Il Traditore di Bellocchio è il film italiano candidato agli Oscar 2020

Tutto si dovrà ancora decidere il 13 gennaio quando l’Academy annuncerà le 5 nomination internazionali.

Agli Oscar l’Italia punta su Il Traditore di Marco Bellocchio con protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo di Tommaso Buscetta. A riferirlo è la stessa Commissione riunita all’Anica che ha scelto il film che ha incassato oltre 4 milioni e 700 mila euro al botteghino e ha trionfato ai Nastri d’argento con ben sette premi.

Il regista ha accolto così la notizia:

“Sono contento di questa candidatura e devo ringraziare la commissione che l’ha decisa. Gli altri film erano altrettanto degni, ma è andata così. È una possibilità, una chiave per entrare nella grande gara. Non mi faccio illusioni, ma farò tutto il possibile per aiutare Il traditore in questo lungo cammino. Pur da vecchio anarchico pacifista e non violento, sento come un onore e una responsabilità rappresentare l’Italia in questa sfida”.

Il film di Bellocchio si è dovuto “scontrare” con una lista di film altrettanto validi che comprendeva Martin Eden di Pietro Marcello, Coppa Volpi a Luca Marinelli a Venezia, La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi dal romanzo di Roberto Saviano, Il primo re di Matteo Rovere sulla storia di Romolo e Remo con Alessandro Borghi, Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis. La tappa successiva sarà decretata dall’Academy che il 13 gennaio annuncerà le cinque nomination internazionali, mentre la cerimonia degli Oscar è prevista il 9 febbraio 2020.

Bellocchio dovrà quindi vedersela con giganti come Pedro Almodóvar e il suo Dolor y Gloria (per la Spagna) e Les Miserables di Ladj Ly, premiato a Cannes, per la Francia. Altri saranno scelti da qui al 13 gennaio dai relativi Paesi concorrenti.

Il film di Bellocchio, che esce nelle sale americane il 27 novembre e quindi può contare nella campagna su una distribuzione americana, racconta vent’anni di vita del “boss dei due mondi” dagli anni Ottanta alla morte a Miami nell’aprile del 2000, attraverso l’esilio brasiliano, la lotta con i Corleonesi che gli uccisero i figli rimasti a Palermo, l’arresto in Brasile, la scelta di collaborare con la giustizia, il legame con Falcone, il Maxiprocesso e infine la testimonianza contro Andreotti che si trasforma per lui in un boomerang.