia guida il giocatore attraverso suggerimenti meno vaghi e una struttura delle missioni più leggibile rispetto al primo Grounded.
Da un cortile a un mondo tutto nuovo: benvenuti a Brookhollow Park
La prima caratteristica che salta all’occhio di Grounded 2 è, quindi, il vastissimo mondo di gioco, nettamente superiore al primo capitolo. Il Brookhollow Park è suddiviso in aree ben distinte, ciascuna con il suo microclima, la sua fauna, la sua flora e i suoi pericoli. Si passa da una zona calda e paludosa, a una zona glaciale a causa di un carretto dei gelati ribaltato, passando da una zona “vulcanica” a causa di un falò ancora fumante e da zone acquatiche per via di alcune pozzanghere più profonde del normale (anche se mancano alcuni elementi del primo capitolo come gli stagni con le carpe koi giganti).


Orientarsi non è complicato sia per alcuni segnali automatici come per esempio quelli inerenti al proprio rifugio o quelli che indicano i materiali da raccogliere, ma anche grazie ai segnali personalizzabili che possono essere posizionati per evidenziare i punti d’interesse, risorse particolari o strutture specifiche. L’interfaccia è pulita e con il dispositivo SCA.B è possibile gestire facilmente la mappa, l’inventario e i progressi di gioco. Il gioco, inoltre, non vi catapulta direttamente nell’azione, ma vi fa passare tramite un’area tutorial con cui potrete familiarizzare con le meccaniche di base più importanti.
Survival semplificato, ma non banale
Uno dei cambiamenti più graditi rispetto al primo capitolo è l’introduzione dell’Omni-tool, uno strumento multifunzione che sostituisce asce, pale e martelli. Ora basta un solo attrezzo per tagliare erba, scavare larve o frantumare ciottoli. Una semplificazione che fa risparmiare spazio e rende l’esplorazione molto più agile. Infatti nel primo Grounded, bisognava costruire e gestire separatamente pala, ascia e martello. Ogni attrezzo aveva i suoi livelli di potenziamento, necessari per interagire con oggetti di pari livello. In Grounded 2, tutto questo è stato inglobato in un unico e versatile strumento.

Questo dispositivo, inoltre, si adatta automaticamente al contesto e può anche riparare strutture danneggiate e, aspetto non da sottovalutare, non si deteriora, non si può perdere e non occupa slot inutilmente. Semplifica enormemente il gameplay, ma non lo banalizza: va comunque potenziato, e per farlo serviranno risorse rare e difficili da ottenere.

Gran parte dell’avanzamento del personaggio, poi, è legato alla raccolta di una sostanza chiamata Scienza Grezza, una sorta di energia viola che può essere trovata nel mondo o guadagnata scansionando oggetti presso i Centri Ranger ovvero ex strutture in miniatura create da Ominent per i propri dipendenti rimpiccioliti. Lì si sbloccano nuove tecnologie, potenziamenti ed elementi domestici: dall’irrigazione automatica alla coltivazione del cibo, fino alle trappole, alle armi e agli equipaggiamenti più potenti.
Insetti cattivi? Non solo, alcuni sono veri e propri alleati
Un’altra grande novità di Grounded 2 è la possibilità di allevare e cavalcare insetti. Al momento sono solo due (anche se Obsidian ha già lasciato intendere che ne arriveranno altri, magari volanti): la formica rossa soldato e il ragno tessitore. Ottenerli, tuttavia, richiede esplorazioni in tane di formiche o nidi di ragni, il recupero delle uova, la costruzione di incubatrici e infine la schiusa dell’insetto come se fosse il proprio animale da compagnia. Questi insetti possono essere custoditi in nidi costruibili, assegnati ai membri del team e persino equipaggiati con inventario proprio.

Fungono da mezzi di trasporto rapidissimi, ma sono anche validi alleati in battaglia. Possono attaccare, farsi seguire da altri insetti simili formando una mini-truppa da battaglia e trasportare un gran numero di materiali. La mappa è progettata esattamente per tenere conto della loro presenza, infatti è talmente grande da esplorare che spostarsi solamente a piedi diventerebbe un compito logorante.
Il sistema di combattimento è stato rinnovato: i personaggi possono schivare gli attacchi, una novità che rende i duelli con le creature molto più dinamici. È possibile giocare sia in prima che in terza persona e quest’ultima offre un’ottima panoramica durante l’azione. La varietà di approcci è davvero notevole: armi a distanza come archi, martelli pesanti, spade, doppi pugnali, fino a build da “mago” con bastoni elementali. Tutto può essere potenziato, riparato e arricchito con pendenti che aggiungono effetti speciali come danni extra o planate con soffioni.

