Keeper – La Recensione

Keeper è un’esperienza meravigliosa, che dice tanto senza pronunciare neanche una parola

Nel corso della sua storia, Double Fine ci ha spesso abituati a immaginari grotteschi, sporchi ma al contempo pieni di cuore. Keeper, in uscita oggi su Xbox e PC, è l’ennesimo baluardo della software house di Tim Schafer, ma il primo dell’era Microsoft (Psychonauts 2 era già in sviluppo durante l’acquisizione). Dietro al timone, Lee Petty, figura storica del team, e già director di titoli come Stacking, Headhunter e il rogue lite dimenticato troppo presto RAD. Ho giocato Keeper in anteprima, ne sono rimasto estasiato, e sono pronto a raccontarvene pro e contro cercando di non rovinarvi nessun momento dell’esperienza. Facciamo luce insieme quindi su Keeper e su cosa vi aspetta in questa nuova avventura.

Versione testata: Xbox Series X

Di luci e di uccelli

Per una serie di eventi, in Keeper ci ritorveremo al comando di un bizzarro faro antropomorfo, che, per un’altra serie di coincidenze, finirà per viaggiare attraverso divere location al fianco di Ramoscello, un piumato pennuto color smeraldo con quattro zampe. Il gioco narra della crescente amicizia tra i due che, incapaci di capirsi a parole, diventeranno inseparabili grazie alle loro azioni.
Non vi racconterò il resto della trama di Keeper. Non solo perché lo ha richiesto Petty, ma perché sarebbe come privarvi del gusto della scoperta, e dello stesso viaggio che ho fatto io non sapendo cosa mi aspettava dopo quanto visto nel trailer.


Vi basta sapere che Keeper segue l’esempio di Flow, che lo scorso inverno ha dimostrato che si può raccontare una storia senza proferire parola. Proprio come il gatto nero di Flow, anche il nostro faro non emette suoni, che non siano cigolii o frane di materiale. E nonostante questo, è in grado di creare un’empatia costante e crescente, mano a mano che si prosegue nell’esplorazione del mondo fantasy ideato da Petty e il suo team. Che sia un espressione di stupore o di paura, il faro diventa uno dei personaggi più espressivi di quest’anno, semplicemente muovendosi in un certo modo sul nostro schermo.

Keeper dice tantissimo senza dire effettivamente nulla, gli unici testi a schermo (tradotti neanche troppo bene) sono i prompt dei comandi mentre il resto della trama è fruibile in maniera diegetica guardando ciò che succede a schermo.
Messo da conto questo, resta invece curiosa la scelta di narrare il passato del mondo tramite gli obiettivi di Xbox (e presumo anche di Steam), ottenibili in presenza dei (pochi) collezionabili sparsi per il mondo.

Un mondo fatto di enigmi, silenzi e versi

Keeper è un’avventura a enigmi, tipica di Double Fine, che vi porterà a risolvere i problemi gettati sulla strada della bizzarra coppia di protagonisti. Il gioco alterna fasi da walking simulator a mappe più grandi, in cui si nasconde un indizio, uno strumento, o una leva, da attivare per poter proseguire. La natura degli enigmi è diversa e, per lo più vincolata al luogo in cui vi troverete. Proseguendo nella storia però, alcuni elementi verranno ereditati dalla mappa successiva, andando a costruire un album di ricordi divertenti e intriganti.

Certo, la soluzione unica mina la rigiocabilità, che diventa quasi nulla se non per recuperare quei pochi collezionabili menzionati più sopra. Non c’è nessun enigma troppo complesso. O puzzle irrisolvibile senza aver analizzato bene ciò che ci circonda. Non c’è sensazione di blocco che duri troppo a lungo. E soprattutto non c’è soluzione casuale o troppo arzigogolata. Il gameplay di Keeper è infatti adatto a un pubblico di ogni età.

Double Fine ha curato in maniera certosina il sound design, dal minimo fruscio dei rami, ai passi sulla pietra di una grotta, all’acqua che si infrange sulle coste, al crepitio del fuoco. I vasti quadri esplorabili dal nostro bizzarro duo di protagonisti sembrano seriamente dipinti in cui perdersi, così che ogni nuova tappa sembri una nuova sala da visitare.
Alcuni scorci di Keeper sono dei veri e propri quadri grazie all’utilizzo di tavolozze calde e fredde, a seconda dell’occasione, dei momenti che riempiono gli occhi e che dimostrano ancora una volta che il medium può regalare altro oltre a gameplay assuefacenti o frenetici. Keeper si prende i suoi tempi per raccontare una storia senza parole, dando vita a un mondo grottesco ma allo stesso tempo coloratissimo e capace di lasciare un segno.

Se da un videogioco invece cercate altro, rischiate di perdervi una piccola gemma, un mix tra un gioco ad enigmi e un walking simulator. La speranza vera è che Keeper non venga messo in ombra dalle numerose uscite di questi mesi.
La nuova avventura di Double Fine è un faro anomalo in mezzo alle esclusive di Microsoft. Keeper è un’esperienza contenuta, onirica ma al contempo ragionata, che se vi piace il genere non potrete che amare. Un titolo che dice tanto senza proferire mai parola, con un linguaggio visivo che punta tutto sull’empatia. E diamine se ci riesce!

Keeper è disponibile da oggi, 17 ottobre, su Xbox e PC, anche nell’Xbox Game Pass Ultimate

Keeper – La Recensione
Pro
Esteticamente meraviglioso
Alcuni enigmi interessanti
Contro
Bassa rigiocabilità
Prompt dei comandi in italiano sospetti
8.8
Voto