La Torre Nera: Per il ciclo “Fantastiche Avventure” – Recensione [NO SPOILER]

“La Torre Nera” è la prima trasposizione cinematografica dell’omonima saga di Stephen King. I romanzi del “Re dell’orrore” hanno avuto fortune alterne sul grande schermo, e questo film purtroppo si inserisce nello spettro negativo. Chi vi scrive non ha avuto il piacere di leggere l’opera originale, ma i problemi che affliggono la pellicola appaiono evidenti anche tralasciando qualsiasi tipo di confronto con la fonte d’ispirazione.

PER TUTTA LA FAMIGLIA 

 

“La Torre Nera” è un film scientificamente studiato per piacere a tutti, e che probabilmente non piacerà a nessuno. Strizza l’occhiolino a tutte le fasce di pubblico, riducendosi ad un prodotto per famiglie. Il protagonista è il tipico ragazzino incompreso con cui i bambini potranno identificarsi. Per i più grandicelli, ecco il classico coprotagonista burbero e rude, che però in fondo al cuore nasconde un’anima buona e gentile. Ad affrontarli, un cattivo privo di reali motivazioni, ma con un look che intriga e che può contare sul grande carisma dell’attore che lo interpreta.

Disorientare il pubblico con una trama complessa sarebbe assai dannoso, e dunque meglio optare per una storia dai connotati fantasy sempliciotta, con la profondità di una pozzanghera, mettendo al bando qualsiasi velleità neuronale. Come ciliegina sulla torta, un pò di umorismo scontato, per alleggerire situazioni che non devono mai diventare eccessivamente cupe. “La Torre Nera” sarebbe un film perfetto per il ciclo “Fantastiche Avventure”. Peccato che sia tratto da un libro di Stephen King. E la contraddizione appare evidente anche per un neofita del materiale.

 

SUPERFICIALITA’ E PIATTUME

La pellicola riesce perlomeno a intrattenere, dato che questo è il suo obiettivo dichiarato? Sì e no. Nulla di ciò che scorre sullo schermo rappresenta un vero insulto all’intelligenza dello spettatore, semplicemente perché la narrazione scorre lungo binari consolidati, e senza alcun tentativo di osare. Ma proprio l’assenza di coraggio rende tutto scontato e prevedibile. Se a questo aggiungiamo una caratterizzazione dei personaggi inesistente, ecco che la durata standard di 90 minuti, studiata a tavolino per non annoiare il target giovane, sembra dilatarsi a dismisura.

E’ difficile farsi catturare dalla mitologia che viene presentata, se questa manca di qualsiasi profondità, e se quel poco di background che viene fornito ai protagonisti è visto e rivisto. Roland, il Pistolero, dedito a difendere la Torre dagli attacchi del male, è l’ultimo sopravvissuto del suo rango, scampato allo sterminio. Impossibile non pensare ai Cavalieri Jedi. L’Uomo in Nero è un uomo cattivo vestito di nero. Perché è cattivo? Non è dato saperlo. Vuole scatenare le forze del male perché probabilmente si annoia. Questa superficialità si ripercuote su qualsiasi aspetto della narrazione. Sono presenti ottimi spunti, ma nessuno di questi viene approfondito.

 

NESSUNA CATTIVERIA

Stupisce anche la totale assenza di violenza grafica. Tutte le situazioni potenzialmenti scioccanti dal punto di vista visivo avvengono fuori scena. Posto che “La Torre Nera” non è propriamente una saga horror, sarebbe stato legittimo aspettarsi qualche momento di tensione. Ci si deve invece accontentare di scene action messe in scena in modo adeguato, ma prive di vero mordente. Anche perché la CGI talvolta è davvero scadente e artificiosa.

In generale, il film sembra essere stato realizzato con un budget molto basso. Del mondo di Roland non ci viene mostrato praticamente nulla, a parte il deserto e un villaggio striminzito. Il resto del film si svolge in ambienti urbani a dir poco anonimi. Manca il respiro epico, manca una sensazione di vero pericolo per l’umanità.

 

IL BICCHIERE MEZZO PIENO

Certo, non tutto è da buttare. Come accennato, la regia di Nikolaj Arcel si lascia guardare. Nessun picco particolare, ma bisogna ammettere che le sparatorie sono ben coreografate e dirette, e i momenti più frenitici risultano comunque molto chiari. Il cast ha cercato di fare il possibile. Matthew McConaughey, nei panni dell’Uomo in Nero, è l’elemento migliore del film. Mette al servizio di un personaggio a dir poco stereotipato tutta la sua abilità attoriale, cercando di elevarlo e di renderlo quantomeno affascinante.

Va peggio ad Idris Elba, perché la caratterizzazione di Roland è abbastanza piatta e monocorde. E’ credibile nei panni del “bad ass”, è carismatico, ma la sua bravura è messa a freno dalla sceneggiatura. Se la cava Tom Taylor, il giovane attore che interpreta il vero protagonista della vicenda, Jake Chambers. Ha il grande pregio di non rendere il suo personaggio insopportabile, e il rischio era dietro l’angolo. Non sfigura dinanzi ad attori con molta più esperienza di lui, e va sicuramente elogiato per il lavoro svolto.

CONCLUSIONI

“La Torre Nera” è il parto malato di un processo produttivo lungo e difficoltoso. Il materiale di partenza è stato sezionato, riassemblato e impacchettato in un prodotto senza rischi, che punta sull’usato garantito. Un blockbuster mediocre, dimenticabile, che non disgusta ma non entusiasma neppure. Un film TV da domenica pomeriggio, di quelli da guardare mentre si fa merenda, oppure poco prima di leggere un buon libro.

 

La Torre Nera
Pros
Matthew McConaughey
Recitazione nel complesso
Regia ordinata
Sparatorie ben coreografate
Gli spunti ci sono...
Cons
...ma non vengono sfruttati
Target troppo giovane
Totale assenza di profondità
Tutto sa di già visto