In una recente intervista a Deadline, Nate Moore, vicepresidente della produzione e sviluppo dei Marvel Studios, ha parlato di come è stata presa la notizia della morte di Chadwick Boseman internamente in Disney. Nel dettaglio è stato chiesto a Moore quanto tempo ci è voluto per ricalibrare i progetti legati al suo personaggio e Moore ha risposto che si trattava di una reazione “a più livelli” iniziata con shock e negazione alla notizia.
“Si è trattato di tipo… Scusate il mio francesismo, ma ‘Porca miseria, cosa è successo?’ E all’inizio… Ricordo, letteralmente, che ero sul tapis roulant, e ho ricevuto la chiamata, ed io ero tipo, ‘Aspetta, cos’è successo?’ “
Ricordiamo infatti che Chadwick Boseman ha cercato di mantenere segreta la sua diagnosi di cancro e poche persone sapevano cosa stava succedendo all’attore. Moore ha poi continuato:
“Abbiamo poi cominciato a collegare i punti ‘Oh, forse è per questo che X, e Y, e Z stavano accadendo.’ E poi lo elabori emotivamente e dici, ‘Ora cosa facciamo ? Dovremmo fare lo stesso questo film? Come affronti la perdita non solo della tua star, ma di un amico con cui hai fatto due film insieme? L’idea di un recasting non mi è mai passata per la testa… Non mi potevo immaginare dire a Letitia [Wright], o Angela [Bassett], o Lupita [Nyong’o], ‘Ehi, ecco il nuovo T’Challa,’ ‘ perché siamo persone, sai, che devono fare qualcosa in cui crediamo e che emotivamente possono restare indietro.”
Tuttavia, ci sono state conversazioni interne su cosa fare del futuro del franchise. Moore ha sottolineato il fatto che la Disney non ha mai fatto pressioni il sequel di Black Panther. Spettava a Nate Moore e al presidente dei Marvel Studios Kevin Feige decidere cosa fare:
“Disney non ha mai detto che dovevamo fare il film. Mi dissero: ‘Beh, se non devi… non fare il film. Se i ragazzi non vogliono fare il film, per favore non fare il film’, Io e Kevin abbiamo parlato con Simone Boseman (la moglie di Chadwick) che ci ha risposto che Chad avrebbe voluto che facessimo il film”.
Le discussioni si sono quindi spostate sull’affrontare su come affrontare la mancanza di T’Challa nel prossimo film di Black Panther e su come gestire la narrazione:
“Ci siamo chiesti come fare narrativamente. Se non volevamo un nuovo T’Challa nel film, cosa che non volevamo, come potevamo affrontare narrativamente quell’assenza in un modo che sembrasse onesto?. C’era una prima idea che T’Challa fosse stata ucciso in una sequenza d’azione fuori schermo, ma è stata ritenuta “pazza” e la Marvel ha deciso di non combattere il fatto reale di ciò che tutti abbiamo vissuto come comunità. Hanno scelto di essere autentici. Far morire T’Challe per una malattia ci è sembrato la cosa più genuina che potessimo fare come narratori e sapevamo che avremo scatenato una reazione alla sua morte. E chiaramente il mondo lo ha fatto, o almeno i suoi fan lo hanno fatto. Quindi sembrava che la cosa più genuina che potessimo fare come narratori fosse usarla un po’ come carburante in un modo che, si spera, rispetti la realtà della situazione. Abbiamo chiarito tutto con Simone in ogni fase del percorso, perché in nessun momento volevamo fare qualcosa in cui la famiglia dicesse: ‘Whoa, whoa, whoa, non farlo.’ “.
In Black Panther: Wakanda Forever dei Marvel Studios, la regina Ramonda (Angela Basset), Shuri (Letitia Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai Gurira) e le Dora Milaje (inclusa Florence Kasumba), combattono per proteggere la loro nazione dall’intervento delle potenze mondiali sulla scia della morte del Re T’Challa. Mentre i Wakandiani si sforzano per affrontare il loro prossimo capitolo, gli eroi devono unirsi con l’aiuto di War Dog Nakia (Lupita Nyong’o) e Everett Ross (Martin Freeman) e forgiare una nuova via per il regno di Wakanda. Introducendo Tenoch Huerta nei panni di Namor, Re di una nazione subacquea nascosta, nel film saranno presenti anche le star Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex Livanalli.
Black Panther: Wakanda Forever arriverà il 1 Febbraio su Disney+