Lost Soul Aside è la prova di come la comunicazione di un progetto sia talvolta importante quanto il progetto stesso.
La storia dello sviluppo di Lost Soul Aside è, molto probabilmente, più interessante della narrativa presente all’interno del gioco stesso. Questo titolo d’azione pubblicato il 29 agosto da Sony Interactive Entertainment è nato, infatti, dalle talentose mani di Yang Bing nell’ormai lontano 2014. All’epoca Yang Bing era uno studente della Dongguk University (Corea del Sud) con tanta voglia di fare e di dimostrare al mondo le proprie capacità. Cosa che fece nel 2016 tramite un video caricato su YouTube proprio di Lost Soul Aside. L’interesse da parte del mondo intero fu immediato. Dopotutto il gioco in questione sembrava la crasi perfetta tra Final Fantasy XV e Devil May Cry, attirando così l’attenzione dei fan di entrambi i franchise… e non solo. Pochi mesi dopo, infatti, Sony offrì a Yang Bing di entrare a far parte del China Hero Project, permettendo così all’autore di formare un vero e proprio team di sviluppo.
Passano gli anni e Lost Soul Aside è diventato ormai un gioco “vero”. Sotto il nome di Ultizero Games, Bing è riuscito infatti a raccogliere più di quaranta persone, permettendo così al progetto creato in Unreal Engine 4 di arricchirsi di dettagli e di nuovi livelli. E così, dopo nove anni di sviluppo, Lost Soul Aside approda sul mercato al costo di circa settanta euro per i giocatori PlayStation e a dieci euro in meno per gli utenti PC. Nelle ultime settimane abbiamo quindi affrontato il viaggio di Kaser per salvare la propria sorellina e siamo finalmente pronti a parlarvene.
Lost Soul Aside è davvero diventato un titolo AAA, oppure si tratta di una produzione più contenuta mascherata da blockbuster?

LA FANTASIA INIZIALE
La trama di Lost Soul Aside ha come protagonista Kaser, un ragazzo che di recente si è unito a un gruppo di ribelli in contrapposizione con l’Impero di Celestria. Insieme a lui troviamo l’aitante Selene, guerrigliera a capo dell’organizzazione, e Louisa, la sorella minore di Kaser che da tempo desidera di ricoprire un ruolo più importante tra i rivoluzionari. Nel corso di una missione segreta, però, il gruppo viene travolto da qualcosa di più grande di loro. I Voidrax, creature provenienti da un’altra dimensione, attaccano il Regno, uccidendo e sottraendo le anime di coloro che trovano sul loro cammino. Nel caos, Kaser incontra Lord Arena, un Voidrax diverso dagli altri, con la forma simile a quella di un drago. I due decideranno di unire le proprie forze per capire cosa stia accadendo e per recuperare l’anima di Louisa, strappatale dal corpo proprio dalle pericolose creature.
Il comparto narrativo dell’opera di Ultizero Games non è brutto, ma è senza dubbio estremamente banale. Nel corso dell’intera avventura sono stati davvero pochissimi i momenti nei quali ci siamo emozionati e abbiamo trovato la scrittura meritevole di attenzione. La colpa non è tanto di quello che accade, ma di come accade. I filmati sono diretti in modo blando, le interpretazioni in inglese sono decisamente scadenti e le linee di dialogo spesso noiose. Persino le animazioni dei personaggi che interagiscono tra di loro sembrano volerci ricordare la natura “indie” del progetto, con il protagonista che spreca un paio di secondi a riposizionarsi in prossimità del PNG di turno ogni qualvolta si interagisce con qualcuno di essi.
Fortunatamente la lore di fondo ci ha incuriositi abbastanza da leggere i vari documenti e dal godere di determinate ambientazioni. È chiaro, però, che utilizzare Final Fantasy come ispirazione per la propria narrativa ha spinto gli sviluppatori a crearne una versione “abbozzata”. Una sorta di “Fantasia Iniziale” che presenta del potenziale, ma che necessità di maggiore attenzione, cura e dedizione per poter davvero sbocciare.

