Live a Live – La Recensione

Live a Live: scopriamo insieme questo grande classico Square Enix.

La storia è costellata di videogiochi che per un motivo o per l’altro sono rimasti ad appannaggio della sola utenza giapponese. Vuoi per la difficoltà e i costi di adattamento, o una questione culturale o ancora la mancanza di un pubblico di riferimento occidentale, sono molti quei titoli che vengono considerati dai fan delle perle del videogioco e che non sono mai stati resi disponibili ufficialmente, se non passando per vie secondarie, fatte di traduzioni amatoriali e metodi di fruizione non proprio legittimi.

Negli ultimi anni però questa tendenza sembra andare un po’ controcorrente e fra la continua necessità di proporre nuovi contenuti e una specie di tacito “mea culpa”, le varie software house stanno mettendo in atto diverse operazioni nostalgia, facendosi perdonare (con diversi anni di ritardo) le colpe del passato.

Fra queste la più attiva nel ripescare i suoi titoli inediti è senza ombra di dubbio Square Enix, che negli ultimi 48 mesi ha visto la pubblicazione di diversi titoli come Seiken Densetsu 3, da noi conosciuto come Trials of Mana, con un remake completo in 3D, il porting di Chrono Cross con tanto di Radical Dreamers al seguito, l’avventura testuale che collegava i due giochi della serie “Chrono”, e proprio in questi giorni Live a Live, iconico RPG classe 1994 e fonte di ispirazione in tempi più recenti per Octopath Traveler.

E proprio con quest’ultimo ne condivide l’aspetto grafico, in quanto Live a Live fa parte di quei titoli così detti HD-2D, il cui comparto tecnico si ispira alla pixel art dell’era 16 bit, adattandola però alle velleità tridimensionali delle console odierne, per un risultato che viaggia fra il vintage e il moderno.

A 28 anni di distanza adesso è il momento di mettere le mani su Live a Live per scoprire se le voci sul suo conto, che lo descrivono come uno dei JRPG più belli di sempre, siano vere o meno.

Data di uscita
22 Luglio 2022
Sviluppato da
Square Enix / historia Inc.
Distribuito da
Nintendo
Piattaforme
Nintendo Switch
Versione Testata
Nintendo Switch
Il nostro Punteggio
8.6
Come in Octopath Traveler, anche Live a Live si struttura come una storia corale, con 7 protagonisti pronti a vivere altrettante avventure, in sette linee temporali diverse partendo dalla preistoria, passando per la Cina Imperiale e il Giappone feudale, per spingersi poi fra presente e futuro.

Non esiste un ordine preciso con il quale affrontare le storie, ed ogni capitolo sarà autoconclusivo e privo di collegamenti che lo leghino ad altri eventi. La particolarità di Live a Live sta negli approcci narrativi dei vari racconti e su come siano stati differenziati strutturalmente a livello di gameplay, pur mantenendo saldo un punto in comune, quello del sistema di combattimento, di cui vi parleremo tra poco.

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Se nella Preistoria i protagonisti usano un sistema di comunicazione non verbale, basato su gesti ed emoticon, il capitolo ambientato nel lontano futuro sarà impostato come una visual novel che mescola insieme due classici del cinema come Alien ed Odissea nello spazio, aggiungendo al racconto un’inaspettata vera horror. Il capitolo ambientato nel presente invece si struttura come una sorta di emulo di Street Fighter 2, mentre l’altro episodio ambientato nel Futuro Prossimo pesca a piene mani dai racconti per la TV giapponese dei programmi per ragazzi, fra poteri psicocinetici, robottoni e kaiju.

Le varie storie offerte da Live a Live si lasciano apprezzare particolarmente, e salvo un paio la cui durata è relativamente breve (e in cui sarà difficile immedesimarsi nel racconto o empatizzare con il protagonista) le altre offrono spunti interessanti e un buon grado di intrattenimento.

Questo mette però in evidenza forse l’unico vero difetto di Live a Live se giocato nel 2022. Per quanto tutto sia invecchiato meravigliosamente bene, l’impianto narrativo soffre per la troppa semplicità delle varie storie, e se nel 1994 rappresentavano un grande sforzo creativo, decontestualizzate ad oggi appaiono come delle semplici storielle e nulla più. Il fatto poi che sia tutto estremamente lineare, guidato e privo di una vera e propria componente esplorativa (salvo qualche breve accenno in un paio di capitoli) accentua ancora di più questo “difetto”.

A livello di meccaniche ogni capitolo cerca di diversificarsi dagli altri, ogni episodio è un’esperienza a sé, ed una volta portato a termine uno, sarete colti dalla curiosità di cosa vi offrirà il prossimo.

Ad esempio durante il nostro viaggio nel Giappone Feudale saremo chiamati ad infiltrarci nella fortezza di un malvagio Lord per effettuare una missione di salvataggio. Qua potremo scegliere se affrontare il tutto a muso duro, affettando nemici e demoni con la nostra katana o se muoverci nell’ombra indisturbati, risparmiando così vittime innocenti e alzando notevolmente il livello di sfida in quando le occasioni per livellare saranno ben limitate. O ancora nell’Oggi, il capitolo strutturato come un picchiaduro, il nostro protagonista potrà assimilare le tecniche dei vari avversari, così da arrivare a fine storia con un set ricco e vario, che ci servirà per sopravvivere nel capitolo finale del gioco nel quale le varie storie convergeranno.

