Il Regno delle Ceneri: la recensione del nuovo libro di Victoria Aveyard
Grazie a Mondadori ho avuto la possibilità di leggere in anteprima il nuovo romanzo di Victoria Aveyard, Il Regno delle Ceneri. Avevo apprezzato l’autrice per la saga di Regina Rossa, una distopia dalle vibes alla X-Men; purtroppo non posso confermare il mio gradimento anche con il nuovo volume. Il Regno delle Ceneri ha un ottimo prologo ma poi si perde nella costruzione dell’universo, tra i vai pov e di fatto è un romanzo troppo introduttivo. Il libro è un grande preambolo per le avventure dei sequel. L’ispirazione alla famosa saga di Tolkien è palese ma il risultato non è altrettanto lodevole. Ecco la nostra recensione di Il Regno delle Ceneri.
Il Regno delle Ceneri
Victoria Aveyard
Edito da Mondadori (19 ottobre 2021)
Pagine 396
€ 19,90 cartaceo – € 9,99 ebook
La trama
Un’oscura presenza si sta facendo largo nel Regno di Allward. La percepisce persino Corayne, figlia della pirata Meliz an-Amarat, che pure è costretta dalla madre a vivere in uno sperduto e tranquillo villaggio sulla costa, mentre sogna un futuro pieno di avventure per mare. Quel che Corayne ancora non sa è che il destino sta per bussare alla sua porta. La sua esistenza, infatti, viene sconvolta il giorno in cui un Avo, creatura mitica e immortale, e un’assassina letale come poche altre al mondo, le fanno visita. I due hanno affrontato un viaggio pericoloso per trovarla e per chiederle aiuto. Un uomo assetato di potere, infatti, sta mettendo insieme un esercito mai visto prima ed è più che mai determinato a sradicare le fondamenta del loro mondo per ridurlo in cenere. Con il cuore ricolmo di veleno e la mano armata da una spada rubata, e potentissima, è pronto a tutto pur di raggiungere il suo scopo. Solo Corayne può fermarlo. Perciò la ragazza, accompagnata da un improbabile e riluttante gruppo di alleati, uno scudiero, un immortale, un’assassina e una strega, si avventura in una missione disperata. Ma proprio nel caricarsi il destino del mondo sulle spalle, imboccherà la strada per trovare finalmente se stessa e scoprire la magia che le scorre nelle vene.
La recensione di Il Regno delle Ceneri di Victoria Aveyard
Il Regno delle Ceneri, nuovo romanzo di Victoria Aveyard, era tra i più attesi dell’anno. L’autrice è nota al pubblico italiano per la fortunata saga di Regina Rossa, una distopia che ricorda tanto, per vibes e personaggi, la celebre serie cinematografica degli X-Men di casa Fox. Il Regno delle Ceneri condivide con la saga precedente dell’autrice la serialità, infatti questo è soltanto il primo romanzo di una nuova saga, e la protagonista femminile.
Purtroppo se Regina Rossa mi aveva conquistato fin dalle prime pagine, Il Regno delle Ceneri, invece, dopo un prologo accattivante mi ha profondamente deluso.
Il volume presenta diversi difetti che purtroppo nascondono le potenzialità di una saga degli spunti interessanti. I problemi principali sono dovuti alla volontà dell’autrice di introdurre l’universo in maniera troppo graduale rendendo di fatto Il Regno delle Ceneri una grandissima introduzione per i sequel. Il tutto ha causato la presenza di tante parti descrittive, di costruzione dei personaggi e di presentazione del mondo, delle storie e leggende che lo riguardano ma lo spazio per l’azione ed i fatti salienti è stato ridotto al minimo.
Il multi pov, che solitamente trovo estremamente utile per comprendere al meglio ciascuno dei personaggi, è molto confusionario. Forse la mancata collocazione temporale precisa di ciascun evento non ha aiutato a districarsi nella complessa e fitta rete dei personaggi della Aveyard, alcuni dei quali poco approfonditi e carismatici.
La protagonista Corayne è l’unica in grado di lascare il segno: intraprendente, coraggiosa e sfaccettata non teme le avversità e non si lascia intimorire dalla madre sempre pronta a proteggerla e a non coinvolgerla nei suoi loschi affari.
L’ispirazione alla saga di Tolkien, Il Signore degli Anelli, è palese: molte ambientazioni oltre al periodo storico, ricordano la fortunata saga dello scrittote inglese. Purtroppo il risultato non è allo stesso modo esaltante.
Le premesse di base erano davvero interessanti ma sono state sviluppate da una parte in maniera troppo graduale e dall’altra in modo confusionario; nella prime 100 pagine è davvero complesso districarsi tra i vari personaggi e comprendere a pieno cosa stia realmente accadendo.
Positivo è lo stile di scrittura della Aveyard che resta scorrevole.
È davvero un peccato, la storia ha una trama interessante e se sviluppata meglio nei sequel sono certa che potrebbe affascinare diversi lettori amanti del fantasy.