Star Comics ci presenta il primo volume di quella che si presenta essere una trilogia di fantascienza apocalittica interessante e che può lasciare traccia nel mondo del fumetto: Il Muro – Homo Homini Lupus.
Mario Alberti è scrittore e disegnatore dell’opera, anche se fin dall’incipit del libro viene specificato come quest’ultima nasce proprio dall’incontro con il regista Antoine Charreyman, il quale grazie ad Alberti ha potuto realizzare la sua idea sotto forma di fumetto.
TRAMA
In una Terra portata allo sfinimento dal cambiamento climatico, combattuta a causa dell’emigrazione di massa e piegata da un modello economico globale che non è più sostenibile, la civiltà non esiste più. L’umanità vive di saccheggi e hacking, organizzandosi in villaggi improvvisati o in roulotte dove la brutalità imperversa.
Solal, il giovane protagonista, non ha genitori e vive insieme alla sorellina Eva che è afflitta da una malattia cronica. Esperto in meccanica, il solo obiettivo di Solal è quello di salvare la piccola, ma in tutto il Pianeta le medicine sono sparite. Il solo luogo che offre una speranza è ED3N, il paradiso tecnologico in cui pare si siano rifugiate le persone più abbienti per sfuggire alla tragica fine. Oltre gli alti muri che circondano questo luogo, si dice che benessere e salute siano una garanzia per tutti gli abitanti. In pochissimi sono riusciti a entrare a ED3N, nessuno ne è uscito.
CONSIDERAZIONI
Si tratta di uno di quei fumetti che io chiamo “riflettenti”, un po’ come quelli delle auto, dove la luce viene appunto riflessa e ci si accorge della presenza del mezzo. Qui, il fumetto, funge da riflettente da strumento di demarcazione di temi attuali e sempre importanti da far emergere: IMMIGRAZIONE, PROBLEMATICHE AMBIENTALI, CRISI SOCIALE.
Credo che negli ultimi anni non ci siano temi più ricorrenti rispetto a questi; certo visto il periodo ce ne sarebbero da far emergere di molti altri, ma in un modo o nell’altro si arriva sempre a questi tre ceppi fondamentali. Il volume in questo caso, riesce in poche pagine, con una matita a rappresentare tutto ciò in quello che banalmente uno può considerare una semplice storia o un semplice disegno, ma qui si nota la differenza della vera arte del fumetto. Alberti riesce a far emergere, anche grazie al suo tratto crudo, netto, deciso e dettagliato, quello che più arriva alle nostre sinapsi come DEGRADO: una città distrutta in mille pezzi, colorata di polvere, di un colore caldo che ci ricorda chiaramente l’abbandono, due ragazzi malconci, vestiti con tutto ciò che è rimasto, la sospettosità degli sguardi per paura di non essere avvistati, l’illegalità e la mancanza di etica tra simili, sono solo poche delle piccole sensazioni che emergono in appena due pagine di storia.
Come in Mad Max: Fury Road, anche qui si cerca di portare nel vivo un mondo distopico che nessuno vorrebbe vedere, un’esagerazione di quello che può portare l’irresponsabilità umana. Un muro, un titolo riferente ad un elemento della storia, ma anche un titolo importante dato ciò che può ricoprire e rappresentare: un confine di qualcosa, un argine, un contenitore o un divisore, quale zona divisa del muro è in pericolo? Chi ha ragione? Destra o sinistra? Chi sono i buoni? Queste sono quelle poche domande che emergono quando ti ritrovi di fronte ad un muro. Ma a cosa serve realmente? Cosa Mario Alberti e Charreyman hanno intenzione di volerci nello specifico comunicare?
Spesso si parla del fumetto come un mezzo di comunicazione più diretto rispetto ad un libro, perché lascia meno spazio alla comunicazione, servendo su di un piatto d’argento molti dettagli, altrimenti immaginifici. Bé qui credo che l’intenzione sia di voler in qualche modo dare una propria rappresentazione di quel muro, lasciando al lettore l’ultima parola, senza un necessario schieramento di parte. Ovviamente in un primo numero di una trilogia vengono esposti e gettate quelle che sono le fondamenta della questione, lasciando quel pizzico di curiosità finale e dando comunque modo al lettore di poter trarre delle conclusioni.
Conclusione che deve portare a non perdersi l’esperienza con questa storia, di cui spero arrivi presto il seguito: il fattore positivo di tutto ciò è che quasi come una premonizione, questo volume esce in un periodo storico molto controverso, in cui il muro ha una sua importanza, un’importanza di protezione, ma al contempo di divisione.