House of the Dragon, la recensione dei primi 6 episodi

La serie spin-off di GOT sfiora il capolavoro

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House of the Dragon, la recensione dei primi 6 episodi

Finalmente, in occasione del rilascio del secondo episodio di House of the Dragon, colgo l’occasione di raccontarvi e analizzarvi, ovviamente senza spoiler, i primi sei episodi della serie HBO (da noi su Sky o Now Tv). Se avete visto il primo capitolo sapete bene che House of the Dragon ha esordito con un pilot meraviglioso. Posso confermarvi che la serie prosegue al meglio il suo viaggio anche nei successivi 5 capitoli. Intrighi di corte, successione al trono e battaglie sono il pane quotidiano della serie. Bando alla ciance ed addentriamoci alla scoperta dei primi 6 episodi di House of the Dragon. Ecco la recensione di House of the Dragon.

Ecco il trailer di House of the Dragon

La recensione dei primi 6 episodi di House of the Dragon

Quando ho iniziato a pensare alle parole da utilizzare per esprimere al meglio l’entusiasmo che ho provato guardando i primi 6 capitoli di House of the Dragon mi sono chiesta se ci fosse un parametro giusto con cui confrontarmi. Quello che tutti, critici e non, abbiamo pensato nel momento in cui ci siamo approcciati alle prime immagini di HOTD è l’inevitabile confronto con GOT. La serie campione di ascolti di HBO è la capostipite dell’universo live-action di Martin e come tale resta il pilastro a cui tutti i prodotti di contorno devo basarsi per estetica e necessità di continuità narrativa. 

È corretto però confrontare House of the Dragon e Game of Thrones? Se ci soffermassimo solo all’associazione basilare serie spin-off e serie originale si, peccato che la serie sequel possa, grazie proprio a GOT, godere di una serie di benefici che la serie madre non ha avuto. 

House of the Dragon era già popolarissima prima ancora del suo esordio, tutto grazie al successo mondiale di GOT. Non c’è quindi da stupirsi se la serie più vista all’esordio nel 2022 è stata proprio la nuova serie HBO. Altro aspetto da non sottovalutare è il budget, ben superiore rispetto a quello iniziale di GOT, così come il richiamo che la serie poteva offrire ad attori già noti come ad esempio Matt Smith. Per questi ed altri motivi House of the Dragon parte già avvantaggiata rispetto alla prima stagione di GOT. facciamo quindi un grande applauso ai creatori dello show, Ryan J. Condal, colaboratore di Martin, e George R.R. Martin stesso, e al regista di diversi capitolo, Miguel Sapochnik. Posso garantirvi che la battaglie sono visionabili senza perdere la vista (vero 8X03 di GOT?).

Dopo questa quanto mai necessaria premessa, la serie fa tesoro degli errori delle ultime stagioni di GOT e riporta l’attenzione su ciò che abbiamo da sempre amato della serie HBO: gli intrighi di corte. La successione al trono di spade e la conseguente guerra civili interna alla famiglia del drago sono nell’aria durante la prima stagione di House of the Dragon, appaiono come una minaccia prossima ma non sono mai troppo concrete. Il re ha evidenti problemi di saluti causati dalla scomoda seduta, il trono di spade decisamente più imponenti e spigoloso rispetto a quello di GOT, ma non sembra prossimo all’addio ai sette regni. 

È una serie in cui sono le donne le vere protagoniste, Milly Alcock (Rhaenyra) e Emily Carey (Alicent Hightower) prima e poi le versioni adulte interpretate ripetitivamente da Emma Darcy e Olivia Cooke. La prima metà della prima stagione vede coinvolte le due giovani attrici, brave ma davvero tanto brave. Sia la Alcock che la Carey sono due attrici esordienti ed hanno fatto un eccellente lavoro sia a livello d’interpteazione che di coinvolgimento emotivo. Entrambi riesco a far affezionare lo spettatore fino al punto in cui, a metà stagione a causa del cambio di volto, fanno notare la loro assenza lasciando il pubblico disorientato. Io avrei apprezzato una prima stagione dedicata solo alle giovani attrice ma considerando l’arco narrativo della serie sarebbe stato difficile. 

La prima stagione di House of the Dragon sceglie di affrontare svariati anni del regno di Viserys Targaryen, perciò tra un capitolo e l’altro passano diversi anni. Il salto temporale è reso pienamente comprensibile grazie a piccoli espedienti di scena come il cambio di acconciature e l’invecchiamento degli attori coinvolti. Tuttavia dai dialoghi la serie comunica a pieno lo scorrere del tempo. 

Il protagonista maschile è senza dubbio Deamon Targaryen, il Jaime Lannister di HOTD. Non piacerà a tutti perché è irascibile, arrogante, impulsivo e prende tante decisioni moralmente discutibili. Farà di tutto pur di raggiungere il suo scopo e non si fermerà davanti a nessuno. Complice l’interpretazione di Matt Smith a me il personaggio è piaciuto fin da subito.  L’attore è magnetico e ha il volto perfetto per il personaggio, basta una singola espressione per esprimere tutto senza dire nulla.

In House of the Dragon non manca il romance. Non avrei mai pensato di dirlo ma HOTD vi porterà a patteggiare per una coppia moralmente complicata. L’incesto e in generale le tematiche tabù non sono una novità per GOT ma sviluppate in questo nuovo modo acquistano una nuova luce. 

Purtroppo non posso giudicare la GCI perché la versione che ho visionato in anteprima non avevano la versione definitiva degli effetti speciali. Speriamo che migliorino ancora rispetto a quelli visti nel primo episodio. Stessa cosa vale per la fotografia, forse è troppo opaca nelle scene dedicate al paesaggio di Approdo del Re. 

Non aggiungo altro perchè cederei allo spoiler. Vi consiglio soltanto di non perdere nessun episodio di House of the Dragon, ogni lunedì su Sky o Now Tv. 

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