Si perché una volta che avrete salvato tutte e 7 le timeline avremo accesso ad un’ottava storia finale che servirà da capitolo rivelatore e legherà tutti i vari protagonisti ad un unico destino e ad un finale comune, ottenibile nel secondo capitolo extra sbloccabile successivamente.

Live a Live è completabile fra le 25 e le 30 ore, durata richiesta per completare il gioco fino al suo True Ending. Non è presente un vero e proprio post game, ma il capitolo finale ci offrirà abbastanza libertà esplorative e qualche piccolo extra con alcuni dungeon segreti esplorabili e una manciata di boss da affrontare per alzare il proprio livello, dato che la curva della difficoltà subirà una lieve flessione verso l’alto proprio in questa fase.

Live a Live rientra nel genere dei JRPG a turni, offrendo un particolare sistema di combattimento ibrido fra il classico turno statico e una sorta di ATB, dove le azioni di compagni e nemici vengono scandite dai movimenti effettuati sulla griglia del campo di battaglia.

Ogni personaggio avrà a disposizione attacchi base e tecniche più avanzate sbloccabili salendo di livello (o tramite modalità particolari del capitolo), e potranno essere utilizzate liberamente senza limiti dettati da punti magia o simili. Gli unici vincoli imposti saranno vincolati dal raggio d’azione delle mosse stesse, che vi obbligheranno a muovervi sulla griglia per riposizionarvi per colpire il bersaglio con il rischio che arrivi il turno d’attacco dei nemici.

Durante la fase offensiva, nel caso il personaggio non disponga di mosse curative, potremo usare alcuni oggetti raccolti per ripristinare la salute. E in caso di game over saremo costretti a ricaricare un salvataggio precedente o affidarci all‘ottimo sistema di autosave, che ci garantirà una perdita minima di progressi.

La difficoltà delle battaglie non è mai un ostacolo, e saremo quasi sempre in grado di fuggire da una battaglia ogni qualvolta le cose si complichino. Gli unici picchi li avremo durante i vari boss di fine capitolo o nella parte finale del gioco, dove i vari protagonisti si riuniranno e sarà necessario dover spendere qualche ora per livellare e recuperare qualche equipaggiamento che andrà a potenziare le varie statistiche fisiche.

L’operazione nostalgia di Live a Live abbraccia soprattutto il comparto tecnico che ne rielabora i pixel originali per dargli una seconda vita grazie alle bellezze dell’HD-2D mosse dall‘Unreal Engine, mantenendo intatta la magia retrò della grafica originale e allineandosi a gli ultimi titoli di Square Enix che adottano lo stile come Octopath Traveler e Triangle Strategy. Ambientazioni, personaggi e nemici, tutto è stato riscritto mantenendo però invariato il tratto del titolo del ’94, e valorizzandone ulteriormente le varie scelte stilistiche messe in scena nel capitolo su Snes.

La visuale poi è impreziosita da nuovi effetti che accompagnano le mosse speciali e le tecniche più scenografiche, mentre i menù di gioco hanno subito un leggero restyling per renderli più leggibili e moderni.

Nel menù principale di Live a Live è presente anche l’opzione Jukebox, che vi permetterà di ascoltare in libertà le moltissime tracce che compongono la maestosa colonna sonora, così da apprezzarne maggiormente le qualità artistiche di un’opera che ha retto così bene il passaggio del tempo.

Se il Live a Live originale non fu graziato da un adattamento occidentale, oggi ci troviamo fra le mani una traduzione completa in italiano, oltre ad un inedito doppiaggio che accompagna i dialoghi del gioco, selezionabile fra inglese e giapponese, arricchendo ulteriormente il valore del titolo Square Enix.


Live a Live supera a pieni voti la prova del tempo. Un titolo che se avessimo avuto la possibilità di giocarlo negli anni ’90 sarebbe diventato per molti una di quelle pietre miliari del gaming, uno di quei giochi capaci di rimanere impressi nei giocatori come un ricordo indelebile. Un plauso va fatto a Square Enix per aver deciso di riportare su console, dopo 28 anni, qualcosa di unico come Live a Live, il cui solo difetto sta nella contestualizzazione temporale dell’opera, che oggi rispetto al 1994, soffre della troppa semplicità del racconto che pur concedendo delle libertà viaggia ben ancorato su dei binari narrativi. Nonostante questo Live a Live resta un JRPG originalissimo che ci ha conquistato con la sua natura camaleontica e la volontà di stupire il giocatore con le sue tante storie, ed un gameplay sempre vario, e che grazie al remake grafico riacquista una nuova vita. Se siete amanti del genere non dovreste farvi sfuggire l’occasione di recuperare questo grande classico, con la speranza che serva anche a mandare un forte segnale alle varie software house, e che investano sempre più su questo tipo di operazione volta al recupero e alla salvaguardia del videogioco.

Live a Live è disponibile su Nintendo Switch.

Live a Live – La Recensione
Pro
Un classico senza tempo
Ogni capitolo una storia a sé
Sistema di combattimento ancora molto valido
Contro
Le varie storie, oggi, possono sembrare un po' troppo semplici
Ci son voluti 28 anni per avere questo remake
8.6
Voto