Si corre come negli anni ’90 in JDM: Japanese Drift Master!
Uscito lo scorso Maggio su PC, JDM: Japanese Drift Master puntava a portare l’euforia delle corse clandestine alla Fast & Furious Tokyo Drift e Initial D in forma giocabile. Inevitabile quindi l’arrivo del gioco anche su console, con un primo pit stop su Xbox Series X|S e una versione PlayStation in arrivo l’anno prossimo.
Come abbiamo detto l’intento di JDM è quello di immergervi nel mondo delle gare illegali giapponesi che per anni hanno tenuto banco sia nella serializzazione di serie anime e manga sia in quello del cinema. E JDM lo fa mantenendo proprio questo stile e raccontandoci la storia di un giovane ragazzo, un gaijin, che si trasferisce nella fittizia prefettura di Guntama e inizierà la sua carriera da pilota “drifter” affrontando accese gare di derapata e sfidando i vertici della gerarchia che “regna” nella regione. Il tutto ci viene raccontato come in un manga attraverso la visualizzazione di alcune tavole illustrate che fanno da preambolo alle varie prove che Touma dovrà affrontare nel corso dei 5 capitoli che compongono la campagna del gioco. Al contrario di un Initial D o anche semplicemente di un Tokyo Drift, la storia di JDM è più rilassata e scanzonata rispetto ai drammi psicologici di un seinen, genere al quale si approcciano questo genere di produzioni, prendendo tutto molto più alla leggera e ironizzando su alcune situazioni come il farci chiamare “Sushi Boy” in quanto rider per un ristorante di Sushi. La storia nel suo piccolo è piacevole e per quanto esageratamente esasperata verso una giapponesità che di base non appartiene agli sviluppatori (con sede in Polonia) di per sé funziona e si lascia giocare riuscendo a intrattenere fra una gara e l’altra.

JDM si struttura come una sorta di Forza Horizon “lite” con una grande mappa aperta della prefettura di Guntama e un intreccio stradale di oltre 250 km da percorrere liberamente a tutta velocità driftando. All’interno dell’area avremo diversi punti di interesse, come le missioni principali che ci consentiranno di avanzare nel racconto eventi e storie secondarie prove per mettere alla prova le nostre abilità di guida, o i garage da usare per spostarci rapidamente da una zona all’altra della mappa. Quello che convince di Japan Drift Master però è il suo sistema di guida e il doppio approccio selezionabile che punta a due esperienze diametralmente opposte e in grado di accontentare un po’ tutti: uno arcade e più immediato l’altro simulativo e privo di tutti quegli assist e aiuti alla guida per uno stile più realistico dove ogni errore conta. Indipendentemente però dal livello di realismo che cercherete in JDM, entrando in derapata sterzando, frenando o tirando il freno a mano l’auto inizierà a slittare e a schermo apparirà un indicatore che ci aiuterà a mantenere il controllo dell’auto e a prolungare così il drift, che a sua volta influenza il moltiplicatore dedicato che serve a stabilire il punteggio della nostra manovra in base alla durata al tipo di derapata o quante ne andremo a infilare durante il percorso o entro il tempo stabilito.

La tenuta dell’auto cambia da modello a modello in base alla trazione e al tipo di settaggio, ma in generale si ha sempre un controllo abbastanza preciso e pulito del mezzo consentendoci di macinare punti su punti e battere i nostri avversari. Sempre a giro per la mappa avremo delle officine dedicate al tuning, i cui servizi permettono di mettere a punto non solo l’aspetto estetico delle auto ma anche quello che c’è sotto il cofano, agendo su diversi parametri e sbloccando nuove parti di motore sospensioni freni e tutti i vari aspetti che compongono il nostro mezzo migliorandone la resa finale su strada. Man mano che avanzeremo nella storia ci troveremo a dover spendere i nostri incassi delle vittorie in nuove auto e potenziamenti, così da poter competere con gli sfidanti avanzati che incontreremo nel corso della campagna. E sebbene manchi una modalità online è presente una classifica che raccoglie i tempi e punteggi migliori dei giocatori di JDM un incentivo per migliorare le nostre performance in pista.
Se il gioco in sé funziona molto bene pur trasudando spesso la sua natura di titolo indie dove va fuori strada è nel comparto tecnico. La versione PC di JDM proponeva uno stile abbastanza realistico e per sua natura non proprio leggero tecnicamente parlando. Questo porting su console, vuoi per poca esperienza per i limiti della macchina o per il budget a disposizione, soffre di numerosi problemi. A nulla serve la doppia modalità grafica, con quella dedicata al frame rate che tenta di mitigare un po’ i problemi, riuscendoci solo in parte abbassando la qualità generale e riducendo i fenomeni di stuttering, che però restano ben evidenti anche in questo caso.

