L’eliminazione di Apu è il simbolo perfetto del falso moralismo che dilaga

Simpson apu
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Nei giorni scorsi i Simpson sono stati al centro dell’attenzione mediatica a causa della polemica che ha visto protagonista uno dei suoi personaggi storici ovvero Apu l’indiano. Ma facciamo un passo indietro per spiegare come è nata tutto questo marasma.

Tutto iniziò circa un anno fa, quando il comico indiano Hari Kondabolu realizzò un documentario dal titolo The Problem With Apu per criticare la natura stereotipata del personaggio. Nonostante la risposta di Matt Groening e della produzione avvenuta durante il 15esimo episodio dalla 29esima stagione dal titolo No Good Read Goes Unpunished, negli ultimi giorni si è tornato a parlare del nostro caro vecchio gestore del Jet Market di Springfield.

Il produttore Adi Shankar ha infatti rivelato ad Indiewire che il personaggio verrà eliminato dallo show per evitare ulteriori polemiche.

La risposta di Al Jean produttore dei Simpson non ha però tardato ad arrivare.

“Adi Shankar non è un produttore dei Simpson. Gli auguro il meglio ma lui non parla per il nostro show.” 

Ora mettendo momentaneamente da parte la possibilità concreta o meno dell’eliminazione del personaggio, la notizia fa comunque riflettere. Fa riflettere su come ormai le produzioni siano schiave dell’eccessivo e anormale moralismo che si sta sviluppando negli ultimi anni. Basti ricordare (per rimanere in tema con il mondo nerd) alla critica sterile contro la copertina di Joker, quellla di Iron Man in Marvel o per il cartellone di X-Men Apocalisse. Prendiamo d’esempio i Simpson. Da sempre è una delle serie più irriverenti e stereotipate. Pensate ai personaggi italiani come Tony Ciccione o Luigi il cuoco, o a Willy il giardiniere che in Italia è sardo ma nella versione originale è l’essenza dello stereotipo scozzese. Ma anche Homer è lo stereotipo stesso dell’americano medio da ciambelle e birra.

Ormai purtroppo funziona così e Apu è l’esempio di come internet a volte sia usato nei modi più sbagliati oltre ad essere il chiaro e lampante esempio di tutto questo. E mentre aspettiamo la conferma sul destino del povero Apu possiamo magari perdere anche noi tempo prezioso per indignarci per il fatto che gli italiani nei film e nelle serie tv parlano tutti come Super Mario. O magari no!