Harry Potter: Quidditch Champions – La Recensione

Harry Potter: Quidditch Champions

Harry Potter: Quidditch Champions riporta i videogiocatori a rivivere le emozioni del magico sport, ma serve ancora più impegno per evitare di essere colpiti dal bolide della ridondanza e della mancanza di contenuti.

Era il lontano 2003 quando arrivò per la prima volta su PlayStation 2, Xbox, PC, Gameboy Advance e GameCube l’amatissimo Harry Potter: Coppa del Mondo di Quidditch. Nonostante i difetti, fu un gioco iconico, ancora fortemente ancorato nella memoria di tantissimi fan del magico mondo di Hogwarts. Nel corso di questi anni, tuttavia, nessuno ha più cercato di realizzare un videogioco su questo sport e il motivo è presto detto: è molto complesso tecnicamente e ludicamente ci sono parecchi rischi. Il Quidditch, infatti, è uno sport che vede i giocatori muoversi in uno spazio aperto tridimensionale ed è nettamente più complicato trasporlo in un videogioco rispetto a sport come calcio o basket che si svolgono su un piano bidimensionale. A questo si aggiunge il fatto che J.K. Rowling ha creato uno sport le cui regole non sono molto equilibrate e funzionano solo nella fantasia letteraria e cinematografica. A distanza di 21 anni, però, Unbroken Studios ha deciso di provarci nuovamente realizzando Harry Potter: Quidditch Champions applicando delle leggere modifiche alle regole di gioco e realizzando un sistema di controllo più moderno e consono alla complessità del gioco. Vediamo insieme quale è il risultato finale.

Il Quidditch come non l’avete mai visto

Iniziamo col dire che Harry Potter: Quidditch Champions non è un gioco immediato, né nelle meccaniche né nel farsi apprezzare. Questo è importante sottolinearlo poiché il primo impatto è un tutorial molto tecnico che potrebbe già creare una barriera a molti giocatori. Non disperate, perché la confusione iniziale tende a svanire non appena ci si rende conto che in realtà è tutto più semplice di quanto si possa immaginare. Qui si impara a progettare la propria squadra e si inizia a conoscere ogni ruolo. Ci sono tre Cacciatori, coloro che devono passarsi la pluffa e cercare di segnare in uno dei tre anelli avversari, un Battitore (nei libri in realtà sono due) il cui compito è quello di allontanare i Bolidi dai propri compagni lanciandoli verso gli avversari, un Portiere che difende gli anelli e un Cercatore incaricato di inseguire e raccogliere il Boccino d’Oro. Ogni partita si gioca fino a 100 punti e ogni goal vale 10 punti. Un’altra differenza con le regole originali è che in caso di cattura del Boccino d’Oro questa non conclude automaticamente la partita, bensì si traduce nell’assegnazione di 30 punti alla squadra che lo fa. Il Boccino, quindi, appare più volte nel corso della partita così da ripete più volte la competizione tra i Cercatori in una singola partita.

Uno dei ruoli più divertenti è indubbiamente quello del Cacciatore poiché è tra i più completi e dinamici: ci si passa la pluffa, si cerca di rubarla agli avversari, si schivano quest’ultimi girovagando per il campo di gioco e alla fine si tenta di fare goal tra gli anelli. In un gradino leggermente più basso ci sono il Battitore e il Cercatore. Il primo si muove in giro per il campo cercando di difendere i propri compagni dal Bolide e al contempo stordire gli avversari, tra cui proprio il Cercatore nemico. Il secondo si attiva solo quando appare in campo il Boccino d’Oro: i giocatori che ricoprono questo ruolo devono inseguirlo e attraversare i cerchi dorati che la piccola sfera lascia dietro di sé, duellando tra di loro per avere la meglio. Il ruolo sicuramente meno coinvolgente è quello del Portiere perché ha movimenti limitati solo nei pressi degli anelli e l’unica aggiunta oltre a cercare di parare la pluffa è quella di creare dei cerchi colorati sul campo che permettono ai compagni di volare più a lungo a velocità elevate. Per ovviare a queste differente di intrattenimento, fortunatamente, i giocatori possono cambiare ruolo durante la partita, sia in modalità singola che multiplayer, evitando così di restare bloccati in un ruolo noioso o poco adatto.