A risentirne maggiormente è la resa visiva che perde quel tocco realistico dovendo scendere a compromessi con il resto. Abbiamo quindi un sistema di illuminazione che non rende giustizia e appiattisce tutto, un pop-up degli elementi del fondale evidente con la vegetazione che fatica a renderizzarsi fino all’ultimo, sembrando elementi cartonati adagiati sul fondale. C’è un ciclo giorno/notte, ma anche al buio per i problemi elencati si fatica a non notare difetti qua e là, che diventano meno evidenti in movimento ma sempre pronti a distrarre il giocatore alla guida. Peccato perché in generale il titolo di Gaming Factory è un buon racing game con tutti i limiti del caso, ma nel suo essere a metà strada fra un arcade e un simulativo riesce a trovare una sua identità e un marchio distintivo.
Anche perché al netto dei vari problemi di questo porting, lato vetture JDM fa un ottimo lavoro soprattutto per quanto riguarda le licenze presenti, che non è poca roba. Subaru, Honda, Nissan. I principali produttori giapponesi e i rispettivi modelli iconici sono tutti qui con un ampio catalogo fra cui scegliere. E anche laddove non ci riesce con la licenza abbiamo una controparte più o meno vicina alla reale come nel caso della Toyota AE86, qui ribattezzata Alpha Moriyamo o la Yotsuhoshi, l’equivalente sotto copertura della Mitsubishi. La realizzazione dei veicoli è buona con tanto di interni personalizzati nei quali ammirare i differenti cockpit. Meno convincente l’IA degli avversari, sempre agguerriti e ben sfidanti, ma spesso totalmente fuori controllo in preda ad azioni kamikaze, non ci penseranno su due volte a venirvi addosso o creare incidenti dal nulla fra più macchine.

Peccato però anche in questo caso la resa generale della grafica rovini qualsiasi aspetto positivo come quello delle vetture o delle piste stesse. La regione di Guntama offre una vasta serie di percorsi ispirati al Giappone, che ben si sposano con lo stile drifting del gioco. Zone urbane, sezioni autostradali, tornanti in collina e circuiti. Tutti studiati per dare il meglio di sé durante le derapate e non nelle semplici gare di velocità. Ed è un peccato che su Xbox giri così male perchè il lavoro fatto sul track design, e a più ampio respiro sul level design generale, viene castrato da una realizzazione tecnica veramente traballante e a tratti fastidiosa.
Un gioco basato sulle corse illegali potrebbe essere tale senza una colonna sonora adeguata? Certo che no. JDM offre diverse stazioni radio tematiche fra cui scegliere dove ad avere la meglio sono quelle che offrono J-Pop ed Eurobeat, genere per antonomasia legato a questo tipo di competizioni grazie anche all’anime di Initial D.
JDM Japanese Drift Master ci ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Aspettavamo da tempo questo porting per console e siamo rimasti abbastanza delusi per il trattamento ricevuto rispetto alla controparte PC, dove il downgrade grafico impatta negativamente sul resto del gioco mettendo in ombra tutti gli aspetti che invece funzionano. La storia della modalità single player intrattiene ed è tutto sommato divertente, il modello di guida funziona ed offre un pieno controllo dell’auto con tanto di possibilità di sceglierne una variante più simulativa. E anche il parco auto è più che vario e con tanto di licenze reali. Peccato per la resa finale che va a impattare negativamente su tutti gli altri aspetti del gioco e che speriamo possa avere margini di miglioramento anche grazie alla versione PlayStation in arrivo nei prossimi mesi.


