Hatsune Miku è pronta a farci ballare con Project DIVA Mega Mix!
Dopo anni di segregazione in Giappone, nonostante il successo a livello mondiale, i titoli dedicati ad Hatsune Miku hanno dimostrato di sapersi muovere bene dalle nostre parti. Ed ecco che all’annuncio di un nuovo capitolo della serie Project DIVA, aspettavamo con ansia la conferma della rispettiva controparte occidentale, che non è tardata ad arrivare, sbarcando su Switch (nonostante la parentesi Project Mirai su 3DS) dopo anni di esclusività sulle console Sony e portando le canzoni della famosa idol virtuale sulla console di casa Nintendo.
Trattandosi di un capitolo della serie Project DIVA, anche su Switch ci ritroviamo di fronte ad un rhythm game arcade a tema Vocaloid, la cui ricca playlist è composta da molti dei brani che hanno reso famosa Hatsune Miku e gli altri Vocaloid di Crypton Future Media, che con Project DIVA Mega Mix danno vita un concerto interattivo a base di voci sintetizzate.
PO PI PO
Mega Mix riprende il modello dei precedenti Project DIVA, ossia quello di un rhythm game concettualmente molto semplice nell’apprendimento delle meccaniche, ma abbastanza tosto da affrontare alle difficoltà più alte. Il gameplay si concentra nel premere a tempo le varie icone “musicali” che scorrono a video seguendo il ritmo della canzone. Ogni “battuta” corrisponde ad uno dei tasti del pad (o della croce direzionale), che andrà premuta con il giusto tempismo, sia per ottenere una valutazione migliore, sia per mantenere attiva la catena del moltiplicatore del punteggio.
Se ai livelli più bassi saranno presenti poche note da premere, salendo gradualmente di livello la difficoltà aumenterà. Non solo dovremo tener conto dei BPM delle varie tracce, ma anche delle combinazioni di note, che diventeranno via via più complicate, introducendo nuovi tipi di “Target Icons”, come le “Hold”, battute da trattenere tenendo premuto il relativo tasto per aumentare il punteggio, o le Multi-Press, icone interconnesse fra loro, e che andranno “colte” con la pressione combinata di 2 o più pulsanti.
Non mancano poi le Slide Icon e che coinvolgono i dorsali, obbligandoci a premerli a seconda dei casi, per riuscire a mantenere la combo attiva.
The rhythm of the Switch
Il punteggio influisce sugli esiti di una canzone, così come la nostra performance incide sulla valutazione finale ricevuta. Per far si che il punteggio rispecchi il nostro impegno, ogni canzone ci offre diverse occasioni come il Challenge Time, all’interno del quale la difficoltà della canzone si alzerà permettendoci di ottenere punteggi migliori senza però il rischio di fallire in caso di errore.
Per gli amanti delle sfide spaccadita è possibile poi aumentare il livello di difficoltà, alzando l’asticella su i punitivi Extreme ed Extra Extreme, che come potete immaginare dai nomi non promettono nulla di buono. Sempre per i non curanti della propria sanità mentale, è possibile attivare anche dei modificatori che andranno ad influenzare l’apparizione a video delle note, come la velocità con le quali scorrerannoverso il selettore o il momento in cui appariranno a schermo.
Project DIVA Mega Mix offre anche la possibilità di pubblicare i propri punteggi in una classifica online, colmando così l’assenza di una modalità multigiocatore e incentivando a migliorarsi e a realizzare punteggi da record. E se le 101 canzoni non vi dovessero bastare, sono presenti anche alcuni DLC, acquistabili singolarmente o tramite pass, che espandono il catalogo musicale del gioco con altre 40 tracce pescate dal repertorio di Miku e delle altre Vocaloid.
Come per gli ultimi capitoli usciti per PlayStation 4, Mega Mix si pone come una sorta di capitolo “best of”, una raccolta antologica dei brani migliori della produzione vocaloid degli ultimi anni. Nel gioco base sono presenti 101 canzoni, di cui solo 1 inedita e che svolge il ruolo di opening. Fra i brani troviamo alcuni dei classici di Miku & Co. come The World is Mine, Rolling Girl, Po Pi Po, o ancora Just be Friends di Luka o Remote Controller di Rin e Len (brano utilizzato pure da Paperissima Sprint durante uno dei loro sketch), lasciando ampia scelta ai giocatori di creare le proprie playlist.
E a proposito di personalizzazione Project DIVA Mega Mix consente di agire su numerosi elementi, come la scelta dei moduli (i set di costumi), accessori e t-shirt (con tanto di editor) da utilizzare per i vari Vocaloid durante l’esecuzione della canzone, o scegliere quale tipo di icone da usare nelle partite, come ad esempio quelle “originali” del layout PlayStation, così da non confondere le idee ai giocatori di vecchia data.
Virtual Idols
Ma la cosa più interessante di questo Project DIVA Mega Mix è data dalla possibilità di utilizzare diversi sistemi di controllo. Ad esempio sfruttando il gioco in portatile, si potranno attivare dai menù i controlli tattili, che visualizzeranno a schermo una versione “virtuale” dello stesso controller usato nel cabinato di Project DIVA, il cui funzionamento replicherà quello dell’originale, utilizzando le dita per “colpire”, letteralmente, le note rispettive note.
Più interessante invece la modalità Mega Mix, che da il nome al gioco e prevede l’uso dei Joycon e un diverso button scheme.
Impugnando i controller a mo’ di cloche e inclinando i polsi potremo muovere i due cursori che serviranno per prendere le note che scorreranno dall’alto verso il basso. Per quanto semplificata rispetto alla modalità classica, Mega Mix fa un buon uso dei Joycon, in maniera creativa e divertente, e soprattutto senza sminuire il gameplay originale, come invece tendono a fare altri titoli quando si tratta di dover inserire metodi di controllo alternativi dovuti alla natura della console Nintendo.
Sul piano tecnico ci troviamo di fronte ad un capitolo in linea con le precedenti produzioni della serie. Estremamente colorato, il punto di forza di Project DIVA sta nell’estrema ricercatezza dei video che accompagnano le canzoni, veri e propri videoclip che gireranno in sottofondo mentre sarete impegnati alla caccia alle note. L’aspetto tecnico su Switch regge abbastanza bene il confronto con i precedenti capitoli usciti su PS4. Nonostante il gap computazionale, gli unici appunti che possiamo fare riguardano la risoluzione. Specie in modalità “undocked” tende a rendere più “pastosa” la qualità dell’immagine, non incidendo però sulla resa della canzone in termini di gameplay, e facendoci rigadagnare la libertà del gioco in portatile .
L’aspetto sonoro è quindi il fiore all’occhiello di questa produzione, e specie in modalità handheld, è una gioia da godersi inforcando un paio di cuffie e sparando il volume al massimo.