Love, Victor, recensione del quinto episodio
Anche questo quinto episodio di Love, Victor – come il precedente – si conferma ben riuscito. Stavolta, troviamo il protagonista alle prese con la sua festa di compleanno, che diventa il pretesto per affrontare il delicato tema dell’omofobia interiorizzata. Con questo termine si intendono tutti quei sentimenti negativi nei confronti delle coppie/persone omosessuali che indicano, in chi li prova, la paura di essere omosessuale a propria volta e che spesso può ostacolare la formazione della propria identità sessuale. Testimonianza di ciò, il nonno di Victor – e più in generale la famiglia dal lato paterno -, ancorati a un pensiero estremamente conservatore. Il problema emerge proprio durante la festa, quando il nonno di Victor vede Benji baciare il nuovo fidanzato e ne rimane spiazzato, non nascondendo il suo disprezzo.
Di fronte a questo, Victor reagisce in maniera ambivalente; se prima, infatti, aveva cercato di mascherare l’omosessualità di Benji proprio per paura che i nonni lo venissero a sapere, e quindi testimoniando il suo disagio con questo tipo di orientamento sessuale, successivamente decide di esprimere a gran voce il suo punto di vista, non solo difendendolo ma schierandosi apertamente a suo favore, di fronte a tutti. Si rende conto, infatti, che il superamento della riluttanza della sua famiglia ad accettare l’omosessualità nella società è insormontabile, perciò sente il bisogno di tirare fuori quello che pensa. Una scelta che ho trovato molto calzante, sia per la crescita del personaggio, sia perché lo vediamo, piano, piano scoprire se stesso, imparando ad accettarsi per quello che è in realtà, ma che ancora tiene nascosto.
Comunque, nonostante qualche piccola divergenza iniziale, in un primo momento la festa si conclude lasciando un piccolo barlume di speranza, con il fratellino di Victor lasciato a giocare con un giocattolo considerato da “femminuccia”. Tuttavia, ogni passo avanti fatto in questa scena viene annullato quando, nel dialogo finale, il padre di Victor ammette che sì, le persone gay dovrebbero essere libere di fare quello che vogliono ma al tempo stesso, spera che il suo figlio più piccolo non si riveli tale. Questa affermazione, se da un lato potrebbe far storcere il naso a molti, dall’altro conferisce alla serie maggior realismo perché, purtroppo, l’omofobia interiorizzata non si risolve con qualche bel discorsetto in salotto e qua ci viene ribadito chiaramente, sì in maniera brutale, ma necessaria. D’altro canto, sarebbe troppo facile – oltre che troppo bello e probabilmente vivremmo in un mondo privo di ingiustizie sociali; purtroppo, un mondo da cui siamo ben lontani al momento.
Passando al resto dei personaggi, in questo episodio notiamo come il legame tra Felix e Lake si stia man mano consolidando e – è ormai certo – che finiranno insieme. Molto apprezzabile anche come è stata costruita l’amicizia tra Mia e la stessa Lake; entrambe sono sostegno reciproco, si dimostrano affetto vicendevolmente e, soprattutto, non litigano per i ragazzi. Qui, mi riferisco alla terza puntata, quando Lake si rende conto che il bulletto per cui aveva una cotta era interessato a Mia e non a lei; invece che litigare con l’amica, preferisce troncare ogni rapporto con lui. Una cosa che spesso non succede in altri film o serie simili. Insomma, il personaggio di Lake, che nei primi episodi sembrava la solita snob superficiale, si mostra in realtà simpatica, determinata e affatto stupida.
Concludendo, a questo punto della serie, direi che qualche svolta positiva c’è stata e sono sicura che – nonostante la prevedibilità alla base dello show televisivo – Love, Victor si farà apprezzare ancora di più nei prossimi episodi, dato che si è dimostrato in grado di sorprendere – in alcuni momenti – con scelte narrative coraggiose, piacevoli e inaspettate.