Il bestiario è ampio e variegato. Ritroviamo formiche, coccinelle, ragni tessitori, insetti puzzolenti, ma ci sono anche scorpioni, chiocciole, bruchi e farfalle con abilità uniche. Alcune creature sono passive, altre aggressive, e altre ancora dotate di difese speciali. Tuttavia, alcuni difetti dell’IA permangono. In certi casi è possibile eliminare nemici giganteschi rimanendo appollaiati su un ramo, sfruttando l’incapacità del mostro di raggiungerci. Altri insetti possono invece buggarsi nel terreno e colpire il giocatore da sotto la mappa.
Casa dolce casa, ma in gruppo è più bello
La costruzione della base è ancora una volta una componente fondamentale. È possibile edificare praticamente ovunque anche se alcune aree, purtroppo, risultano bloccate alla costruzione. Il sistema è intuitivo, con un collegamento magnetico per le strutture principali e una modalità libera per oggetti decorativi come lampade, tavoli o quadri.
I risultati finali, nelle fasi avanzate del gioco, sono veramente sbalorditivi con strutture eleganti, grandi e nettamente superiori a tanti survival presenti sul mercato. Tuttavia, capite bene che è in modalità cooperativa che Grounded 2 dà il meglio di sé: esplorare insieme agli amici è divertente, appagante e coinvolgente. Scalare un cassonetto o un tavolo da picnic richiama le sensazioni di grande esplorazione, mentre affrontare, o fuggire da zanzare, blatte e le nuove, inquietanti mantidi religiose, ricorda le strategie di sopravvivenza di survival molto più complessi, articolati e anche spaventosi.

E quindi anche costruire diventa più divertente. Una volta sbloccati i depositi e gli elementi da costruzione, un giocatore progetta e piazza i pezzi, mentre gli altri raccolgono le risorse necessarie con una coordinazione da fare invidia alle migliori aziende edili e tante risate quando qualcosa va storto. Tuttavia, sarebbe utile che i materiali recuperati da strutture smantellate venissero automaticamente rimessi nell’inventario, evitando così la necessità di raccoglierli manualmente soprattutto al buio.
Una veste grafica rinnovata e più dettagliata
Grounded 2 si inserisce perfettamente nell’attuale generazione videoludica abbandonando completamente la precedente generazione e il risultato è un salto netto dell’asticella visiva rispetto al primo capitolo. I dettagli delle texture sono più definiti, la luce filtra tra i fili d’erba in modo più realistico e le notti sono più scure e immersive. Il passaggio tra giorno e notte è ora più fluido e naturale.

Sul fronte tecnico, l’esperienza è stata stabile su PC di fascia media, senza cali di framerate o rallentamenti. Tuttavia, permangono alcuni problemi con le collisioni: nemici che emergono da dentro i massi o che colpiscono da sotto la superficie, rovinando momenti altrimenti intensi.
Dove ancora il gioco deve migliorare è anche nella modalità Creativa. Sebbene la mappa sia completamente nuova e ricca di nuove creature, molti schemi di creazione del primo gioco mancano: armature, decorazioni, strumenti, insomma tutto ciò che permetteva una personalizzazione approfondita delle basi risulta qui ancora molto limitato. La roadmap promette il ritorno di questi contenuti nel corso dell’accesso anticipato, ma al momento il potenziale della modalità Creative è soltanto accennato.
Prime impressioni: più grande, più bello, ma non rivoluzionario
Grounded 2 non stravolge la formula del primo capitolo, ma la espande e rifinisce con intelligenza. Il mondo è più vasto, le meccaniche più fluide, l’esperienza complessiva più accessibile. L’avventura è coinvolgente, il mondo è affascinante, e la base su cui costruire (letteralmente) c’è tutta. L’introduzione dell’Omni-tool e degli insetti controllabili rendono il gameplay più fluido e divertente, mentre il suo spirito adolescenziale resta inconfondibile. Certo, la modalità Creativa è ancora acerba e molte funzionalità attese devono arrivare, ma l’esperienza di gioco principale è già robusta e coinvolgente. Per chi cerca un’avventura da condividere, esplorare e costruire da soli o con gli amici, Grounded 2 è già oggi un ottimo punto di partenza. E col tempo, potrebbe diventare un piccolo grande capolavoro.