Little Nightmares III è un interessante esperimento che mescola i toni della saga creata da Tarsier Studios con la struttura dei recenti titoli targati Hazelight Studios.
Quando il primo Little Nightmares approdò sul mercato nell’aprile del 2017, la risposta da parte del pubblico non fu del tutto omogenea. Da un lato, gli amanti dell’horror si innamorarono dei toni oscuri dell’avventura di Six. Dall’altro, in molti si accorsero di tutte quelle limitazioni ludiche che rendevano il gioco un po’ troppo monocorde. Il risultato fu comunque positivo, permettendo al titolo di vendere più di due milioni di copie e di ottenere così il via libera per un seguito. O meglio: a un prequel.
Uscito nel febbraio del 2021, Little Nightmares II racconta gli avvenimenti precedenti la storia del primo capitolo, introducendo anche un nuovo protagonista: Mono. Viene quindi riposta maggiore attenzione nel comparto narrativo, mentre il gameplay viene rafforzato da una struttura che simula un titolo co-op. Quello che ne esce è un’opera single player più varia e oscura del precedente, che riesce così a consolidare il successo della saga. Con l’acquisizione di Tarsier Studios da parte di Embracer Gruop, però, arriva la cattiva notizia: il team svedese è costretto ad allontanarsi dal franchise che ha creato, che rimane così nelle mani di Bandai Namco.
Dopo l’ottimo lavoro svolto sulla Enhanced Edition del secondo capitolo per le console di attuale generazione, Bandai Namco ha deciso quindi di delegare la serie a Supermassive Games (Until Dawn, The Quarry). Nella scorsa settimana abbiamo quindi potuto mettere le mani su Little Nightmares III, in uscita il prossimo 10 ottobre. Sarà riuscito il team inglese a interiorizzare lo stile di Tarsier e a dare vita a qualcosa di altrettanto valido? Scopritelo insieme a noi!

DUE NUOVI PROTAGONISTI
La trama di Little Nightmares III lascia Mono e Six alle spalle, per raccontarci la storia di Low e di Alone, due nuovi personaggi in fuga. Intrappolati nella Spirale, una serie di luoghi inquietanti collegati tra di loro da alcuni misteriosi specchi, i due dovranno fare di tutto per trovare la strada verso casa. Il tutto evitando di venire catturati dalle mostruosità che popolano il loro mondo, aiutandosi a vicende anche nei momenti più difficili.
Da un punto di vista narrativo, Little Nightmares III ci è parso meno a fuoco rispetto ai due capitoli precedenti. Questo perché Low e Alone sono personaggi poco caratterizzati e che ottengono un “senso” solo nel finale. Finale che, per certi versi, ci ha lasciati spiazzati e che sembra lasciare una porta aperta (o uno “specchio”, per rimanere in tema) ai DLC già annunciati. Speriamo che la parte di trama in arrivo non sia una sorta di finale venduto a parte, bensì un’avventura extra in grado di dare maggiore struttura al mondo di gioco. Un mondo che, per quanto in maniera inferiore rispetto al passato, troviamo ancora dannatamente affascinante.

IL FASCINO DI UN MONDO DISTORTO
Little Nightmares, infatti, è una serie che racconta non solo le vicende dei vari protagonisti, ma che dipinge davanti ai nostri occhi degli ambienti inquietanti che narrano storie a loro volta. Una sensazione presente anche in questo terzo capitolo, che offre alcuni scenari davvero riusciti e ci ha tenuti incollati fino alla fine del viaggio. Nonostante l’innegabile qualità raggiunta, abbiamo però trovato l’intera esperienza meno profonda rispetto al passato, con una storia più bidimensionale e priva di grandi spunti di riflessione. Lo stesso si può dire anche delle mostruosità decise a porre fine alla vita di Low e Alone. Se alcune di esse riescono a tenere testa con le creature viste in passato, altre assumono toni un po’ troppo “fantastici”, privandoci di quell’orrore del quotidiano che tanto ha reso celebre questo franchise.
Ammettiamo, però, che questa sensazione di “mancanza” potrebbe essere in parte dovuta anche alla scarsa longevità dell’opera. Longevità composta da quattro scenari di gioco, per una durata complessiva di poco più di quattro ore. Forse, con un paio di aree in più, il risultato finale sarebbe stato differente.
Little Nightmares III vanta comunque dei momenti meravigliosi e disturbanti, che sicuramente faranno piacere agli amanti della saga. Una saga che è riuscita a sopravvivere all’allontanamento di coloro che l’hanno creata e che dimostra quanto questo universo narrativo possa essere ulteriormente esplorato.

