Versione testata: Playstation 4
Vi ricordate quando avevate sei anni? Vi portavano a casa di vostra zia o vostra nonna la domenica, e c’era quella stanza sempre chiusa. Nessuno entrava mai lì, ancora oggi non avete idea di cosa ci fosse. Ma ricordate benissimo quanto vi inquietava quella stanza, quanto avevate paura all’idea di passare quella porta. Ebbene, Little Nightmares è quella stanza.
Platform che passione
Tarsier Studios ha, fin dalla sua fondazione, sempre lavorato al genere platform. Infatti dopo essere stata la “spalla” di Media Molecule producendo i DLC di Little Big Planet 1 e 2 e poi prendendone in mano le redini del progetto con il terzo capitolo. Ha anche lavorato alla rimasterizzazione di Tearaway per Playstation 4.
Questo è il loro primo vero progetto, una nuova IP ed un titolo per la prima volta multipiattaforma (Playstation 4, Xbox One e PC). Il team svedese ha dato alla luce questo gioco, non perfetto ma con tanta ispirazione e pregi.
Play with your childhood fears
Questo viaggio parla di Six, una bambina di sei anni accompagnata dal suo impermeabile giallo e da tutte le preoccupazioni riguardo il mondo che la terrorizza e la opprime, facendole vivere un incubo. Anche il sottotitolo del trailer di lancio “Play with your childhood fears“, rende perfettamente l’idea di tutto lo stato d’animo del gioco. Six, si muove in un ambiente tridimensionale, infilandosi sotto a tavoli e sedie per scampare ai terribili “mostri”. Un velo nebbioso avvolge tutti gli ambienti del gioco che sono scuri e poco illuminati. Six per aiutarsi ha in dotazione una piccola fiammella. L’idea di base ricorda molto il videogame uscito per Playstation 2 nel 2005, Haunting Ground. Infatti la protagonista del survival horror made in Capcom, Fiona, si trova a dover fuggire dai suoi aguzzini senza potersi difende in alcun modo, un po’ come fa la piccola Six per tutto il gioco.
Sanguisughe, mostri e ansia
Al contrario dell’ambientazione la giocabilità è da sogno, limitata ma semplice ed intuitiva.I comandi sono pochi e prestabiliti, infatti la piccola protagonista può saltare, tirare gli oggetti a se, spingerli e lanciarli. Altra azione consentita è chinarsi e arrampicarsi in vari posti. Tutto il percorso è una serie di enigmi ambientali, che ricordano l’amatissimo Limbo, e di fughe precipitose dai “mostri” che danno continuamente la caccia a Six. Gli enigmi sono ben costruiti, mai troppo difficili ma comunque ben elaborati. Anche il level design non sfigura, nascondendo in tanti punti piccole deviazioni e antri nascosti tutti da scovare a caccia dei collezionabili. Il gioco si avvale della tecnica del backtracking. Infatti alcuni scenari vengono ripetuti più di una volta ma mai in maniera fastidiosa, sempre seguendo una logica intelligente. Purtroppo la longevità è la grande pecca di questo gioco, infatti tutta la storia si sviluppa in poco più di 3 ore di gioco. Proprio oggi Tarsier Studios ha detto che il gioco non è finito qui, ma avrà degli sviluppi futuri; non sappiamo se sotto forma di DLC o tramite un sequel.
Le Fauci
Tutto il gioco si svolge all’interno di una nave che si chiama appunto “Le Fauci” ed è divisa in diversi ambienti: la stiva, il dormitorio, la cucina e le stanze della Signora. Il primo ambiente, è quello introduttivo, infatti è qui che Six muove i suoi primi passi fra angusti corridoi e sanguisughe striscianti per arrivare sino al secondo ambiente: il dormitorio. Abitato da bambini/bambole che riposano su culle traballanti, è uno dei posti più inquietanti di tutto il gioco. Il terzo quadro è la cucina, popolata da cuochi deformi e pile di piatti sporchi che minacciano l’incolumità di Six. L’ultimo ambiente è l’insieme delle stanze della Signora che rappresenta un po’ la madre della piccola Six, che controlla tutti i suoi movimenti e che è ovviamente il boss finale. Tutti gli ambienti sono molto emblematici, infatti sono metafore delle paure che si annidano nell’animo dei bambini e che ognuno di noi ha affrontato almeno una volta nella vita. Durante tutto il percorso si nota un’evoluzione di Six come se crescendo grazie alle esperienze diventasse sempre meno bambina. Lascio ai giocatori scoprire come.
Videogioco da incubo o da sogno?
Per gli appassionati di platform-indie questo è sicuramente un videogame validissimo da giocare tutto d’un fiato, che potrebbe essere in grado di far appassionare tutti. Da giocare assolutamente, in primis per le ambientazioni da brivido in tutti i sensi. In secondo luogo perché la combo ansia-enigmi che vi terrà incollati al controller.