Let Me Eat Your Pancreas è un film giapponese romantico e toccante su vita, amore e malattia che arriva per la prima volta nelle sale italiane.
Se siete alla ricerca di un film horror con zombie mangiauomini, resterete terribilmente delusi da questo titolo giapponese. Perché, per quanto curioso possa sembrare il nome, Let Me Eat Your Pancreas è tutt’altro che un film splatter. Si tratta, infatti, di un film romantico che parla di malattia, amore, amicizia e fiducia e la cosa più macabra in Let Me Eat Your Pancreas sono solo le battute scherzose della protagonista femminile sul cannibalismo.
Let Me Eat Your Pancreas è stato originariamente pubblicato come light novel nel 2015 ed è arrivato anche tradotto in italiano nel 2018. Grazie al successo del romanzo, è stato creato un adattamento manga pubblicato dal 2016 al 2017. Nello stesso anno, nel luglio del 2017, è stato prodotto l’adattamento live action di cui vi stiamo parlando in questa recensione e nel 2018 è stata prodotta una versione anime arrivata in Italia nel 2019.
Proprio in questi giorni, esattamente il 3-4-5 febbraio 2025, si inaugura la stagione dei live action con l’uscita del teen-drama Let Me Eat Your Pancreas (in originale Kimi no Suizō wo Tabetai), che arriva per la prima volta nelle sale italiane. Tra febbraio e aprile 2025, oltre a Let Me Eat Your Pancreas, ci saranno anche Your Eyes Tell (7-9 aprile) e April Come She Will (28-30 aprile). Ma scopriamo di più su questo piccola grande perla giapponese.
La trama
La storia è ambientata in Giappone e segue il narratore “Io” (Haruki), un insegnante di liceo che lavora nella stessa scuola da cui si è diplomato. Anche se ha scelto questa professione su consiglio di una persona speciale, è tormentato dai dubbi: è sempre stato un solitario, quindi cosa lo rende adatto a insegnare e interagire con le persone? La sua vita comincia a cambiare quando gli viene chiesto di riordinare i libri della biblioteca scolastica, destinata alla chiusura per il suo stato di degrado.
A quel punto, i ricordi dei suoi anni da studente tornano a farsi vividi. Tra questi, il tempo trascorso con una ex compagna di classe, Sakura, che aveva scoperto essere affetta da una malattia terminale al pancreas dopo aver trovato il suo diario “della malattia” in ospedale. Un rapporto nato per caso ha portato a qualcosa di davvero speciale il cui epilogo è più cruento di quello che si possa immaginare. Per tale ragione non passa giorno senza che Haruki senta la sua mancanza.
La storia si sviluppa alternando passato e presente, in un dualismo che funziona molto bene. A proposito di pancreas, perché questo titolo? Non è spoiler, nonostante lo spieghi Sakura proprio ad Haruki: c’è una credenza popolare, in Giappone, che recita più o meno così: se un organo del corpo ha un problema, allora mangiare quello stesso organo di un animale lo curerà. Ecco perché dire a una persona, anche in maniera ironica, “voglio mangiare il tuo pancreas” significa ammettere la propria malattia. E volerla combattere.
I personaggi principali
“Io” (Shiga Haruki) è il protagonista e narratore della storia. Durante il film, il suo nome non viene rivelato subito: viene spesso chiamato “il compagno che conosce il segreto” o “il compagno dall’aspetto ordinario” o ancora “il compagno silenzioso”. Haruki è un emarginato, un topo da biblioteca che preferisce leggere romanzi piuttosto che socializzare. È un po’ codardo, ma genuinamente sincero e gentile. È incuriosito da Sakura e, anche se all’inizio si sente obbligato a frequentarla, col tempo si affeziona sinceramente a lei. Nel film, la versione adulta di Haruki è interpretata da uno straordinario Oguri Shun abilissimo nel rendere le emozioni più mature del personaggio. La versione liceale è, invece, interpretata da Kitamura Takumi, che è stato fantastico nel mostrare le emozioni pure e innocenti del personaggio con un colpo di scena finale da spaccare il cuore.
Yamauchi Sakura, interpretata da Hamabe Minami, è l’opposto di Haruki: è popolare, solare e socievole, ma nasconde una profonda paura di morire. Minami ha fatto un lavoro straordinario nel far emergere il lato vulnerabile e ottimista di Sakura. Tra l’altro, piccola curiosità: questa pellicola ha permesso all’attrice di spiccare tra le star di punta giapponese comparendo in grandi progetti come One Day, You Will Reach the Sea, Shin Masked Rider e Godzilla: Minus One. Tra gli altri personaggi importanti spiccano Kyoko, la migliore amica di Sakura, interpretata elegantemente nella versione adulta da Kitagawa Keiko e nella versione liceale da Otomo Karen e Gamu-kun, l’unico amico di Haruki, interpretato ottimamente da Yusuke Kamiji nella versione liceale e da Yûma Yamoto nella versione adulta.
La dolcezza dell’innocenza
La bellezza di Let Me Eat Your Pancreas sta proprio nella relazione insolita tra Sakura e Haruki: non è del tutto romantica né puramente amichevole. È come se oscillasse tra amicizia e amore. Il film mostra la loro dinamica in modo sottile e realistico, mentre il romanzo, così come il manga, provano a enfatizzare maggiormente il lato romantico. Haruki sembra chiaramente avere un interesse romantico per Sakura, mentre lei rimane più criptica. Un aspetto affascinante del personaggio di Sakura è il suo rifiuto dell’idea di “destino” o “coincidenze”. Per lei, gli incontri e le relazioni sono frutto di scelte, non di casualità.
Questo pensiero colpisce molto, così come il suo approccio positivo alla vita nonostante la malattia. Quest’ultima viene sempre trattata in modo onirico e molto superficiale, tranne nella seconda parte del film quando tutto inizia a delinearsi maggiormente, ma è già troppo tardi, lasciando lo spettatore con un senso di malinconia agrodolce difficile da dimenticare.
La fotografia è delicata e completa la storia. Stupendi i momenti con i ciliegi in fiore e i momenti in cui, negli stessi luoghi, ci sono entrambi i personaggi e poi solo uno con una paletta cromatica che passa dallo sgargiante al seppia cupo. Anche la colonna sonora è stupenda, con pezzi di pianoforte morbidi e il tema “Himawari” di Mr. Children, che si adatta perfettamente all’atmosfera del film. Il film, poi, differisce leggermente dal romanzo e dal manga: nel libro Haruki racconta la storia poco dopo la morte di Sakura, mentre nel film lo vediamo 13 anni dopo come insegnante. Inoltre, il film esplora meno la relazione tra Haruki e Kyoko.
Sempre in ambito tecnico, il regista Sho Tsukikawa usa delle inquadrature mirate che mettono sempre al centro dell’inquadratura i protagonisti e in particolare i loro volti, soprattutto quando si passa dalla gioventù all’età adulta: le espressioni e primi piani sono fondamentali per la comprensione dei personaggi e del loro ricordo di Sakura e del rapporto che avevano con lei.
Conclusioni
In conclusione, consiglio assolutamente di vedere questa pellicola. Let Me Eat Your Pancreas è senza dubbio uno dei migliori film romantici giapponesi, nonostante qualche piccola imperfezione dovuto ai classici cliché nipponici (come per esempio le reazioni esagerate di alcuni personaggi o alla ridondanza di alcuni comportamenti). Lascia una piacevole sensazione di calore perché racconta una storia adorabile sul primo amore impossibile da dimenticare e lo fa con durezza, dolcezza e incredibile realismo.