Migliorare alcuni ruoli, come quello del Portiere, è pressoché impossibile, al contempo quello del Cercatore può essere raffinato. Il Boccino d’Oro, per sua natura, tende a muoversi in maniera casuale per tutto il campo di gioco con cambi di direzione improvvisi e inaspettati. Mentre nel film Harry Potter arriva a scontrarsi contro le torrette degli spettatori e a uscire fuori dal campo, qui invece il giocatore si trova a sbattere contro muri invisibili ai margini del campo, costringendolo a fare brusche inversioni di rotta anche a discapito di perdere il vantaggio sull’avversario, e questo diventa non poco frustrante.

Ogni ruolo ha poi accesso ad abilità e mosse uniche che aumentano ulteriormente la complessità tecnica del gameplay, tuttavia la loro progettazione non è propriamente funzionale. Noi abbiamo provato la versione PC del gioco, ma fin da subito compare una schermata in cui si consiglia l’uso di un joypad. Abbiamo voluto, quindi, provare sia la tastiera che il Dualsense della PS5 e in entrambi i casi abbiamo notato una errata gestione dei tasti con un’accentuata complessità proprio col Dualsense e l’impossibilità di personalizzarli dalle impostazioni. Per esempio, la mossa calcio, se sbloccata, ha lo stesso tasto della richiesta di passaggio della pluffa. Altre mosse, invece, richiedono una combinazione di tasti da premere contemporaneamente degne di un vero contorsionista.

Pochi contenuti, ma la direzione futura è chiara

Uno dei più grandi difetti di Harry Potter: Quidditch Champions, tuttavia, è la scarsità di contenuti dedicati al singleplayer. La modalità campagna è ridotta a quattro tornei che in poco tempo diventano monotoni e in cui ci si limita a giocare contro avversari del celebre mondo di Harry Potter, ma senza una trama, scene di intermezzo o elementi narrativi che possano in qualche modo arricchire l’esperienza. Si gioca solo contro dei bot, si scala una classifica e si prova a vincere il trofeo, nulla di più. Come se non bastasse, la stessa IA è molto deficitaria e non crea particolari o intelligenti azioni di gioco. I Cacciatori soprattutto non sono molto incisivi e non è raro ritrovarci a percorrere in solitaria l’intero campo di gioco andando verso gli anelli per cercare di segnare.

Oltre a questo un giocatore in single player può dedicarsi al completamento delle sfide, ma purtroppo anche in questo caso non è niente di articolato. Non è altro che un accumulo ripetitivo di punti e progressi con alcune sfide che snaturano anche la filosofia stessa del gioco. Per esempio a volte viene chiesto di cambiare la Casata di appartenenza, che è un controsenso dopo che si costruisce una squadra con tanto di abbigliamento specifico e anche ideologicamente non è piacevole dover passare dalla Casata preferita a una magari più odiata, solo per avere qualche punto in più e progredire nelle sfide.

Allora quale è il vero potenziale di Harry Potter: Quidditch Champions? Indubbiamente la parte multiplayer, anche se attualmente è limitata a sfide 3vs3. Nonostante sia stata ampiamente pubblicizzata, è subito chiaro che la componente singleplayer sia in realtà un contorno e non la parte principale del gioco. Quest’ultimo prende vita solo quando si sviluppano i personaggi: con l’esperienza accumulata e la valuta guadagnata, è possibile acquistare nuove abilità e potenziare le scope dei giocatori. Questi miglioramenti riguardano aspetti come la velocità di volo, la manovrabilità, la precisione dei passaggi e la facilità di intercettazione, rendendo i personaggi più efficaci sul campo.

Nel multiplayer, si può scegliere tra diverse posizioni sul campo, con la combinazione più popolare probabilmente tra Cacciatore e Battitore ed è qui che si vedono i veri muscoli del titolo di Unbroken Studios. Una volta familiarizzate sia le tecniche base che alcune tecniche avanzate, il gameplay acquista profondità e la scelta di alcune mosse attivate in momenti specifici della partita determinano seriamente la vittoria o la sconfitta. Si possono anche impostare tattiche specifiche per aiutare i nostri compagni di gioco, come per esempio chiedere al Battitore di dare priorità al Cercatore avversario così da permettere al nostro Cercatore di catturare il Boccino d’Oro con più facilità. Vedere una tattica funzionare perfettamente dona una soddisfazione immensa e questa si può provare solo in multiplayer, dove l’avversario essendo umano ha indubbiamente un’intelligenza di gioco nettamente superiore a quella della IA.