MULTIGIOCATORE, MA NON TROPPO
Nel tentare di dare una prospettiva nuova alla serie, Supermassive Games ha avuto un’idea brillante: prendere la struttura coop di Little Nightmares II e aprirla al multiplayer.
Ecco che le avventure di Low e Alone possono quindi essere giocate in compagnia di un altro giocatore, un po’ come accade nei recenti titoli di Hazelight Studios. Questo comporta anche una differenziazione delle abilità dei due personaggi. Low è, infatti, in possesso di un arco con il quale raggiungere gli obiettivi più lontani, mentre Alone di una chiave inglese in grado di danneggiare i nemici vicini e di aprire dei passaggi. L’idea di fondo funziona e in alcuni momenti la chimica tra i due protagonisti trasmette ottime vibrazioni. Peccato, però, che le interazioni non presentino la varietà di altri titoli di questa tipologia, limitando la reale collaborazione ad alcuni specifici momenti della storia come la scena dei burattini e la boss fight finale.
L’aggiunta del multiplayer mina inoltre l’esperienza horror, che se giocata con un altro utente in cuffia finisce per scemare quasi del tutto. Un vero peccato, vista la natura inquietante della produzione. Fortunatamente, però, Little Nightmares III può essere giocato anche tutto in solitaria, come accadeva nel secondo capitolo.
Ci sentiamo, però, di muovere una critica anche nei confronti dell’IA del nostro compagno digitale. Il più delle volte sarà proprio lui a guidarci nella strada da seguire, interagendo con le giuste parti dello scenario per procedere nell’avventura. Questo ha semplificato di molto il level design, privandoci della possibilità di sbagliare o di ragionare troppo sulle situazioni. È proprio per questo motivo che abbiamo affrontato l’intera storia quasi correndo, senza prestare la dovuta attenzione ai collezionabili (che abbiamo relegato alla seconda run). Little Nightmares III è sicuramente un passo nella giusta direzione, ma ci sono ancora diversi aspetti che meritano di essere limati.

UN MONDO DISTORTO
Come abbiamo avuto modo di affermare, questo terzo capitolo presenta creature meno riuscite rispetto a quelle viste nei capitoli precedenti. Nonostante ciò, però, Little Nightmares III è un piacere per gli occhi e per le orecchie. Il tono generale dell’opera ci ha conquistato e in alcuni momenti siamo rimasti stregati dalle soluzioni artistiche proposte. I ragazzi di Supermassive Games hanno dato il massimo per replicare lo stile e l’effetto dei primi due episodi della serie, portando in scena una fiaba horror a tratti molto convincente. Il gioco, per quel poco di testo presente, vanta i sottotitoli in italiano e non abbiamo riscontato alcun bug nel corso della nostra prova. L’ennesima conferma della bontà strutturale di un gioco che, nel suo piccolo, si dimostra assolutamente solido.
LITTLE NIGHTMARES III, IL COMMENTO FINALE
Little Nightmares III non è il miglior capitolo della serie, ma è senza dubbio un nuovo punto di partenza per la saga. Al di là dei confronti con il lavoro svolto da Tarsier Studios, è evidente l’impegno di Supermassive Games nel fare di tutto per portare avanti il franchise con dignità. Se avete amato i precedenti capitoli della serie, molto probabilmente vi appassionerete anche a questa nuova avventura. Se, invece, speravate in un salto di qualità potreste rimanere delusi del risultato finale. Le nuove meccaniche convincono solo in parte e il tono dell’opera risulta meno “distorto” di quanto visto in passato, soprattutto quando giocato insieme a un’altra persona. In ogni caso, Little Nightmares III è un esperimento interessante, che merita di essere esplorato. Se farlo a prezzo pieno o aspettando una prima ondata di sconti, però, spetta a voi deciderlo.