QUESTIONE DI STILE
Arriviamo a quello che è, senza dubbio, l’elemento centrale di Lost Soul Aside: il combat system. Se la prima ora di gioco non vi ha convinto non abbiate paura, dato che è del tutto normale. Il gameplay dell’opera prima di Ultizero Games si presenta in modo drammatico, con movimenti legnosi del personaggio, poche abilità e ancora meno divertimento negli scontri. Un dramma al quale abbiamo fatto fatica a credere, ma che fortunatamente migliora sostanzialmente non appena Kaser ottiene i poteri di Lord Arena. È a quel punto che il sistema di combattimento sboccia davvero, permettendo al nostro protagonista di schivare, di muoversi più rapidamente e di concatenare attacchi normali con abilità e combo più potenti. Sia chiaro: niente di rivoluzionario e proveniente chiaramente da un’epoca passata, ma vi mentiremmo se vi dicessimo che non ci siamo divertiti, pad alla mano.
Questa piacevole sensazione nei combattimenti viene poi ampliata dalla varietà delle boss fight e dalle nuove armi delle quali entreremo in possesso. Lost Soul Aside è quindi un hack & slash divertente da giocare, ma che presta il fianco a qualsiasi altro elemento che non sia il combat system. Le sezioni platform, per esempio, risultano problematiche a causa dei movimenti poco precisi di Kaser. Il level design è tremendamente banale e poco interessante. La struttura GDR, infine, è talvolta troppo banale (come nel selettore delle nuove abilità) e altre volte inutilmente complessa (come nel crafting e nel potenziamento delle armi). Insomma: ancora una volta è evidente che si tratti di un primo progetto. Di qualcosa che necessiti ancora di diverse rifiniture per definirsi matura e completa.

IL VERO PROBLEMA DI LOST SOUL ASIDE
Una volta avviato il gioco, il colpo d’occhio di Lost Soul Aside è senz’ombra di dubbio molto buono. Gli ambienti appaiono curati e i personaggi, quando rimangono fermi, vantano dei modelli tridimensionali di discreta fattura. Appena si scava un po’ più in profondità, però, vengono a galla tutti i problemi. Su PlayStation 5 Pro, per raggiungere i 60 FPS, è necessario sfruttare la modalità “Prestazioni”, che abbassa notevolmente la resa qualitativa. Capelli, espressioni e texture dell’ambiente risultano meno curati rispetto alla modalità “Qualità”, ma si tratta di un sacrificio accettabile per non giocare un titolo d’azione ancorati ai 30 fotogrammi al secondo. Peccato, però, che questo sacrificio non dovrebbe esistere su una console come PlayStation 5 Pro.
Il vero problema della grafica di Lost Soul Aside sta però nella sua parte artistica. I personaggi, le creature e i boss sono spesso estremamente derivativi ed è davvero difficile rimanere ammaliati di fronte a tanta banalità estetica. Fortunatamente, ancora una volta, ci pensano gli ambienti a salvare parzialmente la situazione, presentando una discreta varietà e una resa per lo più convincente.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, le musiche risultano spesso anonime e ci sentiamo di bollare il già citato doppiaggio inglese come “aberrante”. Consigliamo a tutti, infatti, di mettere le voci in giapponese, dato che comunque ci penseranno i sottotitoli in italiano ad accompagnarvi in una storia semplice e, spesso, trascurabile. Ormai lo stiamo ribadendo dall’inizio di questa recensione: il progetto nato dalla mente di Yang Bing è evidentemente un’opera prima di uno sviluppatore indipendente. Uno sviluppatore che ha avuto un team di autori al proprio fianco, ma che non possono nascondere le ingenuità tipiche dei primi lavori.
IL VERO PROBLEMA DI LOST SOUL ASIDE
Ed è a questo punto che subentra il problema più grande: Lost Soul Aside non viene venduto come un piccolo progetto, ma come una produzione AAA al pari davvero di Devil May Cry e Final Fantasy. Una produzione disponibile a quello che sino alla scorsa generazione era considerato un “prezzo pieno”. Titoli come l’italiano Soulstice o anche il recente Echoes of the End, per esempio, vengono entrambi venduti a prezzo budget e, nonostante questo, vantano diversi punti di forza in grado di renderli più interessanti di Lost Soul Aside. Un errore di visione da parte del Publisher, che speriamo non metta troppo in difficoltà un team che vorremmo davvero rivedere in futuro.
LOST SOUL ASIDE, IL COMMENTO FINALE
Ormai lo avrete capito: Lost Soul Aside non è un brutto gioco, bensì un titolo venduto e comunicato nel modo sbagliato. Se amate gli hack & slash potreste trovare l’avventura di Kaser divertente e longeva il giusto. Se cercate, invece, qualcosa di più completo e ricco sotto tutti i punti di vista, forse vi conviene volgere lo sguardo altrove. Il consiglio che vi diamo è comunque sempre lo stesso: mette il gioco in wishlist e compratelo solo quando il prezzo risulterà congeniale per le vostre tasche. Potreste dover attendere un po’, ma fortunatamente non mancheranno i giochi da recuperare nei prossimi mesi.