Love & Anarchy: la recensione della Stagione 2

Love & Anarchy, la serie svedese torna su Netflix con una seconda stagione

Love & Anarchy, una seconda stagione vincente

Tra il marasma di serie tv uscite nell’ultimo periodo, Love & Anarchy è certamente una di quelle rimaste fagocitate (e inosservate) nel catalogo di Netflix. Ma, in barba alle grosse campagne pubblicitarie dei grossi player, la serie è tornata con una seconda stagione entusiasmante come non mai, in un’alternanza tra momenti drammatici ed estremamente divertenti.

Prima di parlare della seconda stagione, però, occorre fare un piccolo passo indietro alla precedente, per raccontarvi in breve chi sono i protagonisti e, soprattutto, qual è stato il tema centrale delle vicende.

La trama della Stagione 1

Stoccolma, 2019. Sofie Rydman (Ida Engvoll) è un’ambiziosa consulente aziendale. Madre di due figli e moglie frustrata di un regista pubblicitario che da tempo la trascura, spingendola a soventi pratiche autoerotiche. La sua vita monotona ed estremamente ordinaria inizia però a sgretolarsi quando viene assunta dalla casa editrice Lund&Lagerstedt, per rimodernarla sul piano digitale e social. Una sera, rimasta sola in ufficio, si abbandona alla masturbazione davanti al computer venendo sorpresa dall’affascinante e giovane informatico, Max Järvi (Björn Mosten). Superata la paura che questi voglia ricattarla, la donna inizia con lui un inaspettato ed audace flirt. Entrambi si sfidano a fare cose che contraddicono le norme sociali stabilite. Tali giochi, così come i sentimenti dei due, si fanno via, via più seri. Man mano che le sfide, e le conseguenze che ne derivano, diventano più grandi e incontrollabili.

La prima stagione ci aveva lasciato con Sofie e Max decisi a voler continuare la loro strana relazione, seppur incerti sulle conseguenze che queste avrebbero provocato alle loro vite, specie a quella di Sofie, alle prese con un matrimonio finito e due figli ormai grandi.
Ed è proprio da qui che i nuovi episodi ripartono; tuttavia, inaspettatamente, non sarà il contesto familiare di Sofie a farle prendere la decisione di fare un passo indietro nei confronti di Max, bensì un lutto improvviso che la scuoterà nel profondo e la metterà di fronte ad una realtà nuova, in cui si ritrova sola, spaventata.
Dopo una prima stagione dal taglio prevalentemente ironico, Love & Anarchy sceglie una narrativa caratterizzata da un’anima decisamente più cupa, incentrata sul tema del lutto e sulla sua elaborazione. Una sfida senz’altro dura da vincere, soprattutto se fino ad ora il tono era quello di una serie comedy. Ecco che il clima di spensieratezza lascia posto all’autoanalisi della protagonista, alle prese con la propria emotività e alla continua ricerca del coraggio; quel coraggio in grado di farle portare in superficie i suoi pensieri più dolorosi, la rabbia e il senso costante di vuoto. È un percorso in salita per Sofie, che nonostante tutto, le permetterà di crescere, riscoprirsi e voltare pagina, non rinnegando quello che è stato, ma abbracciando il passato e imparando da esso; imparando ad amarsi e ad amare di nuovo.

I personaggi secondari

Se nella prima stagione di Love & Anarchy avevamo visto al centro della storia Sofie e Max, questa volta ampio spazio viene dato ai personaggi secondari, che sono stati fortemente approfonditi, sia dal punto di vista personale, sia dal punto di vista lavorativo. Friedrich, ad esempio, è uno di quelli meglio costruiti; pieno di difetti, fedele sempre e solo alla “vecchia scuola” e alla letteratura, sarà colui che ridisegnerà il destino della Lund&Lagerstedt, permettendo alla casa editrice – e ai suoi colleghi – di uscire indenni da un disastro annunciato. A dispetto delle apparenze, Friedrich nasconde infatti un animo estremamente sensibile e attento alla “salvaguardia” delle persone a cui tiene.

Dall’altro lato abbiamo Denise, altro personaggio che nella scorsa stagione era solo di contorno, ma che adesso ha finalmente una storyline interamente a lei dedicata. Rimasta incastrata in una relazione omosessuale con una delle più grandi scrittrici contemporanee, la sua storia ha dei risvolti decisamente insoliti insoliti, ma al tempo stesso interessanti e importanti dal punto di vista della rappresentazione, fuori dai canoni e per niente stereotipata.

Lo strano mondo dell’editoria

Love & Anarchy si fa apprezzare anche per il modo di fare ironia sul mondo dell’editoria, ora più che mai in crisi di identità, in una società sempre più digitale e poco attenta alla qualità. Gli autori vengono spremuti in vista di facili guadagni e gli viene imposta un’assurda censura, perché nell’epoca del “politicamente corretto” nessuno vuole correre il rischio di finire in mezzo a uno scandalo.
Vediamo così influencer che scrivono libri socialmente impegnati, con la bocca piena di una retorica fine a se stessa, oppure scrittrici promettenti che, per pagare le bollette sono costrette a fare da ghostwriter ai personaggi del web. Insomma, ancora di più della stagione precedente, ci viene mostrato un mondo dell’editoria sempre di più piegato alla legge di mercato, che rinnega l’arte della scrittura e si piega al vil denaro.

Conclusioni

Love & Anarchy è una serie che merita di essere scoperta ed amata; il suo taglio tragicomico e realistico ritrae perfettamente la contemporaneità, dove sarà impossibile non immedesimarsi. Dal ritmo incalzante e coinvolgente, risveglierà o – perché no – incoraggerà i vostri spiriti ribelli. Vedere per credere.