Come promesso dagli sviluppatori, Harry Potter: Quidditch Champions offre un’esperienza completa senza microtransazioni. Anche se c’è un negozio di oggetti, ricompense stagionali e diverse valute di gioco, tutti gli oggetti e i miglioramenti possono essere ottenuti semplicemente giocando o completando sfide. È piacevole poter accedere alla sezione degli equipaggiamenti e acquistare un nuovo abito o una skin di Hermione Granger senza dover utilizzare soldi reali.

Al contempo, purtroppo, la personalizzazione dei personaggi non è esaltante ed è decisamente limitata. Si può scegliere il volto solo tra alcuni preset predefiniti e le opzioni di modifica si limitano alla pettinatura o al colore degli occhi. Questo rende difficile creare un personaggio che ci rappresenti o che ci soddisfi. Probabilmente ciò è legato al negozio di skin perché ovviamente non avrebbe senso acquistare Hermione se fosse possibile ricrearla nel sistema di personalizzazione. Al contempo sono presenti anche aspetti “meme” come quello di Hagrid in versione pixellata presente nei vecchi titoli di Harry Potter.

Graficamente non è particolarmente accattivante e originale, ma è ugualmente godibile grazie al suo stile cartoonesco molto colorato. Al contempo, tecnicamente è fluido e anche la non eccessiva complessità grafica aiuta a girare bene anche su hardware non di ultimissima generazione. Il comparto sonoro, al contrario, è uno dei punti di forza di Harry Potter: Quidditch Champions. La musica utilizzata nei menu e nelle schermate di caricamento ricorda molto quella originale di John Williams, dando una sensazione di autenticità.

Gli effetti sonori sono anch’essi ben realizzati: il colpo di un Bolide ha un suono adeguatamente potente, così come la spinta del manico di scopa, che risuona in modo fragoroso. Questi effetti sonori sono rafforzati dagli effetti visivi, con esplosioni di luce e colore ogni volta che un giocatore segna un gol o attraversa uno degli anelli del potenziamento del Portiere. Il gioco è poi localizzato e doppiato interamente in italiano con quest’ultimo lavoro svolto in maniera più che soddisfacente anche considerando che si limita a qualche commento sporadico.

Conclusioni

Harry Potter: Quidditch Champions è un gioco che ancora ha molto da mostrare, anche perché è stato promesso l’arrivo del PvP 6vs6 che dovrebbe migliorare ulteriormente il multiplayer. Dovrebbero anche arrivare eventi a tema, nuove skin e un mondo di contenuti potenzialmente intriganti per spingere i giocatori a non abbandonare il gioco. Non possiamo sapere se tutto ciò aiuterà, il fattore ridondanza è purtroppo presente e alcuni problemi difficilmente potranno essere risolti. A ciò si aggiunge l’assenza di una componente singleplayer soddisfacente che spinge i giocatori a chiedere urgentemente novità nel comparto più forte. Una cosa è chiara: i fan di Harry Potter non dovrebbero avere dubbi perché finalmente abbiamo un gioco che tratta in modo soddisfacente il tema del Quidditch, e vale la pena provarlo. Anche i non esperti del Wizarding World potrebbero divertirsi, a patto che apprezzino i giochi sportivi fuori dal comune, siano tolleranti verso qualche imperfezione e siano interessati al multiplayer online. Non ci resta che osservare in che modo si evolverà il titolo.

Harry Potter: Campioni di Quidditch è disponibile su console PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X|S, Xbox One e PC (via Steam ed Epic Games Store).

Harry Potter: Quidditch Champions
Harry Potter: Quidditch Champions
Pro
Gameplay piacevole e dinamico, soprattutto in modalità multiplayer
Ruoli sul campo ben progettati tecnicamente
Nessuna microtransazione
Tecnicamente godibile, audio ottimo
Contro
La modalità singleplayer è scarna di contenuti, poco longeva e IA da rivedere
Tasti non modificabili e alcune mosse contorte
Dal punto di vista del divertimento, alcuni ruoli sono più coinvolgenti di altri
Modalità multiplayer attualmente solo 3vs3
6
Voto