Bénédicte Moret ci racconta com’è essere parte di una famiglia a impatto zero… o quasi
Bénédicte Moret torna per Edizioni Sonda, con una fantastica graphic novel da lei scritta e illustrata, dove racconta come insieme alla sua famiglia stia riuscendo a portare avanti dal 2014 la missione Zero Rifiuti… o quanto meno cercare di ridurli al minimo possibile. In questo volume, Bénédicte ci spiega come e da dove è iniziato tutto questo, sempre con la sua inconfondibile ironia.
Ma prima di continuare, vi diciamo chi è Bénédicte Moret, forse non conosciuta da molti in Italia. Bénédicte Moret, alias Bloutouf, è un’illustratrice francesce e da ormai quindici anni collabora con istituzioni e associazioni ambientali. Insieme al marito Jérémie Pichon, con il quale ha già scritto due volumi sulla sensibilizzazione ambientale, ha un blog, Famille Zero Déchet, dove offre consigli su come adottare uno stile di vita il più possibile ecologico e sostenibile.
Tornando al libro, Le (dis)avventure della famiglia Zero Rifiuti o quasi…, è un perfetto manuale che, in maniera semplice e chiara, educa riguardo le problematiche ambientali, offrendo soluzioni e alternative che, anche in piccolo, possono avere meno impatto sul nostro Pianeta, purtroppo sempre più a rischio. La Moret va dritta al punto, senza perdersi in troppe verbosità, e ci racconta attraverso la sua esperienza cosa significhi rinunciare totalmente al consumismo, a favore di un uso di risorse consapevole. Niente verrà risparmiato: si va dal fare la spesa nelle piccole botteghe di una volta, ad acquistare solo alimenti che non prevedono imballaggi, alla memorabile passione per i contenitori in vetro per il cibo – e non solo. Esclusi anche i detersivi e i cosmetici, che – insegna Bénédicte – si possono fare benissimo a casa… nonostante qualche difficoltà iniziale. Per i vestiti vige invece la regola del “meno, ma meglio”. Acquistando un minor numero di capi infatti, seppur costosi, si compie quel passo per ridurre la piaga dello shopping compulsivo che va a favore dell’industria fast fashion, sempre più permeante nella nostra società.
Ovviamente, essere una famiglia Zero Rifiuti non è semplice e non tutto all’inizio è come bere un bicchier d’acqua; bisogna rimettere in discussione le proprie abitudini ed è una cosa che riesce in modo graduale se si è costanti nel tempo. Il consiglio che dà Bénédicte per chiunque voglia approcciarsi a questa nuova realtà, è quello di cominciare piano, piano a ridurre fino ad arrivare ad eliminare tutti quei prodotti che sono, anche se non all’apparenza, altamente inquinanti.
Tuttavia, lo scoglio più grande per lei era rappresentato nel coinvolgere i figli piccoli nel progetto. I bambini, si sa, fanno più fatica a capire certi meccanismi e a farli propri e difficilmente pensano al destino della Terra quando vogliono mangiare schifezze o chiedono a Babbo Natale un giocattolo poco eco friendly. Eppure, armandosi di pazienza e buona volontà, tutto ciò è possibile. Spesso infatti, siamo erroneamente portati a pensare che i più piccini non siano in grado di comprendere problemi complessi, invece se spiegati con semplicità, anche loro riescono sorprendentemente ad accettare e capire il perché di una determinata scelta. Coi bambini, la chiave, sta tutta nel dare delle alternative in cui coinvolgerli attivamente, senza imposizioni o diktat, altrimenti è chiaro e normale che, vivendo la situazione come un obbligo ingiustificato, potrebbero rendere l’impresa un po’ più difficile. Non stupisce nemmeno il fatto che il più delle volte sono proprio loro a essere più responsabili degli adulti che, benché abbiano in teoria tutti gli strumenti necessari per comportarsi responsabilmente, non lo fanno.
Certo, ciò non toglie il concedersi qualche sfizio ogni tanto, come l’acquisto di un paio di scarpe. Siamo umani ed è naturale sentire certi bisogni. Non vanno condannati ma soddisfatti con la consapevolezza che non per questo sarò responsabile della fine del mondo se, nel mio piccolo, ogni giorno mi impegno nella salvaguardia dell’ambiente.
L’essere una famiglia Zero Rifiuti era stato per Bénédicte e Jérémie un esperimento da portare avanti un anno, ma al termine di questo, si sono resi conto che il cercare di produrre meno rifiuti possibile poteva diventare un vero e proprio modo di vivere, anche se limitato alla sfera della quotidianità. È chiaro infatti che le grandi industrie e potenze mondiali, che dovrebbero essere in prima linea contro il disastro ambientale, non saranno mai disposti, purtroppo, a fare quel passo necessario per ridurre i consumi. Per questo, come dice la stessa Bénédicte, sono i cittadini e le persone comuni a poter fare la differenza. Ognuno di noi può fare qualcosa, in base alle proprie disponibilità, l’importante è dare inizio al cambiamento. Cambiamento che non per forza deve essere da subito radicale, ma anzi è importante essere tolleranti e comprensivi con chi si sceglie di intraprendere questo percorso per la prima volta. Anche se non possiamo fare tutto, non vuol dire che non dobbiamo fare niente.
Infine, l’edizione italiana di Le (dis)avventure della famiglia Zero Rifiuti o quasi…, è correlata da un interessante focus a cura di Lucia Valentina Nonna, cofondatrice della rete Zero Waste e miglior blogger 2019 per Greenstyle. Lucia Valentina ci dà 5 consigli utili su come essere impegnati nella riduzione dei rifiuti anche durante l’emergenza Covid.
Tutti noi ci ricordiamo sicuramente delle corse alle scorte di cibo. E anche i più ecologisti hanno dovuto limitare le interazioni sociali per salvaguardare la propria e l’altrui salute, perciò era diventato quasi un obbligo il dover acquistare esclusivamente nei supermercati. Durante i periodi di emergenza sanitaria è importante e necessario adottare certi comportamenti, seppur di per sé non sostenibili. Ma se da un lato abbiamo le mani legate su dove, per esempio, poter acquistare i beni di prima necessità, dall’altro è comunque possibile continuare a essere eco-sostenibili anche tra le proprie mura domestiche, adottando norme di comportamento adeguate.
Insomma, la graphic novel di Bénédicte Moret è un volume che ci sentiamo di consigliare, sia che siate interessati alla questione ambientale, sia che vogliate saperne di più a riguardo. Ottima anche come lettura per indirizzare i più piccoli verso un’educazione sostenibile.